Capitolo 7: la Bassa Marea

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Le goccioline di sudore le scivolarono silenziosamente seguendo le morbide rughe del viso. I tendini delle gambe erano al limite, così come lo era tutto il suo corpo, ma una volta che alzò lo sguardo in fondo al sentiero e lo vide, Marienne continuò a correre più determinata di prima. Il rumoreggiare dell'acqua e degli pochi uccelli rannicchiati sulle fronde dei fitti alberi era per lei solo un ronzio ovattato per via delle cuffiette ben piantate nelle orecchie. Non era la prima volta che Marienne usava la corsa per buttare alle spalle i pensieri negativi, ma quella volta era diverso. Malgrado la telefonata di pochi giorni prima del detective Fisher le aveva ridato un briciolo di speranza, la mente la rimandava sempre all'immagine del "suo piccolo e indifeso ometto in balia di uomini rudi e senza morale in un lurido penitenziario". Per scacciare questi pensieri, Marienne decise di svegliarsi presto quella mattina e di correre come non aveva mai fatto prima.

Il battito del suo cuore, martellante nell'orecchio, andò a sovrastare quello della musica quando, senza accorgersene, si ritrovò finalmente al di fuori della folta pineta. La vista del Flathead Lake la riempiva ogni volta di gioia, non solo per la nomea che il lago aveva di "più pulito al mondo", ma soprattutto per la particolarità che lo rendeva unico ai suoi occhi. Nel corso delle sue interminabili ore di jogging, infatti, aveva scoperto un fenomeno tanto unico quanto raro per un lago: la bassa marea. Ogni settimana, infatti, il livello dell'acqua si abbassava di una decina di metri, lasciando così riaffiorare in superficie una sottile passerella di rocce che rendeva possibile raggiungere a piedi l'altrimenti isolata Wild Horse Island

Marienne sapeva che per raggiungere il suo "piccolo angolo di paradiso" avrebbe dovuto sbrigarsi, ma arrivata sulla sponda del lago si bloccò. Nonostante l'avesse vista diverse volte, non riusciva ancora ad abituarsi a quella stupenda vista: l'umidità della terra bagnata dalla rugiada della mattina, una volta riscaldata dai primi raggi del sole, si sollevava in una imponente nuvola di vapore che si distendeva sopra tutto il lago. Quella sublimazione, così come il verde degli alberi sulle sponde e il blu del cielo parzialmente coperto, si rifletteva nelle acque agitate del lago donando al panorama un aspetto intimidatorio e magnifico al tempo stesso.

Con dei balzi attenti e precisi, Marienne riuscì ad arrivare agilmente dall'altra parte del sentiero temporaneo sull'acqua. Una volta sull'isolotto, la donna in tuta sportiva nera si diresse nel suo posto speciale e, scegliendo la sua canzone preferita sul lettore mp3 attaccato al braccio, cominciò ad ispirare profondamente. La fredda aria della mattina si riversò immediatamente nei suoi polmoni, mentre espirando cercò di scacciare via tutto le preoccupazioni e lo stress accumulato in quel difficile periodo. Pochi minuti dopo, quell'esercizio di rilassamento ebbe l'effetto voluto: un piccolo brivido di benessere le passò dalla cima della testa fino alla punta dei piedi, provocandole un leggero sorriso. Marienne ricontrollò l'orario: era in ritardo e il livello dell'acqua stava cominciando a risalire. Si precipitò lungo il sentiero già parzialmente coperto dall'acqua e incominciò a percorrerlo a ritroso verso l'altra sponda.

Era ormai a metà del sentiero per ritornare dall'altra parte, quando il piede sinistro le scivolò su una roccia più bagnata delle altre, facendole perdere l'equilibrio. Il piede le si incastrò tra due grandi massi, intanto che il livello del lago avanzava inesorabile facendo svanire il percorso di rocce sott'acqua. Il dolore della caviglia intrappolata tra i massi aumentava ad ogni tentativo della donna di liberarsi da quella tagliente morsa.

«Aiuto! Qualcuno mi aiuti!» gridò a squarciagola la donna, senza però ottenere nessuna risposta.

Il livello dell'acqua gelida le era arrivato alle ginocchia e continuava inesorabile ad aumentare. Non vedendo nessun'altra alternativa, Marienne digrignò i denti poco prima di cercare di strattonare il piede con entrambe le mani. Il rumore delle caviglia che si lussava andò a unirsi all'urlo di dolore lancinante emesso dalla donna che si propagò in tutta la vallata.

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