8- Dor

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Capitolo 8
























Jimin















Sospirai, ma non bastava, dovetti fare un respiro profondo, sentire i polmoni pieni d'aria, e poi ispirare, per svuotarli completamente. Solo in quel momento trovai la forza per muovere quell’ultimo passo che mi avrebbe portato da quello che più amavo, non altro che te.

Prima avevi cercato di parlarmi, forse esserti trovato davanti ad un Jimin nuovo ti aveva incuriosito, o forse sentivi che c'era altro, la nostra amicizia poteva andare oltre a quello, oppure ti facevo molta pena?

Non mi interessava nulla di nulla, nulla di tutto quello, però mi aveva fatto molto piacere sentirti supplicare, non sapevo per cosa supplicavi, ma avevi ottenuto ciò che volevi, eravamo noi due, senza Taehyung ed io che ero deciso ad ascoltarti o a subire, avrei sopportato tutto per te.

Appena ti avevo affiancato tu avevi sussultato, mi dispiaceva averti spaventato, per davvero, però non sapevo cosa volevi da me, quindi avevo solo agito d'istinto, come tu eri solito fare.

Mi avevi fatto spazio sul cofano della macchina, non ti eri spostato molto, ma io avevo paura anche solo a sfiorarti e non sapevo ancora se Taehyung ti aveva detto qualcosa su di me, magari ti aveva rivelato troppo o forse non sapevi proprio nulla.

Però fu inevitabile, ci sfioravamo anche tanto, la mia spalla e il mio braccio erano invasi dal poco calore che il tuo corpo mi trasmetteva, la mia pace dei sensi, ma forse per te era solo una situazione molto imbarazzante e l'unica cosa che ti domandavi era :”chissà chi si sposta per primo?”.

Provai a rilassarmi, ma i primi minuti furono terribili, magnifici e magici al contempo. Terribili perché avevo paura che tu ti staccassi da me, dando voce ai miei dubbi catastrofi, magnifici perché finalmente potevo avere la fortuna di stare al tuo fianco e toccarti liberamente, senza dover trovare un pretesto o senza essere obbligato. Magici perché entrambi eravamo troppo stregati dal tramonto davanti a noi per poter proseguire con una stupida litigata, quale poteva essere la nostra.


Quando il sole tramontò soffrii, significava niente più dolce silenzio e niente più pace dei sensi, perché poteva incominciare tutto oppure poteva finire tutto. Sinceramente non sapevo cosa potesse essere peggio o meglio.

Poi avevi deciso di rompere la nostra quiete, come avevo previsto, non ci volle tanto, ma nemmeno poco, ma ancora una volta avevi alimentato il fascino che ti circondava e che mi aveva conquistato. Sempre in silenzio e senza dire nulla ti eri alzato, il cofano aveva risposto ai tuoi movimenti, alzandosi leggermente a sua volta  appena ti eri mosso, quello mi aveva spinto a scendere, altrimenti avrei potuto rimanere lì, fermo a guardarti, mentre ti allontanavi a piedi, con quell’andatura che tanto adoravo.

Io ti seguivo a distanza e cercavo anche di fare meno rumore possibile, non volevo di certo disturbare quel momento, uno dei tanti che andava a far parte dei nostri momenti pieni di silenzio.

Non volò nemmeno una parola, nemmeno quando rientrammo in macchina, non avevo idea del perchè tu mi avessi portato nella vostra casa per le vacanze,come non lo avevo del perché stavamo già andando via, forse desideravi vedere il tramonto in silenzio, come tanto ci piaceva, se era così ti dovevo ringraziare, perché era stato magico per davvero.

Ed in macchina mi avevi rivolto le prime parole dopo che avevi chiuso la chiamata in faccia a tuo fratello, mentre ti urlava contro per avermi rapito.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 11, 2020 ⏰

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