"Era un uomo riservato,
e benché vivesse di ricordi
non parlava quasi mai del passato."*
Mi svegliai in una sensazione che in quest'ultimo periodo avevo iniziato a conoscere bene, a gradire.
Non ero ancora pronta ad alzarmi. Mi sarei aspettata di trovare l'altra parte del letto vuota, ma non mi preoccupai questa volta. Sospirai a fondo e il cuscino accanto al mio profumava di lui. In realtà non c'era stato bisogno di tenere due cuscini siccome avevamo trascorso l'intera notte intrecciati, così vicini che le nostre teste avevano condiviso lo stesso cuscino. Avevamo dormito insieme in un modo così ingenuo e senza altri fini, e ancora pensavo fosse un sogno, troppo bello per essere vero.I miei occhi si aprirono – uno e poi l'altro – socchiudendoli un po' per la luce del mattino, "Buongiorno." Fu lui a parlare, io sbadigliai e mi alzai di poco, pian piano.
"Da quanto sei sveglio?" Chiesi. Potevo ancora sentire il fantasma di lui vicino a me, del suo respiro sul mio collo. Se mi fossi mossa, avrei rotto l'incantesimo. Patetica, pensai.
"Da un po'." Le coperte mi coprivano completamente, riscaldandomi dal freddo gelido dell'inverno. Lui invece, se ne stava sopra di esse, seduto al bordo del letto, il suo viso sempre così incredibilmente pacifico.
"Potevi svegliar-"
"Vieni a Londra con me."
Ogni muscolo improvvisamente mi stette stretto, come se non riuscissi più a muovermi. Ero lì, a fissarlo con gli occhi sbarrati, incredula. Rimasi in silenzio per troppo a lungo, non sicura su cosa dire o fare, "Cosa?"
La mia domanda gli causò una risatella, "Mi hai capito." A quel punto mi tirai su, mettendomi a sedere e poggiando la testa sulla ringhiera, "Vado via domani mattina."
"Sei serio?"
Annuì, "Mai stato così serio."
"Ma- io non posso andarmene così."'Mi schiarii la voce, "Come faccio con l'università? Cosa dico a mia madre? Io-"
"L'università non è un problema e lo sai."
"E con i biglietti, invece?"'Continuai, "Non pagherai di nuovo questa volta, Harry-"
"Chasity," Mi richiamò e il calore della sua mano entrò in contatto con la mia. La guardai per un po' e poi mi incastrai nei suoi occhi, "puoi – per una volta – non pensare a nulla, per favore? Prendi e parti con me, senza troppi pensieri."
Aprii la mia bocca per rispondere, ma la chiusi un momento dopo. Ero confusa con me stessa. Mi guardò negli occhi e mi sentii più vulnerabile tutt'un tratto. Non sapevo perché avessi questi pensieri, queste insicurezze, ma non potevo farci nulla. Non importa quanto avessi provato a tenerle confinate nei luoghi più profondi della mia mente, quanto avessi provato a scacciarle, non se ne sarebbero andate.
Ero a corto di parole, lottando per mantenere una facciata costante. Mi aveva chiesto di andare con lui. Ricordai immediatamente quando, quel giorno a Londra all'Hyde Park, mi chiese di partire con lui per New York in futuro. In questo caso non si parlava di New York, ma era comunque una proposta che aveva significato per me, soprattutto se uscita dalla sua bocca. Ma non si sarebbero fermati questi dubbi, questi pensieri, queste paure, queste... qualsiasi cosa fossero. Avrebbero continuato a mangiarmi, a frustrarmi e a sconvolgermi la vita – mi sopraffacevano. Una giostra di idee che mi portavano in uno stato di esitazione che non mi lasciava rispondere in modo giusto.
"Non lo so, Harry." Scossi la testa. Ogni momento che passava faceva sì che la mia mente corresse ancora più veloce, proprio come il cuore – giurai di poter sentire la sua vibrazione attraverso il petto.
"Non voglio insistere, tanto meno costringerti."
Si alzò dal letto, facendo sì che il suo tocco mi mancasse immediatamente, "Parto domani alle nove." Con questo, mise le mani nelle sue tasche e non disse altro, uscì dalla stanza e l'ultimo suono che sentii fu lo sbattere della porta d'ingresso.—————
Quando uscii dalla doccia, girai per casa con solo un asciugamano avvolto attorno a me, il bagnoschiuma alla vaniglia profumava ancora sulla mia pelle. Con i capelli gocciolanti, mi avvicinai all'armadio per indossare qualsiasi cosa mi fosse capitato fra le mani per poi tornarmene con la faccia sui libri, a scrivere saggi che avevo rimandato troppo a lungo.
Aprii l'armadio quindi, spalancando le anche. Iniziai a muovere le stampelle e scegliere cosa mettere, e l'occhio mi cadde su qualcosa nel fondo. Rimasi a guardarla qualche secondo, poi – con una mano – l'afferrai e la portai fuori dall'armadio, reggendomi l'asciugamano con l'altra. Una piccola valigia nera e lucida.
Sospirai a fondo e poi iniziai a cercare il telefono per la stanza, che trovai sulla scrivania. Digitai il numero e aspettai, "Pronto?" Rispose in questione di secondi, «Tutto bene?"
"Sì- io," Scossi la testa, "Devo parlarti."
"Dimmi, Chasity."
"Io ho semplicemente bisogno di un consiglio, in realtà." Mi corressi, "Non potevo chiamare nessun altro. Niall non sa nulla e tu... tu sai benissimo cosa succede, invece."
"Chasity, sono la tua migliore amica." Mi rassicurò, "Puoi dirmi qualsiasi cosa tu voglia! Beh, in realtà ti torturerei se non lo facessi."
Sorrisi, "Mi ha chiesto di partire per Londra con lui. Domani mattina alle nove."
Ci fu del silenzio che mi rese insicura, poi però rispose, "Cosa vuoi tu?"
"Cosa?"
"Tu." Ripeté, "Tu cosa vuoi, Chasity? Per te stessa."
Lui. Scossi la testa, "Io- non lo so! Qual è la scelta giusta, Meredith?"
"Non c'è nessuna scelta giusta o sbagliata." Mi disse, "Vai, Chasity. Dimentica ogni cosa e parti. Solo per qualche giorno. Te lo meriti."
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Come Find Me [h.s.]
FanficIl passato di Chasity Sanders non può essere cancellato. Scorre nelle sue vene, è visibile sulla sua pelle, tutte quelle sensazioni sono il sussurro di un ricordo che vuole tornare da lei.