Giorno 14

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Mi sveglio, ore nove, e mi accorgo della velocità del tempo...
Siamo già a inizio Luglio.

Quindi, tra nove giorni Dany, poi io tra quindici, facciamo diciassette anni.
Arrivati a questo punto, siamo quasi maggiorenni.

Vado a prepararmi, poi inizio a metermi sotto coi compiti estivi che ho già quasi finito.

Anche se non sono un asso in matematica, un poco me la cavo, quindi voglio impegnarmi da sola.

In periodo scolastico mi faccio aiutare da Dany, ma almeno d'estate voglio lasciarlo libero e voglio provare a cavarmela.

Gli ultimi esercizi non erano affatto difficili, anzi erano veloci e li ho già finiti in fretta.

Erano gli ultimi dell'estate, quindi ho libero tutto luglio e tutto agosto.

Mi ha chiamato Vittoria, ha una voce bassa, mi ha chiesto di salire da lei a Spello che vuole parlarmi.

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Ora di pranzo, i miei sono andati a Perugia oggi, quindi pranzo da sola, con insalata di pollo e pomodoro, la mia preferita.

Nel pomeriggio esco e salgo a Spello.

Ho il treno poco dopo le tre, quindi mi avvio alle due e mezza, ci sono circa venti minuti a piedi e non c'è nessun autobus la domenica che porti alla stazione in buoni orari.
Arrivo alla stazione, mancano ancora dieci minuti prima della partenza, giusto il tempo di acquistare il biglietto e vado al binario.
Arriva il treno, salgo, si chiudono le porte, parte.
Dato che c'è una sola fermata faccio presto, in circa cinque minuti sono già a Spello, scendo e Vittoria è già in stazione, mi corre incontro.

< Grazie di essere venuta.
> Di nulla, siamo amiche no?
< Certo.
> Mi dovevi parlare, dimmi tutto.
< Prima vieni.
> Sì.

Mi porta a casa sua, anche lei è a casa da sola come me.

< Volevo venissi perchè mi sentivo sola, e le uniche amiche che ho siete tu e Roberta, ma Roberta non può venire quindi ho chiesto a te.
> Come stai? Avevi una voce strana al telefono.
< Sto bene, tranquilla...

Si vedeva che qualcosa non andava, io riesco a capire se ci sono problemi.

> Ehi, lo vedo che qualcosa non va, vuoi parlarmene?
< E va bene, mi hai scoperta, qualcosa non va.

Ci mettiamo sul divano.

> Dai, dimmi.
< Mi sento sola, gli amici come ogni estate se ne vanno sempre in vacanza chissà dove, tra Rimini, Ancona, Viareggio, Ostia, in Sicilia o all'estero, io invece sempre chiusa in casa tutta l'estate, mai una volta che sia stata al mare, mi sento diversa. Poi, certi ragazzi non mi scrivono nemmeno quando sono in vacanza...
> Ah capito, ignora Viareggio per favore... Comunque, vuoi che andiamo insieme al mare? Invece che in famiglia anche con gli amici si può fare.
< Ma che direbbero i miei? E poi da sola non ho soldi, non posso venire da nessuna parte.
> Tranquilla, ci potremmo organizzare, no?
< Non lo so.
> per me sì, dai.
< Come fai a dirlo?
> Ehi, di me ti fidi?
< Sì.
> Ecco, ti voglio bene e non voglio che stai giù di morale, ok?
< Va bene, e grazie di tutto Camy, ti voglio bene anch'io.
> Di nulla, sai che ci sono sempre. E comunque, farei di tutto per far stare meglio gli amici, Vittoria.

Mi abbraccia forte e scoppia a piangere, io ricambio l'abbraccio.

> Non piangere dai, ci penseremo su con Roberta magari, ti va?
< Sì, a me va bene.
> Una cosa, tu conosci il fidanzato di Roby, Dany?

Meglio se le lo chiedo, almeno Roby non la faccio venire da sola.

< No, non lo conosco, mi dispiace.
> Una volta che siamo liberi tutti e quattro, puoi venire a Foligno da noi.
< Sì, mi piacerebbe.
> Di sicuro Roberta non vorrà venire da sola senza di lui.
< Ah, capito.

Dopo quello che è successo quando Dany era salito a Milano, non mi va di vederla giù di nuovo, quindi nel caso andassimo in vacanza insieme, Dany verrà.

< Oggi i miei rientrano tardi, sono andati a Roma, e rientreranno dopo mezzanotte.
> Capito, chiamo i miei e avviso che resto a tenerti compagnia.
< Non disturbarti troppo.
> Tranquilla Vi, tanto sono sola anch'io.

Chiamo mia mamma.

< Pronto Camy?
> Sì mamma, volevo chiederti se potevo restare da un'amica stasera.
< Certo, mi fido di te, non fare troppo tardi.
> Grazie mamma.

Chiudo

> Ha detto che va bene, resto da te quanto vuoi.
< Grazie Camy, grazie di cuore di non lasciarmi sola.

Scoppia a piangere e sorride allo stesso tempo, mi abbraccia forte.

Verso le sette e mezza ordiniamo una pizza.
Alle otto già arrivano a portarla, apro la porta, pago e ritiro la pizza.

Durante la cena parliamo del mare, del perchè i suoi sono così stretti...
Mi ricorda un amico di Milano, sono tanto simili.

Verso le nove si sera ho l'ultimo treno della giornata che riporta a Foligno, quindi ci avviamo insieme con Vittoria alla stazione alle nove meno cinque, tanto abita vicinissima alla stazione.
Mi da un ultimo abbraccio e mi ringrazia ancora della compagnia.

Arriva il treno, salgo, chiude le porte e riparte. C'è ancora il crepuscolo.
Alle nove e dieci sono già in città, mi dirigo verso casa, alle nove e mezza arrivo.

Mi preparo e vado a dormire presto alle dieci.

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