Claudio l'ammazza caffè

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Andrea's POV

L'aria all'interno del bar mi rilassò subito appena entrata. Era un locale vecchio stampo, come si vedono nei film anni 70. La luce era soffusa e tendeva all'arancione. C'erano vari tavolini circondati da comodi divanetti per sedersi. Era un posto molto silenzioso ed accogliente ed infatti i clienti non mancavano. Adoravamo quel posto, quando lo scoprimmo, alcuni anni prima, diventò una meta abituale.

Passammo davanti al bancone del bar e salutammo il proprietario.

- Ehi Jo, come te la passi?

- Ragazzi! Ieri non vi ho visto, mi stavo preoccupando – scherzò, continuando a pulire le tazzine.

- Colpa mia, avevo una partita di basket e non siamo potuti passare. – dissi, dirigendomi al solito posto

Riccardo mi seguì e ci sedemmo.

- Allora, come sono andati i festeggiamenti ieri sera? – Mi chiese

- Non ne parliamo, sono tornata a casa distrutta, non finivano più. – risposi con una smorfia

- Posso capirti, anche io sono tornato tardi. Non sono riuscito a fare niente.

- Bhè... Questa non è sicuramente una novità.

Mi tirò uno schiaffo sul braccio mettendo il broncio.

- Su su, non fare così. Dimmi invece come va con Clary, è da tempo che non la vedo. – dissi facendo un cenno al cameriere

Riccardo prese a sfogliare distrattamente il menù che ormai conosceva a memoria.

- Come sempre, i soliti alti e bassi. In questo periodo litighiamo meno, penso che le cose si stiano sistemando piano piano.

- Non mi sembri troppo convinto...

- Cosa vuoi che ti dica? Le voglio bene e sto bene con lei. È una ragazza adorabile, non potrei trovare di meglio.

- Non credo che volergli bene basti, ogni quanto scopate? – gli chiesi guardandolo.

Alzò la testa di scatto e il suo colorito diventò di un rosso accesso.

- Cosa... Io... C'è... Non saprei... C'è ... Nel senso... Oioi che razza di domande sono? – balbettò passandosi una mano dietro ai capelli.

- Okay la situazione è più grave del previsto – ridacchiai

Intanto il cameriere ci prese le ordinazioni e in pochi minuti avevamo le nostre bevande davanti.

- Senti, in una relazione non c'è solo il sesso. Io e Clary stiamo bene insieme, questo basta.

- Okay okay, se mi dici così mi fido. - risposi alzando le mani – Mi sembra solo strano.

Lui sbuffò e riprese a bere il caffè americano che aveva ordinato.

- Come fai a bere quei beveroni lo sai solo te, è acqua con un retrogusto lontanissimo di caffè.

- E come fai a bere quei beveroni alla frutta lo sai solo te. – Controbatté

- Si chiamano frullati ed oltre ad essere buonissimi fanno bene

- Sembri mia nonna

- Allora tua nonna dev'essere fantastica

Il pomeriggio passò così, tra risate e battibecchi, poi ci ricordammo che avevamo i nostri doveri da universitari che ci chiamavano. Tornata a casa infatti mi tuffai sui libri e lì mi addormentai qualche ora dopo scordandomi di impostare la sveglia.

***

Un forte rumore mi fece svegliare di colpo. Alzai la testa e mi resi conto di essere vestita con gli abiti del giorno prima e ancora seduta alla scrivania. Mi guardai allo specchio. Avevo i capelli che maga magò levati, e delle occhiaie che mi prendevano mezzo viso. Che splendore. Guardai l'orologio e sbiancai. Cazzo le dieci e quarantacinque. Avevo quindici minuti per darmi una sistemata e presentarmi all'università. Corsi in bagno e feci una doccia alla Bolt e mi vestii ancora più veloce. Mi catapultai fuori e corsi come una pazza verso la struttura scolastica. Quando entrai in aula, o meglio, quando feci irruzione, erano già tutti seduti e la professoressa di lettere aveva appena iniziato a spiegare.

La diversità ci rende similiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora