Riccardo's POV
Dopo essermi separato da Andrea mi diressi verso casa. Arrivai che era già l'ora di cena e come al solito i miei non c'erano e mangiai da solo. Nella mia testa avevo già in mente un programma ben definito: cenare, doccia e poi studiare. Dovevo ancora leggere per bene gli appunti di genetica. Ovviamente non avevo messo in conto che ancora non mi ero sentito con Clary.
Mi arrivò un suo messaggio mentre ero in bagno pronto ad entrare in doccia. Non le risposi subito. Prima volevo farmi una bella doccia rilassante. Appena finito cominciai a rispondere a tutti i messaggi che mi aveva mandato. Era un pochino alterata perché non le avevo risposto subito, ma le spiegai il motivo e sembrò calmarsi.
Parlammo circa fino a mezzanotte e fissammo di incontrarci per uscire insieme il pomeriggio del giorno dopo. A quel punto il sonno prese il sopravvento sullo studio e mi misi a letto. Fortunatamente domani la mia prima lezione cominciava verso metà mattina. Mi sarei potuto alzare presto per recuperare.
Così feci. La mattina mi svegliai abbastanza presto e riuscii anche a fare colazione con mia madre. Aveva fatto i pancake e ne mangiai a volontà. La mia scusa, in risposta allo sguardo stupito di mia madre, fu "Per studiare ci vogliono energie" e lei per controbattere disse "Si ma non sei mica una centrale nucleare". Dopo averla salutata se ne andò via di corsa per il lavoro e io mi chiusi in camera mia dove finalmente presi in mano genetica.
Finii di studiare giusto in tempo per vestirmi e andare alla lezione mattutina. Visto che nel pomeriggio dovevo uscire con Clary decisi di vestirmi decentemente. Mi infilai i pantaloni lunghi buoni e una polo bianca quasi anonima. Provai anche a pettinarmi i capelli e ad usare del gel. Devo dire che ottenni un bel risultato.
Afferrai chiavi di casa, portafoglio e libri ed uscii di casa diretto verso lezione. Fu molto interessante e riuscii anche a non distrarmi e prendere appunti. Quei pancake avevano fatto miracoli. Finita la lezione mi diressi verso il bar che si trovava nei locali dell'università insieme ai miei compagni e amici di corso per pranzare. Non avevo tempo di tornare a casa se dovevo uscire con la mia ragazza.
Finito il pranzo ecco, nuovamente, l'incubo, o almeno così lo chiamavo io. Ogni volta che dovevo uscire con Clary, mi saliva un'ansia assurda mista a terrore. Non so perché. Mi aumentava il battito e qualche volta cominciavo anche a sudare, infatti mi portavo sempre una maglietta di ricambio. Per fortuna questa volta non ne ebbi bisogno, ma comunque quella sensazione opprimente continuava sempre a schiacciarmi il petto. Probabilmente era perché l'amavo e volevo che stesse bene insieme a me. Alla fine, visto che non mi piaceva sentirmi così, avevo imparato più o meno a gestirla attraverso la respirazione e mettendomi a pensare ad altro.
Ormai mancava poco e mi diressi fuori dalla facoltà dove ci eravamo dati appuntamento. Dopo poco arrivò anche lei. Capelli castano chiari, ricci e lunghi fino a sotto le spalle. Gli occhi verdi risaltavano sulle sue guance contornate da lentiggini e labbra sottili. Non era né troppo magra né troppo in carne e si vestiva sempre bene. Era considerata da tutti una diva e lei non li smentiva. Con me però a volte era diversa e, sotto sotto, assomigliava ad un cucciolo indifeso ed era questo che mi aveva colpito. Sembrava appunto che il suo modo di porsi fosse più una corazza apparente, ma con me sembrava togliersela.
Ci salutammo con un bacio lungo e profondo. Praticamente alla fine avevo il rossetto pure io.
-Sei bellissima oggi! – le dissi
-Grazie tesoro, anche tu non sei niente male. Dove ce ne andiamo di bello?
-So che in alcuni negozi oggi ci sono gli sconti se ti va.
-Amore, sei fantastico!
Odiavo andare a fare shopping, ma sapevo che a lei piaceva e volevo che fosse felice. Ci dirigemmo verso il centro della città ed entrammo in svariati negozi. Ci fermammo anche ad un certo punto in un caffè per fare una pausa per poi ricominciare subito dopo. Alla fine ero diventato semplicemente un portaborse.
Se avessi dovuto scegliere una parola per descrivere quel pomeriggio avrei scelto "Noia", però per la vedevo sorridente e quindi provai a mascherare il mio stato d'animo. Probabilmente non ci riuscii bene perché notai che ad un certo punto anche il suo sorriso cominciò a svanire. Quando uscimmo dall'ultimo negozio della giornata mi prese da una parte e li cominciò l'ennesima discussione. Ormai andavano avanti già da un bel pezzo.
-Se non ti andava di fare shopping me lo potevi dire- mi disse.
-Lo sai che non mi piace molto eppure ti accompagno lo stesso.
-Io direi che non ti piace per niente, visto come ti vesti di solito.
-Facciamo finta di non aver sentito quest'ultima frase...
-Perché ti scoccia sentire la verità?
-Ora mi devi dire dov'è che ti avrei dovuto portare? In libreria o a visitare un museo?
-Mi stai dicendo che sono stupida?
-No, ci mancherebbe! Stò dicendo che, visto che io ti voglio bene e so cosa ti piace e faccio di tutto per farti felice, forse anche tu potresti fare uno sforzo e magari accompagnarmi in un posto che piace a me.
-L'altra settimana siamo andati a vedere la mostra di arte moderna.
-Si che culo... dopo mezz'ora di sbuffate e di sguardi accigliati siamo usciti e ti ho dovuto portare al cinema a vedere un film romantico per farti cambiare umore.
-Non è colpa mia se a te non piacciono e poi mi è sembrato che ti sia piaciuto.
-Eh certo è sempre colpa mia vero?!
-Non sono mica io che vado in giro con il muso da tutto il pomeriggio.
-Perché se ti avessi detto cosa non andava sarebbe cambiato qualcosa?
-E che ne so io scusa?! Non hai detto niente.
-Sai di solito in una coppia ci si dovrebbe capire a vicenda.
-Non è che però ti possa leggere nella mente.
-Stai tirando fuori un mucchio di scuse che non stanno in piedi.
-No io ti sto dicendo solo che dovremmo parlarne Riccardo.
-Sai mi sembra di averci provato Clarissa. Purtroppo però ogni volta che lo facciamo non vuoi sentire la verità e alla fine per accontentarti mi tocca darti ragione.
-Non ho mica detto di avere sempre ragione.
-Senti sai che c'è? La vuoi sapere tutta la verità? Eccotela!
-Vai spara signor so tutto io che studia medicina e si crede di essere superiore a me solo perché io ho deciso di finire con gli studi.
-Ah certo giochiamoci la carta del cucciolo indifeso. Da quando ci siamo messi insieme, non facciamo altro che litigare e ogni volta tu non vuoi sentire ragioni. Io sono stanco di tutto questo. Mi sembra ogni volta di andare a sbattere contro un muro di mattoni insormontabile. Ogni volta che usciamo facciamo sempre e solo quello che piace fare a te e mai una volta ti ho sentito chiedermi come stavo o se mi piaceva fare altro. Ogni benedetta volta te ne esci con "Eh ma potevi dirmelo" e quando una volta ti rispondo tu cominci a piagnucolare e a dirmi che non ti voglio bene. Beh sai che ti dico? Mi sembra che invece sia tu quella che non prova niente per me e che mi usa soltanto come bancomat e portaborse.
Da quanto avevo urlato avevamo attirato lo sguardo di molte persone che passavano di lì. Clary rimase immobile e ascoltò tutto quello che le dissi senza muovere un muscolo. Appena ebbi finito non mi disse niente. Afferrò tutte le borse che le stavo portando e mi lasciò lì solo come un cane. Avevo esagerato. Non le dovevo dire quelle cose, come non le avrei dovute dire a nessun altro. L'avevo trattata malissimo. Mi salirono le lacrime agli occhi. Cominciai a singhiozzare. Non riuscivo a fare un passo. L'unica cosa a cui pensai fu Andrea.
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Sleepy__Ash_
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La diversità ci rende simili
RomanceI migliori amici si dicono tutto. E' davvero così? Perché Andrea e Riccardo potrebbero nascondersi qualcosa a vicenda. Tra baci segreti, relazioni tirate a forza, risate e compagnie, la storia si scrive da sola. Il libro è scritto in collaborazione...