CAPITOLO 1 - DIREZIONE AMERICA

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"Sei convinta di questa scelta?" Mia sorella mi avrà fatto questa domanda almeno un milione di volte, e solo questa mattina. E ovviamente, io le ho risposto un milione di volte: "Certo Harper. Non potrei esserne più sicura. Sono solo spaventata per la famiglia in cui andrò a stare." Ho deciso di partire, di lasciare qui i brutti ricordi e di fare nuove esperienze. Starò via un anno, in America. Più precisamente a Norwalk, una cittadina in California, che dista circa 30 minuti da Los Angeles. Dico piccola cittadina nonostante ospiti 100 mila abitanti. Ma come potete biasimarmi? Io sono di Londra, che di abitanti ne ospita ben 8 milioni.

Ho salutato papà e Harper in aeroporto e sono saltata su questo aereo con tante speranze nel cuore, forse solo quelle. Papà mi ha detto di chiamarli quando sarei atterrata, così come mio fratello. Noah studia alla Berkeley University, che si trova a 6 ore di distanza da me, essendo a San Francisco. Credo che lo raggiungerò nel weekend, ha un appartamento insieme ad un suo amico e ha detto che c'è un letto libero per me, spero non intendesse il divano.

Per quanto riguarda la mia famiglia ospitante so solo che è formata da mamma e 2 figli, il più grande ha la mia età, il che potrebbe essere una fortuna dato che potrei già farmi un amico. Spero solo di sapere ancor come si fa a fare amicizia. Da quando mamma ci ha lasciati, mi sono chiusa in me stessa. Ho smesso di vedere i miei amici così spesso, e loro non si sono rivelati così dispiaciuti, il che mi ha lasciato davvero spiazzata ma non ci ho voluto dare troppo peso. Non mi interessava più. Non mi importava più nemmeno del mio fantastico ex ragazzo, Brent, nonostante abbia avuto una cotta per lui dal primo anno di liceo e credevo fosse quello giusto. Ero arrivata ad un punto in cui lo tenevo con me solo per movimentare le mie giornate. E so che è una sa davvero brutta, ma è la verità. Dopo la morte di mamma ho smesso di amare davvero. Non ho dato più importanza a nulla, se non alla mia famiglia. Poi se devo essere sincera, anche a Brent andava bene così. Avevamo deciso che la nostra relazione era più un'occasionale scopata, scusate la volgarità, per dimenticarsi dei problemi che ci circondavano. In realtà, Brent mi ha confessato giusto ieri di amarmi ancora. Lo sapevo già, o almeno ne ero quasi sicura. Il modo in cui mi guarda non è mai cambiato e mi dispiace per lui, perché so che non riuscirò più a donare il mio cuore a nessuno.

Sono sull'aereo e stiamo per decollare. Il decollo è sempre stata la mia parte preferita. È in quel momento che mi rendo davvero conto di volare, di poter staccarmi letteralmente da questo pianeta e lasciare a terra tutto il male che ormai fa parte di me e che si è impossessato del mio cuore chiudendo ogni emozione e sentimento con un lucchetto, gettando via la chiave.

Il primo aereo l'ho preso con mamma, papà e Noah. Non ricordo molto, solo che durante la fase dell'atterraggio ho pianto come una disperata perché avevo molto male alle orecchie. Cosa che mi succede tutt'ora, ma non piango più, per fortuna.

Quando l'aereo atterra e mi dirigo verso il rullo dove successivamente recupero le mie valigie, che per la cronaca sono ben tre, l'ansia inizia a nascere in me. Spero di trovarmi bene, perché che mi piaccia o no, questa sarà la mia famiglia per un anno intero.

Mi dirigo verso l'uscita, il caldo californiano del primo giorno di Agosto mi colpisce e so già che è un'altra cosa a cui dovrò abituarmi. A Londra non fa mai così caldo. Mi è stato proposto dalla scuola di venire qui dal primo di Agosto perché così mi sarei ambientata meglio prima dell'inizio della scuola, esattamente tra un mese. Ho accettato subito. Non volevo stare a Londra un altro giorno di più. So che sono praticamente scappata dal passato, ma già ora mi sento meglio.

Osservo i gruppi di persone che aspettano agli arrivi ma non mi sembra di riconoscere nessuno. Ho visto una fotografia della madre ospitante, Katherine, e so che insieme a lei oggi a prendermi ono venuti ance i due figli, Liam, il più piccolo e il figlio più grande che mi pare si chiami Logan, ma di lui non ho mai visto nemmeno una foto pixellata. Speriamo sia carino.

Amore Oltreoceano || #WATTYS2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora