POV'S ARON
Ritorno a casa, stranamente Sophia ancora non è arrivata e quando vado in cucina trovo un foglio con su scritto:
"Amore stasera non ci sarò, devo restare tutto il tempo in ufficio."
Bene, così starò un po' solo e lavorerò al caso di Lea. Faccio delle ricerche, mi soffermo su Jack Brown, il giornalista non sta chiamando più, strano, chiamava tutti i giorni per le informazioni sul caso.
Tra gli appunti noto che ha scritto un libro su la famiglia Smith, trovo il suo numero senza fatica, lo chiamerò, voglio sapere perché ha scritto quel libro!
«Pronto?» Dice, con voce assonnata.
«Jack? Sono Aron, l’agente di polizia.» Mi identifico, alzandomi dal divano.
«Certo, Aron… Come mai chiami a quest'ora?» Chiede, in realtà non avevo neanche notato l'orario, decido di lasciar corre e di andare al motivo della chiamata.
«Dalle mie ricerche, ho notato che ha scritto un libro sulla famiglia Smith, come mai?» Domando, curioso.
«Mi chiami per questa stupidaggine... Dovresti leggerlo, sai che sono stato licenziato dalla azienda perché ho pubblicato quel libro? Avevo scritto che Lea era morta ed era stata uccisa dal padre, ma, ovviamente mi sbagliavo, come vedi Lea è viva, questa era solo una mia ipotesi. Scusami, ora vado è tardi, buonanotte Aron.» Dice chiudendo la comunicazione, senza darmi nemmeno il tempo di controbattere.
Non riesco a dormire, Sophia non è ancora rientrata, ormai arriverà domani. Rimango per un'ora a fissare il soffitto, mille pensieri mi rimbombano in testa. Forse è meglio uscire, magari mi aiuterà a prendere sonno. Mi vesto velocemente ed entro in macchina, non so perché, ma mi fermo davanti a casa Smith, sbuffo, poggiando la testa sullo sterzo. Quando decido di andar via, mi soffermo a guardare il balcone della stanza di Lea e la vedo uscire. Cerco di non farmi notare e quando rientra tiro un sospiro di sollievo, ma invano, perché all’improvviso, apre il cancello, arriva e si fionda in macchina.
Indossa un pantaloncino largo con una canotta.
«Perché sei scesa?» Dico, guardandomi le unghie in modo da non incrociare il suo sguardo.
«Perché sei qui?» Ribatte, cambiando discorso.
«Non avevo sonno.» Rispondo e mi scappa un sorriso, per com'è stata brava a farmi parlare, mentre lei ha eluso la mia domanda.
«Però non hai risposto alla mia domanda.» Le faccio notare, incrociando il suo sguardo.
«Era un peccato non salutarti.» Dice sorridendo. Cambiano totalmente discorso le chiedo:
«come stai?»
«Come potrei stare? È morta la mia migliore amica, io non l'ho potuta salvare e domani dovrò festeggiare perché non posso deludere i miei genitori.» Mi spiega, mentre una lacrima le scivola sul viso.
La guardo dispiaciuto, mi indico il petto e le dico:
«Vieni qui…»
Lei all’inizio è un po' insicura, ma mi abbraccia, la stringo forte a me e dopo vari minuti in quella posizione, si stacca e rimaniamo così, a pochi centimetri, i nostri nasi si toccano, mentre, i nostri respiri si confondono. La mia mente va a puttane, non riesco a pensare a nulla a parte le sue labbra, le mie, istintivamente, cercarono le sue e nel momento esatto in sui si sfiorarono, beh, lì per me è la fine del mondo. Lascio scivolare la mia lingua dentro la sua bocca, vengo pervaso da un miscuglio di odori, è una fragranza di fiori.
Non ho la forza di respingerla, così continuo a baciarla. Non conta più nulla, in quei pochi secondi sono spariti tutti i miei pensieri: Sophia, l'incarico, il commissariato. Forse, quelle morbide labbra e la delicatezza con cui mi bacia, sono davvero in grado di fottermi il cervello.
Le nostre bocche entrano in collisione per l'ennesima volta, un brivido mi percorre la colonna vertebrale non appena ritrovo il suo sapore, adesso fortemente conosciuto. Ci sto facendo l'abitudine e mi piace più del solito sentirla sulle mie labbra, lasciare che esse s'impregnino conservando quel sapore intenso.
Di malavoglia, la scanso, ritrovando il mio autocontrollo.
«No, Lea non posso, questa è stata l'ultima volta. Ci vedremo solo se sarà necessario.» Le dico, abbassando lo sguardo non volendo incontrare i suoi occhi. La sento scendere dalla macchina, ma non mi volto per fermarla, anche se vorrei. Non posso deludere Sophia, lei mi ama e non merita di essere tradita.
So che ora Lea starà male, perché io l'ho baciata. Lo volevo, ma non posso, è sbagliato. Colpisco il volante e schiaccio sull'acceleratore, mi mordo le labbra con ancora il suo sapore e il suo profumo, maledizione.
POST AUTRICE
Ehi come state? Vi sta piacendo la storia? Cosa ne pensate? Dovrei cambiare qualcosa?
Cosa farà Aron d'ora in poi? E Lea? Cosa succederà a entrambi? Aron si dimenticherà tanto facilmente di Lea? Per voi è solo un'attrazione fisica?
Vi aspetto al prossimo capitolo.P.S ringrazio AuraSchintu per aver revisionato il capitolo❤️
BACI
F
STAI LEGGENDO
~The Dark Of My Days~
RomanceTRAMA "È quando da piccola sentivi quelle storia nei telegiornali non avrei mai potuto immaginare che potesse succedere a me" È chi mai potrebbe immaginare che accadesse proprio a te. Una ragazza ormai donna che ha passato anni lontano dai suoi geni...