8

30 1 0
                                    

"Quanto dobbiamo aspettare ancora?" inizia a lamentarsi.

Già dovevo sopportare lui, adesso pure le sue lamentele.

"Luca, non iniziare. Quando usciranno lo vedrai" sospiro ammonendolo.

Lui rotea gli occhi visibilmente scioccato: "Che palle."

Ci sono volte in cui sembra che sia il più temuto della scuola, quello tenebroso di cui tutti hanno paura, altre in cui gli rideresti in faccia per le bizze da bambino di tre anni che fa.

Adesso mi verrebbe da ridergli in faccia.

Un frastuono di voci però mi riporta alla realtà: i bambini stanno uscendo.

Mi lascio andare in un sospiro liberatorio, finalmente posso riportare Giulio a casa e dimenticarmi di tutte le conversazioni avute con Luca.

Ma certo che no, la fortuna non sta mai dalla mia parte.

Giulio viene di corsa verso di noi e appena vede Luca gli salta quasi addosso.

Si battono il cinque, si stringono i pugni e dopo fanno una specie di farfalla con le mani: è il loro saluto da una vita.

"Andiamo a fare merenda al bar?"

Con bar, Giulio intende il bar all'angolo.

Sulla faccia di Luca appare il ghigno di chi sta per fare qualsa, e non è mai niente di buono.

Lo guardo male cercando di capire cos'ha in mente, ma lui non ricambia.

Sospiro e annuisco in risposta a Giulio e lui inizia a correre verso il bar gridando: "Merenda, merenda!"

Tutto normale.

Roteai gli occhi: "Non fare cazzate" ammonisco Luca, anche se già so che non mi ascolterà.

Quando mai il grande Luca Partenzi mi ascolta?
Mio fratello è già corso dentro al bar così entriamo anche noi.

"Ehi, guarda chi si rivede!" mi saluta il barista.

Luca lo guarda con fare minaccioso per poi calmarsi e cingermi la vita con un braccio.

Oh mio dio.

Quando usciremo gli darò una strigliata che si ricorderà per un pezzo.

"Sei già stata qui, amore?" mi chiede.

Mi ha appena chiamata amore?

Divento immediatamente rossa dalla vergogna per la scenata che sta facendo, ma poi mi riprendo e gli rido in faccia.

Il duro della scuola, quello che fa paura a tutti senza vergognarsene, che mi chiama amore?

Rido di nuovo.

È il suo sorriso, che vela una sottospecie di minaccia, che mi fa smettere di ridere.

Mi sono già vergognata abbastanza, quindi decido di assecondarlo per non risultare una disperata.

"Già" mi limito a dire.

Giulio è rimasto per tutto il tempo impalato a guardarci cercando di capirci qualcosa, poi Luca gli ha lanciato un'occhiata e lui ha capito tutto.

Perché quando gli lancia le occhiate Luca capisce al volo, mentre quando gliele lancio io mi fa la linguaccia?

Brutto mostriciattolo ingrato.

"Allora, cosa vi posso servire?" ci chiede il barista infastidito.

Noto per la prima volta che sulla sua divisa, in alto a destra, c'è scritto Marco: immagino sia il suo nome.

Obbligo o Verità?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora