Mi stiracchiai sul mio letto, il caldo delle coperte di pail attorno a me mi tenevano al sicuro, rilassata. Lo stavo facendo, mi stavo rilassando, sopraffatta da una sensazione di tranquillità. Era proprio così che mi stavo sentendo – bene. Beh, almeno per me. Meredith e Jonathan erano finiti per vomitare tutto quello che avevano buttato giù la sera prima, una visione non affatto piacevole. Io e Harry eravamo stati tutta la notte ai loro servizi; io a tenere i capelli di Meredith con una mano mentre vomitava e Harry a trascinare un Jonathan collassato sul divano.
Tuttavia, io in questo momento mi ritrovavo con addosso un maglione oversized e una scatola di cioccolatini di cui ero ossessionata da fin quando ero qui oramai, e si trattava di pochi giorni. Fuori si congelava; il tramonto era stato sostituito da una cielo notturno quasi nero, ma l'appartamento era così caldo e accogliente che avrei potuto accasciarmi sul pavimento e dormire lì per mesi.
Improvvisamente, mi sentii chiamare da una voce maschile provenire dalla porta del bagno. Io ero nella mia stanza, un libro tra le mani, "Chasity!" Ancora e ancora. Mi alzai e mi diressi verso lì, poggiando un orecchio sulla porta.
"Sì?"
"Devi farmi un favore enorme!" Urlò dall'altra parte del bagno, "Vai in camera di Harry e prendi l'accappatoio."
Camera di Harry. "Cosa?" Aggrottai le sopracciglia, "No!"
"Ti prego, Chasity." Lo sentii pregarmi, "Meredith dorme, Harry è uscito. È nell'armadio."
"Dannazione..." Sussurrai tra me e me e senza rispondere mi diressi verso la stanza. Quando spalancai la porta, ero pronta ad una visione non affatto piacevole, siccome non mi aspettavo affatto una camera pulita o profumata. Era così con i maschi, no? Ma quando mi guardai attorno, rimasi sorpresa nel vedere che fosse persino più ordinata della mia. L'armadio di cui parlava Jonathan era proprio a destra della porta, così mi avvicinai e aprii le ante, rovistando tra i suoi vestiti in cerca dell'accappatoio. Lo trovai immediatamente, siccome il bianco spiccava rispetto ai suoi vestiti scuri. Lo afferrai e poi richiusi l'armadio, scacciando via dalla mia testa quel profumo che oramai conoscevo benissimo e che in quel momento si era infiltrato nelle mie narici.
Mentre stavo per uscire da lì, ma gli occhi mi caddero sul suo letto. Aggrottai la fronte e decisi di avvicinarmi, quando lo feci, vidi un piccolo diario che rimasi a fissare; era in cuoio, legato con un laccio e un piccolo nodo. Passai le dita sul materiale di quell'oggetto, decidendo nella mia testa se aprirlo oppure fare la cosa giusta e uscire da quella stanza, dimenticandomene per sempre. Sapevo che fosse sbagliato, giuro su Dio che lo sapevo, e questo era il motivo per cui rimasi a lungo a guardare la copertina. Ma prima che me ne accorgessi, avevo già aperto la copertina, osservando la calligrafia elegante di Harry, poi iniziai a sfogliare.
"La tua voce è qui, ma tu non sei qui.
Ci sono i tuoi occhi, ma tu non ci sei.
C'è il tuo corpo, tu no.
Come un albero sradicato,
come un orecchio staccato,
come una barchetta scolpita nella corteccia di pino
che si perde nel ruscello dell'infanzia.
[...]
Fa buio alle quattro di pomeriggio
il cielo sconfessa tutti gli specchi
e sa che ti ho perduta."
(da Amarte sin regreso, 1995)C'erano delle date su ogni pagina, sulla destra di ogni foglio. Quest'ultima per esempio, era di pochi mesi prima. Continuai a sfogliare.
"Queste malattie si portano via molte cose.
Ciò che rimane
provo a chiamarlo essenziale.
Per esempio: sei viva. Ti amo.
[...]
A volte ho pensato ch'eri già morta
e io vivevo una vita senza te,
forse con un'altra donna.
La libertà di un dolore.
[...]
E allora capisco che quella vita
è un pozzo secco che in realtà non immagino
e non avrebbe a che vedere niente con me,
niente.
[...]
Ti sostengo perché tu non cada,
la mia carne stretta alla tua carne.
Mentre siamo così
penso a quante volte siamo stati così
ma la mia carne dentro la tua carne
ma la tua carne avvolgendo la mia carne.
E d'un tratto sei tu che mi sostieni
perché io non cada."Sfogliai ancora, ogni pagina era piena di parole, citazioni, non c'era un minimo spazio libero, bianco – cercai di reprimere l'angoscia dentro di me, l'invidia per la persona a cui erano riferite quelle parole.
"Ma accade che ascolto la notte piangere
nelle mie ossa.
La sua lacrima immensa delira
e grida che qualcosa se n'è andato per sempre.
Un giorno torneremo ad essere."
(La notte, Pizarnik.)"Può la mente scordar tutto un passato,
Ma la mia carne non li scorda mai
I baci che m'hai dato,
I misteri d'amor che t'insegnai,
Le notti mie più liete,
E le tue voluttà le più segrete."
(1877)Non mi misi a leggere ogni singola citazione e, confusa più di prima, decisi di prendere l'ultima pagina scritta, lì però non c'era data. Sapevo solo fosse recente essendo una delle ultime cose scritte.
"Giacere sveglio al tuo fianco
nel profondo rifugio del tuo sogno.
A faccia in giù, respiri
un canto della terra
che non ricorderai al risveglio.
Misuro il mio essere su questo canto."
(da El corte bajo la piel, 1994.)"Chasity?
Balzai, chiudendo il diario in un batter d'occhio. Il cuore mi finì in gola. L'accappatoio che avevo in mano mi cadde sui piedi, poi mi voltai per incontrare una testa bionda, "Tutto bene? Ti sto chiamando da un quarto d'ora. Mi serviva... quello." Indicò l'oggetto oramai a terra.
"Sì." Balbettai, cercando di elaborare cosa avessi appena letto per poi accovacciarmi per riprenderlo, "Scusami." Era dietro la porta, potevo notare un asciugamano color crema avvolto attorno alla sua vita, i capelli bagnati come il suo corpo. Mi sentii in imbarazzo, glielo porsi e poi corsi fuori dalla stanza.
STAI LEGGENDO
Come Find Me [h.s.]
أدب الهواةIl passato di Chasity Sanders non può essere cancellato. Scorre nelle sue vene, è visibile sulla sua pelle, tutte quelle sensazioni sono il sussurro di un ricordo che vuole tornare da lei.