quattro

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Dopo aver finito di pulirlo l'avevo fasciato, mentre lui dall'alto mi guardava mordicchiandosi il labbro, e io a volte alzavo lo sguardo leccando il mio, e se te lo stai chiedendo si, mi piace provocare... dicevo: finito di fasciarlo mi ero alzato guardandolo negli occhi e mi ero girato per lavarmi le mani, e il lavandino stava proprio di fronte a lui.
Dallo specchio vedevo che mi squadrava da capo a piedi, indossavo una maglia bianca e dei jeans chiari strappati un po' ovunque, anche sotto il sedere, stavo solo aspettando che lui facesse qualcosa, e non avevo aspettato molto, infatti dopo poco si era alzato e appoggiandomi le mani sui fianchi si era messo con la faccia sulla mia spalla, mentre ci guardavamo nel riflesso, aveva infilato le mani sotto la maglia e piano piano me la alzava guardando sempre attraverso lo specchio ciò che stava facendo, al che mi ero girato e da lì tra un bacio e l'altro eravamo finiti sul letto, e poi... era successo ed era
stato così bello, semplice e pieno di amore, perlomeno da parte mia"
"cosa intendi con 'perlomeno da parte mia?' "
avevo chiesto sperando di non farlo soffrire ulteriormente
"intendo che... ieri ci siamo lasciati, e dopo ciò che era successo nella mia vita grazie a lui non immaginavo potesse finire così.
Mi aveva fatto capire tante cose, era stato la mia prima volta, avevamo fatto molte esperienze insieme, entrambi sapevamo che io restavo solo due mesi da mio padre e che sarei tornato per le vacanze di natale, ma vivevamo il momento senza dare troppo peso a questa cosa, ieri avevo passato la giornata da lui, la mattina avevo portato la colazione a casa sua e eravamo rimasti insieme tutto il tempo.
Erano circa le cinque, e eravamo sdraiati sul letto in silenzio con le mani incrociate, lui con la testa sul mio petto e io che lo accarezzavo lentamente muovendo il pollice sulla sua guancia con un filo di barba, avevo iniziato a pensare al viaggio di oggi e avevo iniziato a piangere in silenzio a sua insaputa.
Dopo una decina di minuti però non ero riuscito a trattenere un singhiozzo e così lui si era girato di scatto chiedendomi stupidamente "cosa hai piccolo?" allora ero scoppiato a piangere rumorosamente mentre lui mi cercava di calmare
"dai Fede ci vediamo ancora poi, non piangere piccolo ti prego" ma io non riuscivo a smettere al solo pensiero di perderlo per dei mesi, se non per sempre, dato che avrebbe potuto benissimo andare con un altro in mia assenza
"Benjamin non capisci, non ci vediamo fino a dicembre"
e lui stava zitto, l'unica cosa che sapeva dirmi era "dai piccolo non piangere" era impassibile a quel pensiero
"Benjamin io ti amo" avevo detto, perché in effetti era vero, ma non avevo ricevuto risposta, solo una carezza insieme a tante altre sui capelli, mentre gli bagnavo la spalla con le mie lacrime, ma ero troppo preso per accorgermi del suo distacco, allora avevo sussurrato "facciamo l'amore per l'ultima volta"
e l'avevamo fatto, e mi sentivo così bene a stare con lui che appena finito mi ero addormentato con lui al mio fianco, mi ero svegliato per cena e mi ero accorto che lui non si era proprio addormentato, avevo promesso a mio papà di passare la cena con lui, quindi dovevo andarmene, ci eravamo rivestiti e in silenzio eravamo arrivati alla porta d'ingresso  di casa sua, avevo sceso i gradini e mi ero girato verso di lui
"a che ora parti?" mi aveva chiesto
"presto, tu dormi ancora" in realtà non era prestissimo, ma lui era abituato a dormire fino a tardi la mattina, non sarebbe stato sveglio sicuramente, mi aveva preso la mano e mi aveva fatto risalire i due scalini per poi abbracciarmi e sussurrarmi per l'ultima volta "piccolo federico" all'orecchio, aggiungo a un "mi mancherai"  allora l'avevo baciato con tutto l'amore che potevo dargli e me n'ero andato sorridendogli malinconico.
Casa di mio padre non era lontana e durante il tragitto mi ero finalmente reso conto del fatto che per lui non ero stato importante come lui lo era stato per me, rivivendo la scena mi ero reso conto del mio "ti amo" che non aveva avuto risposta e del suo viso impassibile senza una lacrima, e avevo pianto, tanto, poi ero rientrato in casa come se nulla fosse con gli occhi solo un po' gonfi, e alle domande di mio padre rispondevo solo che piangevo perché mi sarebbero mancati i miei amici, perché infondo per lui benjamin era solo un mio amico no?"
Federico finisce di parlare e mi ritrovo anche io con le lacrime agli occhi
"dio mio mi dispiace così tanto" dico "dispiace anche a me" mi risponde sorridendo, così passiamo il resto del viaggio parlando o dormendo constatando che, dato che non abitiamo molto distanti, ci saremmo rivisti una volta usciti dall'aereoporto.

undici ore per un amore - fenji Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora