2^ Chapitre: Rencontres Étranges

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Da lontano riusciva finalmente a vederlo in tutta la sua immensità: l'unico porto della regione era lì ad attenderla, ancora illuminato da vari lampioni notturni.

Affrettò il passo, anche se di nave ce n'era una sola, e non sembrava molto accogliente... -Fa niente, basta andarsene da qui.- Disse tra sè e sè mentre correva spedita verso di essa, tanto che si scontrò con un ragazzoccio piuttosto basso dagli scuri capelli a zazzera, dotato di un paio d'occhi blu elettrico come quelli della principessa, che brillavano alla luce lunare.

-Bastardo!- Esclamò, e prese la Toadstool per un braccio, capendo così che si trattava di una lei.
-Ah, sei una ragazza... Strano vederti passeggiare da sola di notte. Sei forse una prostituta?- Domandò beffardo, come se di donne di facili costumi ne avesse viste a bizzeffe.
A quelle parole di scherno Peach avrebbe potuto benissimo reagire con un ceffone, ma proprio per dimostrargli che era tutt'altro che una prostituta rispose al maleducato col tono più tranquillo che potesse usare.
-Non penso di certo che lo verrei a dire a voi, monsieur. Adesso, se non le dispiace, vorrei proseguire il mio vagare a notte fonda.-
Provò a scostarlo, ma il ragazzo rimaneva fermo con le braccia conserte, mentre pian piano costringeva Peach in un angolo.
Iniziò a preoccuparsi, tenendo stretta tra le mani una pregiatissima collanina d'oro, ricordo che le diede la madre prima di andare in cielo.
Era forse l'oggetto a cui teneva di più al mondo.
-Non siete una prostituta.- Disse con calma il ragazzo.
-Vesti con abiti di un certo prezzo, capelli fin troppo ordinati e porti una collana che sembra valere molto. Come se non bastasse, profumi di nobiltà. Siete una nobile, non è così?
Cosa potrei farne di te?- Ghignò minaccioso.
-Spostatevi, ora!- Il cuore prese a martellarle fortissimo. Non era affatto propensa a continuare la discussione, essendo abituata ad uno stato sociale dove "Meno si rivolge la parola a chi non è come noi, meglio è".

-Mariooo! Brutto figlio di puttana! Mi devi una gara di bevute!!- Una vocina proveniente da una chiassosa taverna tuonò nel vicolo.
Il ragazzo sbuffò infastidito.
-Mi dispiace, principessa, non credo di poter continuare. A mai più, spero!-
E si unì ad un basso ragazzetto minuto, sicuramente brillo.
Peach emise un grande sospiro di sollievo, mentre cercava la sua collana per infondersi sicurezza.
Ma la collana non c'era.
Era stata derubata.
E la ragazza conosceva sin troppo bene il colpevole.
Si diresse immediatamente alla taverna schivando quà e là qualche uomo ubriaco accucciato in un angolo con la sua bottiglia di rum, cercando di immaginare la misera vita di tutte quelle persone schiave dell'alcool.
Per carità, non le importava nulla di chi decideva di rovinarsi la vita, ma ciò le scaturiva sempre un impeto di rabbia e disgusto.

Non era mai entrata in una taverna e adesso si pentiva di esserci entrata. Odore di alcool, tabacco e oppio si mescolavano assieme in un mix di sentori capaci di farti venire il capogiro e la classica sensazione di vomito. Tavoli e sedie ammassati, gente che beveva e cameriere vestite, anzi svestite, nelle peggiori maniere possibili.
Il bancone era completamente occupato da uomini di mezza età che si dilettavano in una gara di bevute, accompagnati dalle risate di due o tre bariste in abito succinto. Il tutto era contornato da boccali di birra che sembravano volare da una parte all'altra, sporcando tutto il locale.
Tra quella massa di cretini la principessa non era ancora riuscita ad individuare il ladro, eppure doveva essere lì, ne era certa.

-È LEI!!-
Si voltò quanto basta per riuscire a intravedere tre guardie entrare furiosamente, con le scimitarre al cielo e gli occhi rabbiosi come quelli di un categnaccio.
-Diamine! Non riposano mai!?- Pensò in preda al terrore, e senza accorgersene si ritrovò a saltare di tavolo in tavolo, dietro gli insulti poco casti dei presenti.
Doveva assolutamente raggiungere la porta di servizio dietro il bancone.

Poi lo vide...
Il piccolo ragazzetto che l'aveva salvata da quel buzzurro. La leggera sbronza gli era passata e adesso sembrava abbastanza sobrio, mentre cercava di intavolare un discorso con una barista dalle lunghe treccine rosa, come se dietro alle sue spalle non stesse succedendo un putiferio.
Peach schivò per un soffio un boccale lanciato in sua direzione, iniziando a strisciare sotto ai tavoli per raggiungere la sua meta che adesso era diventato quel ragazzetto dalla magrezza di un fiammifero.
Cercò di non urlare schifata quando sotto qualche tavolo, oltre all'alcool rovesciato, trovò quello che sembrava essere intimo femminile.
Nel frattempo le guardie avevano iniziato a spintonare le cameriere e a ribaltare i tavoli.
Doveva sbrigarsi.

Quando il bancone era ormai vicino, uscì svelta interrompendo in malo modo la tecnica di flirt che il ragazzo stava mettendo in atto con la barista.
-Tu! Dov'è il tuo amico!?-
Il ragazzetto la guardò stranito con due occhi neri come la pece.
-Ci sentiamo dopo.- disse alla barista, prima di rivolgersi definitivamente alla fuggitiva.
-Non so di chi tu stia parlando.-
Le guardie si stavano avvicinando, e la principessa incominciò a perdere la pazienza.
-Dov'è quel depravato del tuo amico!?
Quello con i capelli neri e gli occhi blu; dovevate fare una gare di bevute, no?-
-È saltata.- Rispose con disinvoltura.
-E lui andato.- Terminò.
-Ma se vuoi potrei soddisfare io i tuoi bisogni.- Ammiccò con fare seducente, e Peach fu tentata dallo schiaffarsi una mano in fronte.
-Seguimi!- Disse, lo prese per una manica ed uscirono dalla porta di servizio, fuori da quell' inferno che lei stessa aveva creato.

-Ehi, calmiamoci!- Disse quest'ultimo.
-Non pensavo volessi arrivare direttamente al sodo, ragazza strana.-
-Sono Peach, e hai frainteso le mie intenzioni...-
-Toad. Allora? Qual è il problema?-
Intanto il fracasso alle loro spalle non faceva altro che allarmare la bionda.
-Il tuo amico mi ha depredata!- Esclamò, ricevendo un'occhiata d'incomprensione come risposta.
-Mi ha rubato una collana...- Riprovò.
-Ah, sì... Mario lo fa di tanto in tanto.-
-Non mi interessa! Rivoglio la mia collana!!- Replicò irritata, stringendo i pugni intorno ai fianchi.
-Sarà sicuramente sulla nave...-
A Peach venne un groppo in gola, non poteva credere alle sue orecchie.
-Come, scusa? Cosa hai detto!?-
-Che sarà sulla nave.- Ripetè confuso Toad.
Poi si bloccò, individuando sulla pelle del ragazzo un tatuaggio raffigurante una corda intenta a stritolare una sorta di "M".
-Sei un pirata! Devi portarmi dal tuo capitano!- Sorrise a trentadue denti.
-E poi da quel ladro di amico che ti ritrovi.- Aggiunse con acidità.
-Ok.- Alzò le mani Toad in segno di resa, trattenendo una risata rivolta a quella ragazza che stava reputando fin troppo strana.

-Sappi solo che non si entra e non si esce dalla Power-Up illesi.-

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Sciaoooo sfavillottiniii! 😝
Ho lavorato sodo tutta la mattina a questa seconda parte e spero vivamente che vi piaccia. 😄

Finalmente la Toadstool, grazie a Toad, riesce a trovare un passaggio per scappare dal Mushroom Kingdom, ma ancora non si sa bene il perchè. 😛
Inoltre conosce in un modo "romanticissimo" il nostro caro Marietto. 😆
Nella prossima parte conoscerete tuuutti i pirati della Power-Up, e Peach ne vedrà di cotte e di crude. 🤣
Non mancate e... commentate! (Rime by Daniele 😂)

P. S. Ricordatevi del soundtrack all'inizio! In ogni parte ne troverete uno a tema, pronto a darvi un'esperienza ancora più realistica della storia!

Ci vediamo con la prossima parte sfavillottini! 🏴

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