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"And we are all
just fighting
to survive a world
where
I miss you
doesn't mean
I'm coming back
and
I love you
doesn't mean
I'll stay"

*

FLASHBACK PT.2

HARRY'S POV

Chasity ed io eravamo praticamente cresciuti insieme. Noi avevamo condiviso tutto. Qualunque cosa. Avevamo condiviso anche molte prime volte. Ricordavo ancora la prima volta che l'avevo baciata. Eravamo stesi sul mio letto, e io la guardavo... ammiravo il sole che era. Illuminava tutto il mio mondo. Dannazione, era tutto il mio mondo. Era il sole e mi dava calore. Il suo sorriso mi dava luce. Molto probabilmente, era la ragione per cui ero stato tenuto sulla terra per molto altro tempo ancora. La mia intera ragione di esistere.

Quando me lo disse per la prima volta, mi guardò semplicemente negli occhi e parlò: "Ti amo, Haz". Quelle parole si ripetevano nella mia testa ogni giorno, come una canzone senza fine. Lei mi aveva scelto, nonostante ciò che ero e nonostante le sue paure. Quando mi ero ammalato, lei era stata al mio fianco, in ogni momento. Ai primi sintomi, aveva insistito spesso che mi facessi controllare, nonostante io fossi scettico. Quando mi decisi, mi diressi verso il dottore, l'avevo fatto per lei. Solo per lei. Molto probabilmente, se non mi avesse convinto non avrei mai saputo della malattia, e alla fine sarebbe stato troppo tardi.

Ricordavo ancora che quel giorno i miei piedi battevano sul pavimento dell'ospedale. Quando subito dopo la notizia mi diressi verso casa sua, una volta dentro, ricordai di essermi seduto sul suo divano, evitando il suo sguardo, evitando le sue domande. La voce di Chasity tremava. Si sedette vicino a me e mi prese la mano per stringerla. Avevo gli occhi lucidi, una mano nei capelli. Lei era stata con me tutto il tempo, dopo averlo saputo.

Sentivo dei brividi su per la schiena quando la realtà mi colpiva: questa donna... era tutta mia.

Con un profondo sospiro, mi voltai e mi trascinai verso il parco con cui, sfortunatamente, avevo preso familiarità ultimamente. Ero stato costretto a uscire poco più di due ore prima da Jonathan, che aveva insistito purché uscissi per prendere un po' d'aria fresca e tornarmene a casa per una doccia necessaria. Passare settimane intere in ospedale non mi aveva fatto bene.

Dovevo ammettere però che l'aria fredda si aggrappò perfettamente a me, facendo scomparire ogni minima traccia d'ospedale. In quel momento, mi resi conto di quanto fossi fottutamente esausto. Oramai non dormivo più, temendo che chiudendo gli occhi mi sarebbe sfuggito qualcosa. Tuttavia, non ero ben accettato lì. La famiglia di Chasity oramai mi odiava e mia madre mi aveva costretto a tornare a casa qualche giorno per riprendermi, promettendomi che se ci fossero state novità su Chasity sarei stato il primo a saperlo. Non aveva funzionato, però. Non mi ero ripreso. Ma almeno avevo iniziato a mangiare, a bere qualcosa, a fare più docce possibili e a dormire almeno qualche ora, minimo.

Ora avevo ricevuto una chiamata dal mio migliore amico e adesso lo vedevo seduto a qualche metro di distanza da me, su una panchina sotto un cipresso. Erano passate tre settimane dopo quella notte, quasi un mese. Chasity non si era ancora svegliata. Tre settimane di dottori che l'avevano sottoposta a test, tentando di ottenere qualsiasi tipo di risposta. Tre settimane di un me stanco che non l'aveva lasciata neanche per più di cinque minuti, trascorrendo le mie giornate e le mie notti rannicchiato su una sedia scomoda al suo fianco, tenendole la mano e godendomi la sua presenza. Non mi ero allontanato neanche un secondo. E se fosse successo qualcosa mentre ero via? E se le fosse mancato qualcosa?

Come Find Me [h.s.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora