Capitolo 3

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Il giorno dopo.

“Stai scherzando? Non è possibile!” disse Sam incredula.
“Magari lo fossi.” Affondai la testa tra le mani e mi scappò un suono disperato dalla bocca. Quando tirai su la testa vidi due ragazze che mi stavano fissando. Lucy filò dritta verso di noi e si sedette sulla mia sedia, dall'espressione del suo viso notai che era immersa nei suoi pensieri.“Beh.. allora cosa farai?” chiese Sam. Era seduta sul mio letto e le nostre schiene erano appoggiate alla testata.
“Non c'è molto che possa fare, sa dove abito.” La porta di camera mia si spalancò per rivelare un'ansimante Charlotte.Si piegò per slegarsi le scarpe, che dopodichè tirò facendole sbattere contro l'armadio e si scostò i capelli dal viso.
“Scusate sono in ritardo, cosa mi sono persa?” Scaraventò la borsa a terra prima di salire sul letto con noi e incrociare le gambe stile indiano. Mi guardò in attesa di una risposta, ma Lucy si intromise.
“Il piccolo Louis qui, sta venendo stalkerato da un attraente, ma spaventoso ragazzo, il quale lo ha seguito fino a casa sua, lo ha visto in boxer, il mattino dopo era nella sua cucina e adesso è tipo il migliore amico di sua mamma.” si fece uscire le parole di bocca Lucy. Charlotte spalancò gli occhi. Ci guardò in faccia uno per uno. “Oh e ci va pure a un appuntamento stasera.” finì Lucy.
“C-cosa?” scosse la testa cercando di capire tutto ciò che le era appena stato detto. Per un po' di secondi ci fu un silenzio inquietante.
“Harry ti ha seguito fino a casa? Sapevo che bisognava stare con te quella sera!” Charlotte alzò le mani in aria.
“Non puoi solamente dirgli di no?” intervenne Sam.
“Ma adesso lui sa dove sto e mia mamma crede che sia la cosa migliore da fare. La dovevate sentire ieri, era così felice. E comunque, siamo tutti a conoscienza della sua reputazione, non voglio che qualcuno si faccia del male.” Lucy alle mie parole sbattè i piedi per terra, cercando di mantenere la calma.
“E non ci pensi che potrebbe far del male a te?” disse con calma. Mi misi la mano sugli occhi, sperando che fosse tutto un sogno, che non avevo davvero incontrato Harry. Niente poteva andare peggio di così. La mia mente vagava, non avevo nemmeno idea di dove mi avrebbe portato per “l'appuntamento”.
Ho usato il termine “appuntamento”, ma non ho per niente voglia di stare una serata in sua compagnia. Mi appoggiai sulla spalla di Sam e lei mi abbracciò. “Andrà tutto bene.” cercò di rassicurarmi. Ma qualcosa nel suo tono mi fece capire che nemmeno lei era così sicura di cosa stava dicendo.

***

Aprì Tumblr sul mio computer portatile, mi sdraiai sul letto a pancia in giù e incrociai le caviglie in aria. Un'ondata di ansia mi travolse tutto il corpo quando mi voltai e guardai l'orologio sul comodino. Non mancava molto all'inizio della tortura di Harry. Mi passai le dita fra i capelli, che erano sempre umidi, dato che non li avevo asciugati dopo la doccia.
“Louis?” mi chiamò mia mamma attraverso la porta.
“Entra.” aprì la porta, il suo sorriso svanì quando mi vide stravaccato sul letto.
“Perchè non sei ancora vestito? Harry starà per arrivare.” Alzai gli occhi al cielo, se solo sapesse come è realmente. Iniziò a frugare nell'armadio, ma la fermai immediatamente. Saltai giù dal letto e piombai davanti a lei.
“Mamma, posso farlo da solo.” sbuffai.
“Non ci mettere troppo.” Una volta detto ciò, si chiuse la porta alle spalle e io mi ributtai sul letto, maledicendola in silenzio. Girai di scatto la testa al vibrare del mio cellulare dietro di me. Lo presi e aprì il messaggio.

Da Harry: Ti porterò fuori a cena. Indossa qualcosa di sexy. H x

Non risposi, tirai il cellulare sul piumone e aprì la cassettiera. Tirai fuori una camicia bianca con lo scollo a V, ritenendolo più casual che sexy. Inconsciamente le mani mi andarono sull'orlo della camicia, ma mi fermai dal toglierla.
Guardai fuori dalla finestra e con uno strattone chiusi le tende. Mi spogliai velocemente, buttai i vestiti sul pavimento prima di saltare per tutta la camera cercando di infilarmi i miei adorati jeans neri strettissimi. Avevo i capelli un po' ribelli, ma mi piacevano. Li porto spesso così. Presi il gel e ne misi un po' sulla mano, poi corsi in camera, mantenendo però i capelli disordinati. Mi guardai allo specchio e sbuffai fissandomi la camicia.
“Merda!” sobbalzai al rumore del mio cellulare vibrare di nuovo. Mi sforzai di mandar giù il groppo in gola, mentre intrecciai le dita intorno ad esso. Per mia fortuna era un messaggio da Lucy.

Da Lucy: Stai attento, le ragazze e io ti penseremo tutto il tempo. Xx

Un piccolo sorriso mi spuntò sul volto, sapendo che loro erano li per me, come d'altronde fanno sempre. Siamo amici da anni, da quando eravamo bambini. Misi il telefono in tasca insieme alle chiavi. I miei occhi schizzarono sull'orologio. Harry sarebbe arrivato tra circa 10 minuti, mi sentivo il cuore in gola. Odiavo questa sensazione. Era come aspettare di fare un esame, seduto nell'ufficio del dottore, sapendo di dover avere un'iniezione. Drizzai le orecchie sentendo una macchina arrivare nel vialetto. Inciampai fino alla finestra, sbirciando fuori da dietro la tenda. Harry scese dall'enorme veicolo prima di chiudere la portiera dietro di lui.
Presi un giacchetto dall'armadio, non preoccupandomi di raccogliere la gruccia caduta sul pavimento. Mentre mi mettevo le scarpe, spalancai la porta. 'Prima finisce meglio è.' Era ciò che mi ripetevo continuamente.
“Boo, Harry è qui.”
“Va bene.” sbottai. Non volevo essere così rude, ma tutta questa situazione mi faceva perdere le staffe. Riluttante, scesi le scale e vidi mia mamma che mi aspettava davanti alla porta del salotto. “Sei così bello.” Sorrise. “Grazie mamma.” Girammo entrambi la testa verso la porta quando sentimmo bussare. Mi dette un bacio sulla guancia spingendomi gentilmente verso la porta.
Non appena mi voltai lei era sparita, lasciandomi da solo in corridoio. Feci un profondo respiro, cercando di prepararmi. Non servì a molto; penso che nessun tipo di 'preparazione' mi avrebbe aiutato. La mia mano tremante afferrò la maniglia. La porta si aprì, rivelando un ragazzo alto con un sorriso stampato in faccia. Appena mi vide il sorriso si amplificò, dando spazio a due piccole fossette ai lati della bocca.
“Ciao splendore.”

Dark (Larry Stylinson) traduzione in italianoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora