2. Come dieci anni prima...

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2. Come dieci anni prima...

Bussava ormai da una mezz'ora. Aveva provato ad aprire con la sua copia delle chiavi, ma non ci era riuscito in nessun modo, sicuramente la serratura era bloccata dall'interno con una chiave gia nella toppa.

- Masamune! Dio Santo apri questa cazzo di porta!-

Era agitato e fuori di se. Era stato chiamato da un milione di persone che si lamentavano dell'impossibilità di contattare Takano, non si era presentato al lavoro da due giorni e non era mai successo. Lo aveva chiamato e il telefono non era neanche attivo. Poi aveva chiamato Onodera, anche lui assente e irraggiungibile. Ciò che sapeva per certo era che Takano non era andato al concerto e non contattava gli autori da allora. In redazione era scoppiato il finimondo, i produttori dell'anime avevano chiamato molte volte per conoscere il parere dell'editore sui doppiatori, era una cosa che non si concedeva a chiunque e il fatto che Takano se ne fosse lavato le mani in quel modo aveva mandato in bestia persino Isaka-san.

All'inizio aveva pensato a qualche loro stupidaggine, se si fossero semplicemente presi dei giorni di ferie invece che scappare come due ragazzini avrebbero risolto molte cose, ma poi Isaka-san era piombato nel suo ufficio, trafelato e decisamente sconvolto, tirandogli addosso una specie di lettera stropicciata.

- Che roba è?- aveva risposto scocciato, non solo era pieno di lavoro, ma doveva fare di nuovo la balia a Masamune e non è che ne fosse entusiasta, dopo ciò che era successo.

Certo ora non ci pensava molto su, infondo la sua vita aveva preso una stranissima piega in pochissimo tempo. Aveva conosciuto due persone che erano diventati molto importanti, ma ad una di queste non lo avrebbe mai detto. Per questo aveva preferito mantenere le distanze per un po' e mettere ordine nel suo cuore e nella sua vita, per riuscire ad affrontare le cose nel migliore dei modi.

- Yokozawa tu qualcosa la devo pur sapere! Che mi rappresenta questa?-

- Ti sto dicendo che non ho idea di cosa...- dispiegò la lettera e rispose iniziando a leggere, ma ciò che vide gli fermò il sangue nelle vene.

Era una lettera di dimissioni, firmata da Onodera Ritsu.

- Takano sparisce e Onodera si dimette, che significa? Tu sei amico di Takano, non venirmi a dire che non sai niente.-

Non lo sapeva, non ne aveva la minima idea.

Senza neanche riuscire a riprendere un respiro regolare, si era alzato ed era scappato, correndo in macchina e prendendo la via per raggiungere Takano il prima possibile. Arrabbiato, furioso, stupito, amareggiato, non sapeva come descriversi, ma una cosa era certa, ciò che avrebbe trovato non gli sarebbe piaciuto, perché tutta quella faccenda gli sembrò una cosa già vissuta.

Quel presentimento che lo attanagliava da quando era letteralmente scappato dalla Marukawa, lo stava spingendo a buttare giù quella maledetta porta che non voleva aprirsi.

- Masamune ti prego, non farmi chiamare qualcuno per spaccare questa porta.-

Le grida di Yokozawa avevano attirato tutte le vecchie impiccione del palazzo, ma non gli diede peso, non gli importava neanche che stessero chiamando la polizia e che forse lo avrebbero portato via a forza. Doveva entrare. - Masamune che è successo?!-

- Dobbiamo chiamare qualcuno, non ha senso stare qui a gridare e dare spettacolo.-

Quella voce calma alle sue spalle era l'unica cosa che riusciva a dare un pizzico di sollievo al suo cuore. Infondo era una persona come tutte le altre e sapeva che da solo non sarebbe più riuscito ad affrontare una situazione come quella di dieci anni prima. Lui che si era dedicato anima e corpo all'uomo di cui si era innamorato, ora sapeva di non poterlo più fare e lo aveva chiamato.

Hurricane! (ciò che guida il mio cuore...)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora