Andrea's POV
- Ehi Jo – dissi appena entrata nel bar
- Ciao ragazza! Sei da sola oggi? – mi salutò mentre serviva due caffè ad un cliente
- In realtà pensavo ci fosse già Riccardo, tu l'hai visto?
- No tesoro, di qui non è passato.
- Mhh okay, mi puoi fare un caffè? – Gli chiesi mentre mi sedevo al bancone
- Arriva
Dopo aver bevuto la dose giornaliera di caffeina ed aver scambiato due chiacchiere con Jo tornai all'università; Mi mancava ancora un'ora di lezione. Entrai in aula ed ovviamente Azzurra era già seduta al suo solito posto. Mi accasciai accanto a lei buttando a terra lo zaino.
- Vedo che ancora non ti sei ripresa dalla conversazione di due ore fa. – Scherzò lei appena mi vide
- Sono solo stanca, sto aspettando che il caffè entri in circolo.
- Certo. Si si ovviamente.
Le tirai una gomitata mentre controllavo svogliatamente il cellulare. Mi accorsi di avere un messaggio da parte di Riccardo "Ho litigato con Clary, ci vediamo da Jo?".
Non era certo una novità. Erano più le volte che litigavano che quelle in cui andavano d'accordo. Comunque gli risposi "Ho un ultima lezione, dammi un'ora ed arrivo".
- Problemi con Clary immagino. – ipotizzò Azzurra.
- Già... ma tanto non vorrà parlarne.
Ed infatti fu così. Dopo essere uscita dall'aula mi diressi subito da Jo ed aspettai Riccardo al solito tavolino. Lui arrivò qualche minuto dopo, era abbastanza scosso, più delle volte precedenti. Mi salutò con un cenno e si sedette di fronte a me.
- Non mi avevi detto che saresti uscito con lei. – gli dissi
- Si lo so, è stata una cosa decisa ieri sera.
- Ed è andata così male?
- Una merda. Le solite stronzate. Comunque non parliamone. A te com'è andata oggi? – mi chiese alzando lo sguardo
- Mah come sempre. Ho avuto le lezioni. Sono stata sempre all'uni, a parte quando sono venuta a prendere un caffè qui. – risposi alzando le spalle
- Ma non era oggi che arrivava la nuova assistente della prof di lettere?
- Sì, l'abbiamo conosciuta stamani.
- E com'è?
- Mah... Normale. Non ha fatto più di tanto. Aiutava la prof e parlava con lei. – Divagai
- Mhh capito, gli allenamenti come vanno?
Tirai un sospiro di sollievo. Aveva cambiato discorso.
- Dalla partita non ne ho fatti altri, ce li ho domani.
Lui annuì e rimanemmo a parlare quasi tutto il pomeriggio del più e del meno. I tasti Clary ed assistente non furono più toccati. Mentre stavamo ridendo sulle ultime conquiste di Paolo vidi passare fuori dal bar una ragazza. La riconobbi subito.
- Senti Ric, inizia a farsi tardi e devo studiare. Ci sentiamo domani okay? – gli dissi alzandomi e prendendo la mia roba.
- Sì tranquilla, tra poco vado anche io.
Ci salutammo e, dopo aver fatto un cenno a Jo, uscii precipitandomi dietro alla ragazza fino a quando non l'affiancai.
- Sai.. Non mi hai ancora detto il tuo nome.
Lei si girò di scatto.
- Oddio! Adesso fai anche gli agguati? – disse mettendosi una mano sul petto e riprendendo a camminare
- Ahahah no di solito no, ero qui e ti ho vista.
- Farò finta di crederci.
- Allora il tuo nome?
- L'ho già detto davanti tutta l'aula, peccato che tu sia arrivata tardi – rispose sempre con il solito sorrisino ed alzando le spalle.
- Allora facciamo così. Ti offro da bere, così mi farò perdonare e tu mi dirai il tuo nome. – le proposi
- Mi offri da bere alle sei? Prima di cenare?
- Sì, un aperitivo. Andiamo.
Non ebbe il tempo di replicare che la presi sotto braccio e la portai in un piccolo locale nelle vicinanze.
Ci sedemmo ad un tavolino al suo interno ed ordinammo.
- Allora dimmi... Come mai fai l'assistente alla prof? Era il tuo sogno nel cassetto – le chiesi mentre sgranocchiavo qualche nocciolina.
- Sei simpatica quanto un mattone in faccia. Comunque no, studio e ho bisogno di soldi per poterlo fare.
Sorrisi per l'analogia ed annuii.
- E come ti trovi?
- Bene, a parte il caffè. - disse alzando le spalle e bevendo lo spritz che aveva ordinato
Risi per la sua affermazione.
- Vabbè dai... Ci sono altre cose che valgono la pena di quel caffè – feci una smorfia ripensando a quel sapore orrendo.
- Ah si? Tipo? – mi chiese con un sopracciglio alzato.
- Ma che domande! Me ovviamente! – dissi indicandomi con entrambe le mani con un gesto quasi plateale.
Lei rise e dopo un po', mentre dava un altro sorso dal bicchiere, rispose:
- Può darsi.
Rimanemmo un'altra mezzora a parlare. Non riuscivo a smettere di guardarla. Era davvero bellissima e quel sorrisino che faceva ogni tanto faceva impazzire il mio intero sistema ormonale.
- Si è fatto tardi, ora devo proprio andare. – disse guardando l'orologio.
Annuii e controvoglia mi alzai andando a pagare, dopodiché uscimmo dal locale.
- Grazie per l'aperitivo, ci vediamo domani a lezione
- Figurati... Sì a domani. – la salutai
Lei si girò e si incamminò via. Io rimasi come un ebete a fissarla. Fatti quattro passi si fermò e tornò indietro.
- Scusami ho dimenticato una cosa.
Mi arrivò vicina e si sporse verso di me sfiorandomi con il suo corpo. In quel momento andai in tilt. Mi aumentò la sudorazione ed il cuore prese a battere all'impazzata. La osservavo immobile. Continuava ad avvicinarsi. Il suo viso sempre più vicino al mio. Aveva un sorriso che le illuminava il viso. Bellissimo. Chiuse gli occhi e continuò ad avvicinarsi. Quando fu a circa un centimetro la sua testa virò e si diresse verso il mio orecchio.
- Mi chiamo Silvia e tu hai bisogno di una doccia fredda. – mi sussurrò.
Detto questo, si ritrasse e dopo essersi girata si allontanò a piedi.
Porca puttana...
Aveva ragione, avevo bisogno di una doccia fredda.
Con un sorriso a 24 carati stampato sul viso, mi misi lo zaino in spalla e mi incamminai verso casa.
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lau9933
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La diversità ci rende simili
RomanceI migliori amici si dicono tutto. E' davvero così? Perché Andrea e Riccardo potrebbero nascondersi qualcosa a vicenda. Tra baci segreti, relazioni tirate a forza, risate e compagnie, la storia si scrive da sola. Il libro è scritto in collaborazione...