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Sì, le previsioni di Todoroki si sono avverate!

O almeno era quello in cui avevo sperato l'istante prima che Kacchan aprisse bocca per chiedermi:

<Chi ti ha dato il permesso di toccarmi?>.

Inizialmente il mondo mi crollò addosso, ma subito dopo mi concentrai sul suo tono di voce.

Era incerto e forse temeva che potessi saltargli addosso da un momento all'altro.

Ma d'altra parte conoscevo Kacchan e sapevo che, se anche avesse avuto quel timore, non aveva paura del sottoscritto.

Anche perché quello ad avere più paura tra i due in quel momento ero io.

Il permesso, mi aveva chiesto.

Bella domanda.

Io non avevo avuto il permesso da nessuno.

Solo dal mio istinto.

<Scusa, non so cosa avessi in quel momento> provai a scusarmi, ma ovviamente non bastava.

<Oh! Non lo sapevi?> Chiese adesso con un po' di rabbia nel tono di voce.

Ma il fatto che mi stesse parlando così, come aveva sempre fatto, mi rassicurava.

E ciò che mi faceva stare meglio era il fatto che per una volta non ci stavamo offendendo o parlando di lotta.

Parlavamo di me. Delle mie azioni. E l'argomento principale era "perché lo avevo toccato".

A Kacchan quindi importava.

Ci aveva pensato.

E allora perché era venuto da me quella notte? Non mi considerava un mostro?

Perché io mi sentivo un mostro.

<No... In verità... Lo sapevo> mormorai con il capo chino. Avevo paura di guardarlo negli occhi.

Avevo il timore che potessi rivederlo in lacrime come la scorsa sera. Quando mi aveva schiaffeggiato.

Kacchan non rispose. Forse nemmeno lui si aspettava una simile risposta da parte mia.

<Io->.

<Sei un coglione! Uno stronzo! Hai approfittato di me! Te ne sei reso conto?!> Mi urlò contro.

Non importava che ora fosse, Kacchan era furioso e doveva urlare. Sfogarsi contro l'idiota che ero.

<Certo> risposi a sguardo basso.

<... E SCUSATI!>.

<Mi sono già scusato...> Mormorai.

<SCUSATI FINCHÉ NON AVRAI PIÙ VOCE> Ribatté afferrando il colletto della mia canottiera e avvicinandomi a sé.

Alzai lo sguardo e vidi le sue pupille ridotte a due puntini neri in mezzo a tanto rosso.

<Scusa ma- non mi vuoi picchiare?> chiesi stupito dal fatto che non mi avesse ancora rotto qualche osso o fatto qualche livido.

Kacchan mi fissò per qualche istante, poi mi lasciò andare indietreggiando e voltando il viso dalla parte opposta alla mia.

Teneva le mani chiuse in due pugni e la mascella serrata.

<Scusami... Sono troppo sfacciato...> Mormorai allontandomi da lui per dargli meno fastidio.

<Quella sera-> disse a un certo punto Kacchan, interrompendo l'improvviso silenzio che si era creato tra noi due <Perché l'hai fatto?> chiese a denti stretti.

Congiunsi le mani al petto e mi morsi il labbro. Quale risposta l'avrebbe fatto arrabbiare meno? Quale scusa avrei dovuto inventarmi per non farlo arrabbiare o scappare di nuovo via da me?

<Non ne ho idea> dissi alla fine.

Potrebbe sembrare una bugia. Io sapevo perché lo volevo toccare. Ma da un certo punto di vista non sapevo perché l'avessi fatto in quel momento. Avevo agito d'impulso.

<Che razza di risposta è?!> chiese Kacchan ricominciando a urlare.

<Ma almeno ti è piaciuto?> mi scappò. Morivo dalla voglia di saperlo.

Kacchan mi guardò con gli occhi sgranati per qualche istante, poi si passò una mano sul viso e ancora, ancora. Voleva camuffare l'espressione che aveva assunto in quel momento. Era palese.

<No> rispose secco.

<Però quella che ho toccato con la gamba era un'erezione>.

Kacchan lasciò scivolare la mano via dalla sua faccia e mi guardò atterrito. Era indecifrabile l'espressione sul suo volto. Aveva le guance completamente rosse, gli occhi lucidi, ma tanta rabbia impressa in faccia.

Non sapevo se aspettarmi urla, colpi o entrambe le cose, ma lui si limitò a raggiungere il letto, sul quale si sedette.

E io? Cosa dovevo capire da ciò? Kacchan quella sera mi stava spaventando e non poco.

Fuck me softly⚜IzukiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora