Prologo

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Una telefonata. È bastata una telefonata per cambiare le nostre vite per sempre. Ho risposto io al telefono, volevano parlare con papà, dicevano che era urgente. Quando gli ho passato la cornetta e gli hanno riferito l'accaduto l'ho visto sbiancare. Si è accasciato a terra e ha iniziato a piangere. Quando papà ci ha riferito la notizia, ho sentito il mio cuore fermarsi. Non batteva più, proprio come il suo.

La mamma ci aveva lasciati. Come era possibile? Lei era una forza della natura. Nulla avrebbe mai potuto abbatterla. Non poteva essere vero. Ci doveva essere per forza un errore. Doveva esserci.

Ma purtroppo, per quanto io abbia pregato e sperato che fosse così, la mamma ci aveva lasciati davvero.

Non sono mai riuscita a superare la sua perdita. Ha lasciato un vuoto dentro di me. Si è portata con sé i battiti del mio cuore, e nessuno riuscirà più a farlo battere come prima.

Al funerale della mamma non ho pianto. Ho letto l'elogio funebre che ho scritto per lei, nonostante sapevo che lo stavo facendo più per me che per lei. Tutte quelle cose che ho scritto e letto, lei le sapeva già. Le ha sempre sapute e per sempre le saprà. Ma sono sicura che se non lo avessi fatto, avrei avuto questo rimpianto per il resto della mia vita.

Da quando mamma ci ha detto addio ho pianto solo una volta, nella mia stanza. In silenzio.

Ho sempre accantonato il mio dolore, non voglio che i miei fratelli e mio padre stiano ancora male. Loro sembrano essere andati avanti con le loro vite. Certo, parliamo spesso di mamma ma il punto è che loro hanno messo da parte il dolore e riescono a sentire la mamma nel cuore. Ma io? Non riesco a sentire la sua presenza. Non l'ho più sentita. Non riesco più a provare emozioni vere. Devo essere davvero una grande attrice, se nessuno capisce che fingo da un anno a questa parte. O magari lo capiscono e lo ignorano, sperando che un giorno anche io possa finalmente metterci una pietra sopra.

Mamma era un'astronoma, l'universo era la sua grande passione e, grazie a lei, è anche la mia.

Il mio nome lo ha scelto lei. Skye. Mi chiamo Skye. Un po' come Sky, cielo. Sono nata la notte del 10 Agosto, quando il cielo si era riempito di stelle cadenti. Mi ha sempre detto che io ero il suo cielo, che amava osservarmi e che ogni giorno le facevo provare le emozioni che si provano in una notte di stelle cadenti. Felicità, stupore, gratitudine ma anche tristezza e delusione quando non ne vedi nessuna.

Voglio sentirla di nuovo con me. Ho bisogno di lei, di sapere che è con me.

Voglio che il mio cuore torni a battere, deve farlo.

Voglio tornare a vivere, ne ho bisogno. Non posso perdermi i momenti migliori della mia vita, perché nonostante tutto il dolore e le difficoltà io sono ancora viva. E mi merito di vivere.

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Ciao belle!
Ho deciso di scrivere questa storia e spero davvero che vi appassioni tanto quanto ha appassionato me scrivendola.
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A presto,
sari 🍓

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