-Michael- la voce del biondo uscì spezzata a causa di un singhiozzo.
-Luke, che succede?- chiese preoccupato, la sveglia sul comodino segnava le tre del mattino.
-Loro... stanno urlando di nuovo e io...-
Michael si alzò dal letto infilandosi un paio di pantaloni della tuta -Sto arrivando-.Luke uscì dalla finestra di camera sua e aspettò nel vialetto, quella sera faceva particolarmente freddo anche a Sydney.
I suoi genitori non facevano altro che urlarsi addosso e sapeva che da lì a poco la situazione sarebbe peggiorata, era da quando aveva dodici anni che andavano avanti così. Ed era da quando aveva dodici anni che si rifugiava a casa Clifford.-Stai bene?- chiese il rosso tinto non appena entrò in macchina, Luke annuì. Michael aveva sempre paura di ritrovarlo con qualche livido qua e là, era successo davvero poche volte ma sapeva che tipo di persona era Andrew Hemmings.
-Smetterà mai tutto questo?-
-Lo spero tanto Lukey, anche se non mi dispiace averti con me la notte-
Michael cercava sempre di sdrammatizzare e funzionava benissimo, aveva appena strappato un sorriso a Luke.
-Non so come ringraziarti...-
-Lucas Robert Hemmings, non osare farmi il solito discorso di quanto io non meriti tutto questo casino e bla bla bla, okay?- Michael si girò verso di lui e riprese a parlare.
-Io sono qui per te, sempre. E questo non cambierà mai Luke, mai-