3^ Chapitre: Bon Voyage

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Quando si era immaginata una nave pirata aveva optato per molte opzioni, ma nessuna centrava nel segno quelle mille idee e descrizioni immaginarie che erano passate per la testa di Peach.
Le notti a rimuginare su come potessero essere bruti e scostumati i pirati e su come non l'avrebbero vista di buon occhio a causa delle sue origini, erano svanite in una nuvola di fumo.
La Power-Up poteva definirsi qualunque cosa, ma non una nave pirata secondo la principessa.

Dopo aver saggiato le assi scricchiolanti della nave, si era ritrovata miriadi d'occhi impiantati su di lei, ma nessuno di quegl'occhi erano quelli dell'uomo che cercava.
-Il capitano è già a dormire, la vice sarà sicuramente con lui.- Sghignazzò Toad.
-Domattina ci parlerai, spiegherai le tue ragioni e vedremo se avremo un nuovo membro nella Power-Up. Per ora hai bisogno di un letto, e l'unica persona sveglia che può darti questo permesso è il quartiermastro, Mario.-
-Il ladro depravato?-
-Sì. Il ladro depravato.- Rispose il mozzo con un sorrisetto fastidioso stampato in faccia.
Iniziarono a camminare in sacro silenzio per un grande labirinto di corridoi.
Peach camminava con passo lento, fissando disinteressata il legno ai suoi piedi pur di non alzare lo sguardo per ritrovarsi davanti chissà quali uomini brutti e rozzi.
Superata una rustica porta intagliata, finalmente vide il pirata che l'aveva depredata: Mario era lì a fumarsi una pipa, mentre fissava il mare in tempesta dal suo oblò.
Toad abbandonò quasi subito la stanza, lasciando i due da soli.

-Ehi tu! Ridammi la mia collana!!-
Mostrò il palmo della mano, fulminando il ragazzo stanco con uno sguardo carico di puro odio.
-Che cazzo ci fai tu qui!?- Chiese Mario con un'ottava in più nella voce, come se una sirena fosse venuta a divorargli l'intestino.
-Non sono affari tuoi!!
Rivoglio. La. Collana.
Non farmi arrivare alle mani, bastardo!- La bionda si sentiva strana a usare certi termini "deplorevoli"(come avrebbe detto la sua tutrice). Ogni tanto le capitava di imprecare mentalmente, ma erano eventi occasionali, ed ora che si trovava su una nave pirata sapeva di poter usare benissimo ogni termine offensivo o volgare.
-Uhh... La principessa mostra gli artigli...- Disse lui divertito.
Peach sapeva che quel "principessa" era un modo per deriderla a modo suo, ma a quella parola si spaventava sempre. Non voleva che venissero a sapere della sua vera identità, del fatto che era più di una semplice nobile.
Il sangue iniziò ad affluirle verso le guance, si sentiva in fiamme.
-Sei divertente, non avevo mai...!-
Quando Peach si accorse di aver sferrato uno schiaffo al quartiermastro le si gelò il sangue nelle vene, era stato un riflesso istintivo e aveva pensato di mollarglielo per l'ineducazione che aveva mostrato. Solo che adesso se ne pentiva...
-O mon Dieu! Scusami, veramente, non so cosa mi sia preso...- Provò a scusarsi ritraendo il pugno come se si fosse scottata. Di certo si aspettava una brutta reazione da parte del pirata, il quale si limitava a massaggiarsi il naso leggermente smosso. Dopo un attimo di silenzio, Peach fu avvolta dalla risata limpida e melodiosa di quest'ultimo.
-Non sei adirato?- Chiese con un'alzata di sopracciglio.

-Sei proprio simpatica...- Disse lui smettendo di massaggiarsi il naso.
-Che lunatico...- Pensò la bionda.
-Potrei ridarti la collana, ma non ne ricaverei nulla.-
-Cosa intendi?-
-Ah, non saprei...- Mario iniziò ad avvicinarsi con andamento rilassato.
Peach sussultò quando si ritrovò la mano fredda di quest'ultimo poggiata sul suo fianco.
-Potremmo...-
-Beh, io cercavo solo un letto per dormire...-
-Ma qui un letto c'è...-

-Senti... No. La collana me la puoi anche ridare quando cavolo vuoi, ma questo NO. Sei palesemente ubriaco! Adesso... Potresti aiutarmi con il vero motivo per cui io e Toad siamo venuti qui!? Un letto, grazie.-
-Ma certo, madamoiselle...- Sbuffò lui delusissimo.
Ce l'avrebbe fatta, ne era sicuro.

Cinque minuti dopo la Toadstool si ritrovò in quella che sembrava essere una cabina chiamata stanza delle brande, dove tutti i pirati andavano a letto.
Qualcuno chiacchierava assonnato e altri dormivano beatamente, mentre Peach non riusciva a chiudere occhio; provò così a socializzare malamente con la ciurma.

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