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Il giorno dopo Mattia mi sveglia presto: un altro giorno di scuola ci aspetta.

La testa mi esplode nello stesso momento in cui i ricordi si fanno avanti.

Non posso averlo fatto davvero, non posso aver detto tutte quelle cose, dev'essere frutto della mia immaginazione.

Mi tornano in mente le parole di Luca:

"Quando domani ti ricorderai di tutto questo non vorrai più alzarti dal letto, te lo giuro"

Oh, puoi scommetterci Partenzi, non mi alzerò per niente al mondo.

"E dai, Tess. Nessuno ha sentito niente a parte me e Luca. Lui non ti prenderà in giro, tranquilla. Poi ci sono io" cerca di consolarmi Matt.

Sapendo che avrei fatto questa scena mi ha svegliato molto prima.

"Non farmi mai più bere in vita mia, ti prego" lo supplico.

Ci ho provato con la persona che odio di più al mondo sapendo che è fidanzato con una mia amica.

Mi faccio schifo.

"Devo parlare con Luca" ammetto una volta pronta.

Mattia annuisce, a quanto pare sa cosa voglio dirgli.

Scendo giù nella speranza di trovarlo e fortunatamente è in cucina che sta mettendo a posto le cose per la colazione.

Il mal di testa non mi è ancora passato, ma decido che non mi interessa.

"Ehi, posso parlarti?" domando titubante.

"Se ti dicessi di no lo faresti lo stesso, quindi sì."

Sorrido, perché anche se è strano in fondo mi conosce.

"Quello... ciò che è successo ieri sera... io... ero solo ubriaca, ecco. Non penso davvero quelle cose, ti odio ancora" cerco di giustificarmi.

Lui ride: "Secondo te non lo avevo capito? Ti ho trovata a parlare con una bottiglia di vodka vuota, Teresa."

Annuisco e abbasso lo sguardo.

"Tranquilla, però. È acqua passata, possiamo tornare a odiarci facendo finta che non sia successo niente" mi rassicura.

Sorrido e gli tiro una pacca sulla spalla.

"Perfetto... be', grazie."

Detto ciò esco di casa e aspetto Matt, che arriva pochi minuti dopo.

"Pronta per ginnastica?"

Annuisco: come sempre avevo preso la mia roba dal suo armadio.

Anche io avevo metà vestiti da me e metà da lui.

Arrivati a scuola le ragazze mi prendono da parte.

"Voi non potete immaginare cosa ho fatto..." comincia Giulia.

Tutte siamo curiose di saperlo, persino io, per confrontarlo con le nostre esperienze.

Spero di non essere quella con la storia peggiore, che ovviamente non racconterò.

"Ho chiamato mia madre dicendole che poteva smettere di pensare che fossi vergine. Perché stasera lo farò! le ho gridato" ci confessa piena di vergogna.

Mi trattengo dal ridere: se lo avessi fatto io sarebbero partiti ceffoni a go-go.

"Tranquilla, io ho detto la stessa cosa a mio padre dopo averti sentita" ammette Olivia.

Stavolta non posso far a meno di ridere e le altre mi seguono.

Mio padre sarebbe venuto subito a prendermi proibendomi di uscire per il resto della vita.

Obbligo o Verità?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora