Foligno

Giorno 18

Ridiamo e scherziamo, ma Agosto è volato!
Siamo già a inizio settembre e comincia la scuola domani.

Non appena finisco colazione suonano alla porta: "Pacco per Valdese". Era il corriere.

Velocemente mio padre apre la porta, recupera il pacco e firma la ricevuta.
Apro: sono gli ultimi libri che mi mancavano, adesso ho tutto.

Non sapendo ovviamente ancora l'orario sistemo nello zaino il diario, un quadernino piccolo e due quaderni grandi, si sa mai cosa ci faranno fare o se ci serviranno.
Nel dubbio porto anche i quaderni dei compiti delle vacanze.

Pensare che siamo già al quarto anno, che tra circa seicentotrenta giorni saremo già diplomati.

Wow, il tempo vola.

Controllo che orari facciamo domani dal sito della scuola: dalle nove alle undici, poi da mercoledì dalle otto alle tredici.

Strano, mai passati da due a cinque ore in solo un giorno, in genere almeno una settimana ci tenevano a scuola solo quattro ore.

< Chiama i tuoi amici e mettetevi d'accordo per domani.
> Sì mamma.

Intanto che parlo con Roberta, suonano di nuovo alla porta.

Mia mamma apre: è Lucrezia.

< Camy! Da quanto tempo.
> Scusa ma non eri a Viareggio?
< Solo per le vacanze, non mi trasferivo veramente là, volevo solo farvi spaventare un po' dicendo di allontanarmi per sempre.
> Eh, a spaventarci ci sei riuscita.
< Lo so. E so anche che mi hai già rimpiazzata con la coppietta.
> Beh non ti sei mai fatta viva per tutta l'estate, una qualche chiamata o messaggio me lo sarei aspettato da una migliore amica, no?
< Lo so ma...
> Niente ma, ti vedevo spesso online nei messaggi, non hai scuse.
< Va bene.

Che nervi.
Odio quando non mi cercano o se nonostante li cerco non mi rispondono.
Lucrezia lo sapeva anche che lo odio, ma l'ha fatto lo stesso.

Vado a pranzo, pasta al salmone, buonissima.

Nel pomeriggio mi preparo per uscire e vado da Roby.

Suono, mi apre Samantha.

< Roby, c'è l'amica tua.

Entro, arriva Roby.

< Ehi, che bello vederti qui.
> Grazie.
< Tutto bene?
> È tornata Lucrezia.
< Lo prendo per un no, ricordando come ci ha trattati quando è partita.
> Esatto, senza salutare, senza avvisare, e alla fine era solo per le vacanze, non era un trasferimento stabile.
< Ci ha preso in giro a tutti.
> Sì. Ah, e Dany?
< È andato con mio padre a fare la spesa, a breve tornano.
> Va bene. Vuoi uscire?
< Sì dai. Samy noi usciamo.

Samantha: Va bene.

Roby recupera il cellulare dalla carica ed usciamo.
Facciamo una passeggiata fuori, giusto per prendere un po' d'aria e di sole l'ultimo giorno di vacanze.

> Roby, Lucre ha già capito che voi siete diventati i miei migliori amici.
< Infatti, da quello che ci ha fatto, non merita nemmeno che le parliamo.
> Tu che dici, dovremmo perdonarla?
< Vediamo se cercherà di farsi perdonare. Nei messaggi l'avevo pure bloccata.
> Io non l'ho fatto, noi Cancro non ricordiamo mai di dover essere più cattivi quando ci fregano, ma no, noi perdoniamo sempre.
< Eh lo so bene, anche Dany è così.
> Ma pure tu vedo che perdoni spesso.
< Sì, pure io, sono segno d'Acqua anche io, Scoprione, e siamo molto simili.

Neanche glielo chiedo, mi legge nella mente che volevo un abbraccio e mi stringe a lei, meglio di chi capisce dallo sguardo non si può chiedere.

< Dai tuoi occhi azzurri avevo già notato che ne avevi bisogno.
> Grazie, amici meglio di voi non li potevo chiedere.

Ci dirigiamo verso casa sua, sulla stessa strada c'erano anche suo padre e Dany che rientravano anche loro. Ci avviciniamo.

Padre di Roby (Vito):
< Ciao Camilla, sei stata con Roberta vedo.
> Sì, parlavamo un po' facendo una passeggiata.
< Sei sempre la benvenuta. Vuoi restare a cena?
> No, grazie, stia tranquillo, domani abbiamo scuola e non posso stare alzata tanto la sera.
< Va bene Camilla.
> Vi accompagno a casa e poi torno.

Roby mi abbraccia accarezzandomi la schiena.
< Camy, noi ci siamo sempre, lo sai.
> Sì, grazie mille.
< Ma di niente.

Torno a casa.
Vado a cena e mi preparo subito per la notte.
Non sto neanche tanto sveglia, alle dieci già sono a letto.