Capter 1

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6 anni dopo

Mi svegliai "ma che cazzo Joe, cosa ti avevo detto quando ti eri offerto di farmi da sveglia?" mi misi a sedere portando le mani sulle tempie e guardando il compagno di mia madre seduto sul mio letto "niente scossoni" ripetemmo all'unisono "non è colpa mia se hai il sonno pesante, per svegliarti dovremo noleggiare una banda che tutte le mattine suoni *single ladies* di Beyoncé" si alzò cantando il motivetto della canzone e io lo intimai ad uscire dalla mia stanza per potermi preparare. Joe era un tipo strano, mi aveva letteralmente pregato di potermi svegliare la mattina per andare a lavoro e dato che per mia madre lui era *una parte fondamentale della sua mezza età* mi fece promettere di comportarmi bene con lui e di conseguenza, di permettergli di irrompere nella mia camera, non lasciandomi nessuna minima traccia d'intimità per potermi scuotere alle 6:30 del mattino. Mi alzai dal letto e mi diressi verso il bagno in corridoio. Mi spogliai, lasciando cadere il pantaloncino di lino e la canotta blu abbinata sul pavimento . Dopodiché mi fiondai nella doccia, aprii l'acqua, era bollente . Improvvisamente fui invasa da familiari scossoni e a un insopportabile sensazione di vomito. Mi appoggiai alla parete bagnata,scivolai con la schiena e mi sedetti per terra. Feci respiri profondi,alzai il braccio e cambiai la temperatura dell'acqua da *quasi bollente* a *acque del Titanic*.Il getto gelido riuscì a calmare i miei spasmi ,mi raggomitolai su me stessa,stringendo le ginocchia al petto con le braccia. Chiusi gli occhi e una scossa mi pervase         

Una forte luce calda,  capelli scuri, una sottanina... "stai lontano da me* ,risate maliziose, "... e se fossi tu quella che vuole approfittarsi di me?" labbra umide sulla mia spalla e...tutto buio

"No" urlai portando la testa all'indietro e sbattendola contro la parete. Sentii pulsare il punto dove avevo sbattuto,mi sentivo intontita.
Mi alzai a fatica e uscii dalla doccia. Mi specchiai, avevo un aspetto orribile,le mie profonde occhiaie erano più scure del normale e il mio colorito, anche se sembrava impossibile più cereo , gli occhi sgranati, sembrava come se fossi stata appena aggredita da qualcuno. I miei lunghi capelli neri erano completamente fradici, avrei impiegato ore ad asciugarli, perciò decisi di farmi delle trecce che partono da sopra la nuca e lasciarli asciugare naturalmente. Ritornai in camera mia, presi il cellulare e bevvi il bicchiere di succo d'ananas che Joe, come tutte le mattine, aveva lasciato affianco. Deglutii e qualcosa di grumoso mi passò per la gola, pensai subito che si trattava di un residuo di ananas, e finii il succo. Premetti il pulsante rotondo per accendere il display del telefono, e lessi la data,13 agosto 2018. Scoppiai a ridere. Come avevo fatto a dimenticarlo? Questa cosa andava avanti da 6 anni, ogni 13 agosto accadevano cose strane . Sempre le stesse scene, quelle che poco tempo prima nella doccia, mi erano apparse nella mente, come se qualcuno mi avesse impiantato uno schermo del cinema nel cervello e mi facesse vedere ciò che voleva, e io continuavo a non capire, a non ricordare l'accaduto. Avevo fatto un patto con me stessa, che quel giorno dell'anno, non sarei dovuta uscire di casa, non volevo rischiare di essere presa sotto da un tir a causa di queste strane allucinazioni, com'era successo tre anni prima. Ma quel giorno, il lavoro mi aspettava, ed essendo una tirocinante, non potevo di certo mancare per questo mio assurdo problema. Ottenere un tirocinio all'editoria più prestigiosa di Birmingham, non era una cosa facile, soprattutto se hai 18 anni e contemporaneamente devi seguire le lezioni al college, non potevo e non volevo rischiare di essere cacciata. Aprii le ante dell'armadio e tirai fuori un jeans skinny senza strappi e una camicia di seta nera, l'unica cosa negativa di quello stage, era che dovevi vestirti sempre in modo adeguato, anche se non hai la minima voglia di vivere quel giorno. Infilai delle décolleté con tacco 8 color carne ,(comprate appositamente per il lavoro) afferrai una borsa a caso e scesi le scale in tutta fretta. Stavo per dirigermi verso la porta d'ingresso quando mia madre mi urlò di di mangiare qualcosa, decisi di ascoltarla, era già impegnativo cercare di non svenire per le visioni, un calo di zuccheri sicuramente non avrebbe migliorato la situazione. Andai in cucina e mangiai tre biscotti ai cereali "sei sicura di voler uscire tesoro?" mi chiese Joe "certo, perché non dovrei esserlo?" lo guardai confusa, avevo parlato ad una sola persona delle visioni, ovvero la mia migliore amica. Non poteva saperne nulla, eppure mi sembrò abbastanza preoccupato "fa molto caldo fuori,non vorrei prendessi un insolazione" disse lentamente, stronzate, pensai " è piuttosto vicino, non dovrò fare molta strada a piedi e poi in ufficio c'è sempre l'aria condizionata a palla" girai sui tacchi prendendo un ultimo biscotto e raggiunsi la porta, ma prima di chiedermela alle spalle dissi un ultima cosa al compagno di mia madre "non chiamarmi mai più tesoro"

If you were my man//BWSWhere stories live. Discover now