Mi è perfettamente chiaro che ho fatto qualcosa di terribile. Un gesto piccolo ma dal peso incalcolabile.
L'immagine di una chiave che scatta nella serratura ride sul fondo della mia testa. Si aggrappa lentamente alle pareti della mia mente, arrampicandosi con le sue enormi zampe di polvere. Non raggiunge mai la superficie però, quasi come se volesse prolungare l'agonia.
Chiudo piano la lettera del mio vecchio cuore, quasi come se farlo troppo in fretta potesse scatenare un rumore infernale. Ma forse lo faccio solo perché ho paura di risentire quelle parole che mi urlano contro così bene da quella carta. Non ho riletto tutto veramente. Per la seconda volta ho rincorso le lettere che si susseguivano senza vedere veramente qualcosa.
A pochi passi da me il piccolo lupo balza qui e là con la tipica goffaggine dei cuccioli. Io lo osservo seduta a gambe incrociate nell'erba alta.
In lontananza il cielo è tinto di viola scuro. Uno stormo di uccelli si piega in forme circolari che sembrano respirare di vita propria, portando con sé lembi scuri di tempesta. Di tanto in tanto il brontolio dei tuoni si alza insieme al vento furioso che mi sposta i capelli sul viso. All'orizzonte le montagne hanno un profilo così strano che pare di osservare la spina dorsale di un mondo troppo magro spuntare dalla terra.
Alzo lo sguardo verso la casa del Santo. Uno scaccia-spiriti di legno oscilla vicino alla porta d'entrata. Gli oggetti sulla casa si muovono pigri in un coro di tintinnii e suoni metallici disparati.
Per un momento ho la sensazione di aver già vissuto tutto questo: io nell'erba alta, i capelli nel vento che urlava, ma nella luce, tanta luce. Per un attimo mi aspetto che qualcuno appaia alle mie spalle ma è solo un grande lampo che incendia l'oscurità.
Qualche secondo dopo si profila all'orizzonte la figura di Giglio Cangiante. Accanto a lui è tornato il maestoso lupo grigio. Il mio cuore di pelo pare accorgersene subito perché alza di scatto la testa ruotando le orecchie indietro e poi, quando le due figure sono ormai vicine, indietreggia e mi sale in grembo per nascondersi tra i miei capelli.
«Sei qui», sussurra l'indiano nella mia mente, toccandosi la radice del naso con due dita e poi indicandomi (uno strano gesto che non comprendo).
«Sono qui», le mie parole si perdono nel vento. Come sempre mi sembra strano parlare a Giglio: è come se parlassi a voce alta con me stessa.
Giglio Cangiante si siede di fronte a me a gambe incrociate e schiena dritta. Per un attimo riesco a vedere dei calli spessi sotto i suoi piedi nudi e mi stupisco perché sembrano così reali.
«Chi è il tuo lupo?», chiedo, lanciando uno sguardo verso Vento che Corre che si tiene a debita distanza, «Anche lui è un cuore?»
Giglio sorride scuotendo la testa e mi pare un riflesso dimenticato. Poi alza gli occhi verso la tempesta prima di tornare nella mia mente: «Prima di giungere a Pietra dei Ladri ho vagato molto nella Foresta delle Allucinazioni. È un luogo insidioso, non di certo perché vi abitino creature spaventose, ma... lì dentro respirano paure che non si pensa neanche di contenere»
«Cosa hai visto?», chiedo, cercando un tremito nei suoi occhi che però restano limpidi.
«Ero una persona vera», risponde Giglio, «non ero il frammento di nessuno»
«E questo ti spaventa?», chiedo confusa, «Non dovrebbe essere una cosa bella?»
«Bellissima», l'indiano raccoglie un po' di terra e la sfrega tra le mani, «ma mi terrorizza. Essere una persona intera. Non hai più nessuna scusa se ti senti mancare qualche pezzo». Lo sguardo resta fisso sui palmi sporchi di terriccio, solo la sua voce torna: «Sono riuscito a uscire dalla foresta solo perché Vento che Corre è apparso e io l'ho seguito. Non so chi veramente sia, anche se mi piace pensare che sia parte del Grande Spirito»
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Ciscandra - Personality Disorders || 2° Libro
FantasíaE dopo il Mondo Bipolare? Dove conduce quella misteriosa porta sul nulla che Ciscandra ha appena aperto? Sei pronto a scoprire perché nel piccolo paesino di Dissociation le case hanno tutte le pareti piene di cassetti colorati? E se ti dicessi che è...