Alaska
Mi sentivo malissimo, per aver accettato di andare al ballo con Draco. Certo, in fondo lui mi piaceva, però ero fidanzata ufficialmente con Harry. A tutto, si aggiungeva il fatto che non potevo ballare. Nessun genere di danza. Mi sentivo lo stomaco contorcersi, e stetti molto a riflettere su come migliorare la situazione. Non potevo continuare ad evitare Harry, come avevo fatto i giorni precedenti. Sarei andata a trovarlo nella Sala Comune Grifondoro, per dirgli che sarei andata al ballo con lui, tuttavia non avrei danzato. Al diavolo Draco.
Perciò, quell' uggioso pomeriggio, mi incamminai nei corridoi scarsamente illuminati per raggiungere la Signora Grassa. Fortunatamente, conoscevo la parola d'ordine, perché l'avevo sentita dire da Hermione.
Appena entrata nella Sala Comune, non vidi molto. C'erano tutti i Grifondoro che guardavano qualcosa al centro della stanza, alcuni con un'espressione contrariata, altri addirittura battevano le mani e fischiavano.
Non riuscivo proprio a capire cosa fissassero tutti cosi attentamente, e dovetti avvicinarmi ancora un po' per capirlo.
Mi si gelò il sangue.
In mezzo, davanti a tutti, Harry stava baciando appassionatamente Ginny. E io che volevo bidonare Draco per quel deficiente traditore!
Sapevo di avere poco tempo, perciò li raggiunsi, spinsi via Pel Di Carota e girai un formidabile ceffone ad Harry.
Poi scappai via, piangendo.
Sentivo i passi di Harry che mi rincorreva e mi gridava qualche insensata spiegazione dietro, ma non volevo saperne di fermarmi.
Invece, davanti alla Sala Grande, c'era lui ad aspettarmi. Mi tuffati fra le sue braccia calde, e in un attimo capii che avevo sbagliato tutto. Amavo Draco, non Harry. E lui aveva cercato di dimostrarmelo, ma io lo avevo ignorato. Ora, però, era tutto chiaro. Ci guardammo negli occhi per un istante, poi ci baciammo. Era tutto perfetto;quella era la strada giusta. Gli accarezzai i soffici capelli biondi e lui mi strinse di più a sé. Poi mi prese per mano e mi condusse al settimo piano, nella Stanza delle Necessità. Eppure, ci limitammo a sederci sul grande letto matrimoniale che apparve. Non potevamo ancora avere un qualche tipo di rapporto. Entrambi sapevamo perché.
-Dimmi cosa ti è successo, Alaska, ti prego.
Presi un respiro profondo, e cominciai a raccontare.
-Sono la terza figlia di quattro fratelli. La sorella più grande è Siberja. La secondogenita, Nina. Dopo di me, mio fratello, Luís.
Eravamo figli del mondo, perché nostro padre era metà russo e metà irlandese, nostra madre metà francese e metà italiana. Io e Ninotchka facevamo tutto insieme, nonostante dieci mesi d'età che ci separavano. Ricevettimo la lettera dallo stesso gufo, addirittura. Lei era un po' ritardataria, io anticipataria. Ma non contava, sembravamo amiche, più che sorelle. Siamo vissute sempre in una piccola parte della Parigi babbana. In quel quartiere aveva aperto una piccola scuola di danza classica, e da lì cominciò tutto. A Beauxbatons, continuammo con le lezioni, via via più performanti. C'era la possibilità, fra il quinto, sesto e settimo anno, di partecipare a un concorso. Un'unica volta in tutti quegli anni. Il vincitore avrebbe potuto cominciare subito una bellissima carriera e lasciarsi tutto alle spalle, perché era una competizione importante a livello mondiale. Non esistevano secondi e terzi posti.
L'anno scorso, quindi, decidemmo di tentare. Per me era un gioco, per mettermi alla prova, ma per lei era tutto. Perdere sarebbe significato perdere il suo sogno.
Perciò, avanzando con le sfide, entrambe ci potemmo guadagnare un posto meritevole. Il problema fu che arrivammo a una competizione faccia a faccia. Eravamo diventate le due finaliste. Io avrei potuto lasciarla vincere, dopotutto era il suo sogno, non il mio. Eppure, l'orgoglio mi suggerì di continuare. E così arrivai prima. Nina non disse nulla. Semplicemente, si suicidò. Da allora, ho promesso a me stessa di non ballare mai più.
Lo capisci, Draco? Ho ucciso mia sorella.
Draco mi teneva le mani e guardava basso.
-Se l'avessi saputo, non ti avrei mai chiesto di andare al ballo.
-È tutto a posto. L'ho apprezzato, invece. Ma, Draco, cosa mi dici di te?Draco
Deglutii.
Poi, lentamente, sollevai la manica della tunica che nascondeva il Marchio Nero.
Sul bellissimo viso di Alaska passarono molte emozioni, tra le quali leggera sorpresa, tristezza e paura.
Aprì la bocca per dire qualcosa, poi la richiuse.
-Lo so... - le sussurai.
-Alaska, sappi che non l'ho mai voluto. L'ho fatto solo per salvare la mia famiglia e...
-Non importa. - Lei sembrò aver ritrovato la voce. -Io ti amo, Draco.
Avvertii un groppo in gola.
-Anch'io ti amo tanto, piccola. Ma... Stai attenta. Non dire a nessuno quanto sei importante per me... Perché potrebbero rapirti e usarti come ricatto per me. O, peggio, chiederti di unirti a loro. Ma, un giorno, una delle due cose succederà, se starai ancora con me.
-Io ti seguirei anche all' Inferno.
Sorrisi, e così fece anche lei. Finalmente, stavamo bene.~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Ahhhh finalmente. Non so se vi è piaciuto il capitolo, ma io ho sempre immaginato così lo sviluppo. Vi ringrazio se avete letto il romanzo di prima e se avete seguito la storia di Draco ed Alaska fino a qua. Solo, date un segno del vostro passaggio, e ci sentiamo al prossimo capitolo.
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E se Draco, in fondo, non fosse come tutti credono?|fanfiction su draco malfoy
FanfictionAlaska arriva a Hogwarts il sesto anno, direttamente da una eccellente carriera di studi a Beauxbatons. Qui incontrerà un ragazzo, biondo, bellissimo, ma tormentato e dal carattere difficile. Sapranno tutti e due passare sopra le apparenze? O...