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A stasera.

Era un "a dopo" ma molto prolungato.

E quasi quella giornata mi parve non finire mai. Mi rimbombavano in testa quelle parole, e il mio corpo fremeva dalla voglia di mandare avanti il tempo per poter arrivare subito a "stasera".

Non avevo idea del perché Kacchan mi avesse dato quell'appuntamento improvviso. E non sapevo nemmeno dove poi.

In camera mia?
O dovevo uscire io e cercarlo?

In effetti avrei cercato Kacchan ovunque se lo avessi perso.
Come un tesoro.

Se lo avessi trovato, tutta la ricchezza sarebbe spettata a me di diritto. Kacchan sarebbe diventato di mia proprietà.

Lo avrei fatto sapere a lui, a me stesso, a tutti.

Lo avrei marchiato. Segnato.

Eppure ancora non era il tempo.

Infatti il cielo era ancora di un timido arancione, quasi rosato. Ancora non era "stanotte".

Sbuffai. Forse se mi fossi allenato il tempo mi sarebbe scivolato rapidamente via e la sera finalmente sarebbe calata.

Già.
Così infatti feci.

Ma finii di esercitarmi poco prima dell'ora di cena, per andarmi a lavare e cambiare in camera.

La cena durò un'eternità. Mentre i miei amici parlavano, controllavo costantemente l'orario, il cielo e Kacchan. Soprattutto lui.

Dai suoi comportamenti, sembrava essersi totalmente scordato dell'"appuntamento" che mi aveva dato.

Sembrava, ma non era così.

Infatti con mio grande stupore, di colpo ricambiò una delle mie tante occhiate, e si alzò, avviandosi verso l'uscita del refettorio.

Era forse un segno?
Dovevo seguirlo?
Oppure stava semplicemente andando via?
Forse lo avevo infastidito con le mie tante occhiate?

Mi accorsi solo allora, di essermi rivolto quelle domande mentre già il mio corpo si era fatto strada tra i vari tavoli, ed era in seguito uscito dalla stanza, trovandosi diretto verso l'esterno, proprio dove era diretto Kacchan.

Quando lo raggiunsi, mi fermai a qualche metro di distanza da lui. Era mal illuminato dai raggi lunari, che quella sera erano coperti da un leggero strato di nuvole grigiastre.

<Sorridi> mi ordinò improvvisamente.

Mi accigliai guardandolo confuso.

<Eh?> Chiesi, convinto di aver sentito male.

<Sorridi cazzo!> Ripetè col viso in fiamme.
Ipotizai per la rabbia.

<O- ok> balbettai.

Sollevai gli angoli delle labbra e simulai un bel sorriso, il più naturale possibile.

<Ma che cazzo di sorriso sarebbe questo? Aaaah- Fa nulla coglione> si mosse rapidamente verso di me, afferrandomi per il colletto e poggiando le sue labbra calde sulle mie.

Baciamelo via.

Così gli avevo detto quella mattina, riferendomi al sorriso che tanto lo infastidiva.

Ed era quello che lui stava facendo in quel preciso istante.
Sorrisi contro le sue labbra.

Probabilmente ci stava pensando da tutta la giornata. O forse no. Forse voleva solo baciarmi e io stavo fraintendendo.

Ma poco mi importava. Lui mi stava baciando e questo mi bastava.

Quando si allontanò, mi lasciò andare bruscamente.

<A stasera> ripetè dandomi le spalle e avviandosi con le mani in tasca verso i dormitoi.

Ancora stasera non era giunta allora.

Sentii il cuore a mille per la tensione e di nuovo avrei voluto che il tempo scorresse via fino al momento in cui Kacchan e io ci saremmo incontrati "stasera".

Fuck me softly⚜IzukiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora