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Non avevo proprio il coraggio di andare a dormire con lui come avevamo fatto altre volte ma allo stesso tempo era ciò che volevo: stare con lui, dormire con lui, svegliarmi la mattina e vedere lui...
Alla fine mi ero deciso e mi ero presentato in mutande non avendo il pigiama
"dormi così o vuoi una maglia?" mi aveva chiesto
allora gli avevo risposto che avrei dormito così perché faceva effettivamente caldo.
Benjamin si era messo a pancia in su e io di lato dandogli le spalle per ridurre al minimo i dialoghi, ma lui mi aveva appoggiato una mano sul fianco facendomi sussultare e si era avvicinato ancora al mio orecchio aspettando qualche secondo prima di dirmi a voce bassa "piccolo Federico" mi piaceva come diceva il mio nome con l'accento britannico "mi piaci tanto" ero rimasto qualche attimo fermo poi avevo incrociato la mia mano alla sua e gli avevo dato la buonanotte, anche se erano le cinque passate.
Ci eravamo svegliati verso mezzogiorno ignorando completamente ciò che era successo prima, e alcuni suoi amici ci avevano contattato per andare in un pub per cena, avevo passato il pomeriggio da mio padre e verso sera mi era passato a prendere.
Arrivati al pub ci eravamo seduti e subito avevo notato un ragazzo più carino degli altri: Lawrence così avevamo parlato tutta la sera e probabilmente grazie a qualche birra in più eravamo anche finiti a ballare insieme in modo completamente scoordinato.
Finita la serata Ben avrebbe dovuto portarmi a casa, ma aveva aspettato che tutti se ne andassero per propormi di fare una passeggiata con la scusa del "devo smaltire la birra", c'era stato un po' di silenzio iniziale e poi aveva esordito con "quindi è Lawrence quello che ti piace"
ero rimasto quasi stupito, pensavo l'avesse già capito
"per questo non mi hai risposto ieri sera"
"no! no davvero non mi piace lui"
"bhe sembrava, da come lo guardavi e da come ballavate, sbaglio o ti ha anche offerto da bere?"
"si, ma non è stato nulla di che... dai Ben"
l'atmosfera si stava un po' 'scaldando' come se lui si stesse arrabbiando
"no, ma non capisco, io ti ho detto quella cosa-dice riferendosi al 'piccolo Federico mi piaci- e tu mi dal la buonanotte e la sera dopo ci provi spudoratamente con un mio amico?"
no aveva frainteso tutto
"non ci stavo assolutamente provando e.."
"okay scusami hai ragione, lui ci provava e tu stavi al suo gioco, chiedo perdono" mi aveva risposto in modo ironico
"e anche se fosse? non potrebbe interessarmi qualcuno? è vietato per caso?"
"no no non è quello il punto... ma-aveva un'aria triste mentre me lo chiedeva-quindi ti piace lui?"
"no benjamin, sono sincero, è un bel ragazzo non si può negare, ma l'ho conosciuto poco prima di stasera, non mi baso su due bei occhi per cambiare orientamento sessuale capito?"
l'avevo fatto fermare e mi ero messo davanti a lui
"si ma... io mi sono aperto con te perché... ti vedevo in atteggiamenti strani in vasca da bagno e quindi avevo pensato che potevo in qualche modo piacerti io... non so mi sono sbagliato magari, però non importa dimentichiamo tutto, tu sei etero io no, qual'è il problema?" e aveva fatto un sorrisetto rassegnato allora non avevo resistito e l'avevo baciato, il nostro primo bacio così, in mezzo al marciapiede deserto
dopo un po' si era staccato e mi aveva sorriso
"ti porto a casa dai" mi aveva detto quasi sussurrando in modo gentile
e da lì era iniziata la nostra relazione clandestina all'insaputa di mio padre, alcuni suoi amici ci avevano scoperti, altri no, ma... mi piaceva, eravamo finalmente una coppia, uscivamo insieme e..." leggo la felicità nei suoi occhi nonostante abbia iniziato a piangere nel nominare quel ragazzo a inizio racconto "ed è stata anche la mia prima volta in tutti i sensi con un ragazzo"
"e quella come è andata?" chiedo sorridendo sperando ti far sorridere anche lui, allora si soffia il naso e riprende a parlare
"con Benjamin è stato tutto fantastico, stavamo insieme da neanche un mese, insomma, è successo circa due settimane fa, e mi ero fermato a dormire da lui, mio padre pensa ancora che siamo solo amici comunque, ma vabbè dicevo... aveva passato il pomeriggio alla pista di skateboard e io lo stavo a guardare, si muoveva in modo così esperto ed era così bravo... verso il pomeriggio tardi però era caduto e non avendo le protezioni perché si sentiva così bravo -sorride- e lo era, si era sbucciato il ginocchio, nulla di grave, ma avevo preferito portarlo a casa e mettergli qualcosa per fermare il sangue.
Eravamo in bagno e lui era appoggiato sul bordo di quella famosa vasca mentre io inginocchiato davanti a lui, che tra l'altro indossava solo i pantaloncini, a pulire la ferita.

undici ore per un amore - fenji Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora