"Meravigliosamente
un amor mi distringe
e mi tene ad ogn'ora."
– Iacopo da Lentini, Meravigliosamente*
Fissai la finestra della stanza vuota. Harry mi avrebbe aspettata proprio sul suo letto, in quel momento. Mi ci avvicinai. La mia mano sfiorò il bordo, le sottili lenzuola erano contro i polpastrelli delle dita. Mi sedetti in cima al letto, ricordando che lì stavo stringendo Harry solo due giorni prima.
Deglutii, guardando i fiori che avevo comprato due settimane prima. Avevo avuto l'idea di ridimensionare questo posto e dargli un tocco di felicità, così avevo comprato delle peonie. I loro petali, che una volta erano bianchi, ora erano bordati di marrone, alcuni giacevano sul legno del comò, completamente dorati.
Balzai allo spalancarsi della porta della camera, sorprendendomi per quanto fossi fuori dal mondo. Girai immediatamente la testa verso la fonte del suono, Harry era lì, in piedi a qualche metro di distanza da me. Entrò in camera da letto con passi cauti, le sue spalle si erano abbassate dal sollievo appena vista la mia figura. Mi guardò in silenzio, studiandomi come se mi stesse vedendo per la prima volta, "Ho sperato così tanto che fossi qui." Fu la prima cosa che mi disse. Un tono dolce, silenzioso, come se avesse paura che, se l'avesse sollevato di un po', mi avrebbe spaventata.
"Vieni qui." Allargai le braccia, porgendogliele in lontananza. Lui fu titubante all'inizio, come se avesse paura di toccarmi, ma poi si mosse verso di me e il sollievo accolse il mio stomaco. Mi strinse, e confusione e paura mandarono un brivido lungo la mia schiena. Volevo tenerlo e nasconderlo tra le mie braccia per sempre, ma non ero nemmeno sicura di poterlo toccare senza aver paura di fare qualcosa di sbagliato, qualcosa che avrebbe potuto causargli dolore.
"Ti amo così tanto e non so cosa cazzo ci sia di sbagliato in me e mi dispiace-" Harry iniziò a parlare alla velocità della luce, la sua stretta si fece più forte, il suo respiro si bloccò.
"Harry, oh mio Dio, non dirlo nemmeno-"
"C'è qualcosa di veramente sbagliato in me, Chasity. Se tu avessi potuto vedere il modo in cui quei dottori mi hanno guardato, c-cazzo-" Harry mi stava stringendo ancora più forte, io feci scorrere velocemente la mano sulla sua schiena per aggrapparmi e affondare la faccia nella sua spalla. Afferrai saldamente la sua carne e lo trattenni vicino a me. "Non so cosa c'è che non va in me-" Continuò a dire, poi i suoi piedi fecero un mezzo passo indietro. Improvvisamente si staccò.
"Harry." Lo richiamai dal suo sfogo. Lui incastrò gli occhi nei miei e per un momento tutto sembrò andare bene.
"Sì. Merda. Hai ragione." Annuì, portandosi una mano in testa e chiudendo gli occhi per qualche secondo, "Sono solo stanco e delirante."
Lo afferrai di nuovo per le braccia bianche e inchiostrate, i palmi di Harry strinsero delicatamente i miei avambracci, tornando su di me e piantando baci lungo tutto il lato del collo e la nuca dell'orecchio, "Per qualsiasi cosa, sarò qui, Harry." Sussurrai, gli occhi erano chiusi.
Lui parlò tra i baci, "Mi sei mancata così tanto che mi sento implodere." Non risposi e rimasi a godermi il suo calore, un calore debole, fragile. La sua pelle era di una tonalità quasi traslucida, così pallida e sottile. La maglietta bianca dell'ospedale era sciolta sul suo collo, l'acutezza delle sue ossa mi spaventava mentre le toccavo. Era difficile vederlo così fragile.
Quel magnifico momento, tuttavia, durò poco. Harry si allontanò ancora una volta da me e alzò gli occhi per cercare di collegarli con i miei; i suoi smeraldi erano opachi, quasi senza vita. Non lo sopportavo. Io me ne stetti zitta, ma sentivo dentro di me un'angoscia che mi stava ammazzando. Anche Harry rimase in silenzio, nessuna emozione apparve sui suoi lineamenti. Provai a immergermi nel suo pensiero, ma i suoi occhi ora si erano spostati sulla luna fuori la finestra, la sua mente iniziò a vagabondare. Cercai il senso, cercai di capirlo mentre lui non osava guardarmi in faccia. Eppure, mentre guardava fuori dalla finestra, io lo vedevo: un addio.
Non mi guardava ancora, "Cosa ti hanno detto di dottori?" Chiesi, spaventata.
"Mi hanno detto come sarà." Sussurrò. Io divenni più tesa di quanto fosse possibile.
"Tu... soffrirai?" Provai a chiedere e seguì un silenzio di qualche secondo.
Harry si morse il labbro, poi iniziò a parlare, "Inizierò a mangiare sempre di meno, ma avrò sete. Avrò costantemente la febbre, dormirò molto, non avrò energie, ma no. No, Chas. Non farà male. Mi riempiranno di morfina."
"Sta davvero succedendo?"
Non rispose. Feci un respiro e lui lo notò, sentii il suo sguardo bruciarmi sulla pelle, "Chas..." La sua voce era di velluto, pronunciò il mio nome come se fossero le quattro parole più preziose della mia vita. Alzò le mani e le posizionò sulle mie guance, io chiusi gli occhi e poggiai le mie sul suo collo. Conoscevo quelle mani quasi quanto me stessa. "Non voglio che ti ricordi di me in questo modo." Disse.
Presi una sua mano e la baciai. Mi stavo godendo ogni ultimo istante. Dopo tutto quello che era successo, era confortante sapere che quella semplice intimità esistesse ancora, "Non lo farò."
Il mio viso stava vacillando, il mento mi iniziò a tremare, "Promettimi che mi lascerai andare."
"Cosa?" Scattai con lo sguardo verso di lui, "No. Non posso farlo."
"So che non è nella tua natura, so che non è chi sei. Lo so perché se c'è qualcosa che so davvero, è che tu sei la creatura più bella e buona che abbia mai visto."
"Mi hai fatto promettere che ti avrei amato anche quando te ne saresti andato, lo ricordi? E io lo intendevo. Voglio farlo." Dissi immediatamente.
"Non ho detto che devi dimenticare, Chas." Insistette, "Ma per favore, non passare il resto della tua vita nel passato. Promettimi che andrai avanti."
"I-io non so cosa fare. Non so niente, io... io non sono pronta, Harry." Scossi la testa tristemente, il battito instabile del mio cuore che si spezzava costantemente era sempre così incredibilmente pesante nel mio petto, "Non voglio che mi lasci." Mi guardò, mettendomi i capelli dietro l'orecchio.
"Puoi. Credo in te." Disse lui sottovoce. Dovetti mordermi il labbro molto forte per non piangere. Volevo crollare, urlare.
Non avrei potuto farcela senza di lui.
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Come Find Me [h.s.]
FanfictionIl passato di Chasity Sanders non può essere cancellato. Scorre nelle sue vene, è visibile sulla sua pelle, tutte quelle sensazioni sono il sussurro di un ricordo che vuole tornare da lei.