II. Whiskey at las Brujas
"L'ingenuo ladro i suoi occhi non ascolta, la foto i suoi ricordi affiora."
Il quadro giace lì, da ore ormai. Dorian non sa nemmeno se il tempo è passato dall'ultima volta che ha dato uno sguardo all'orologio che ha rubato, come la maggior parte degli oggetti in quella casa, dal negozio che gli sta accanto. Vive in una vecchia fabbrica abbandonata da anni ormai, non può permettersi il lusso di abitare in una residenza rintracciabile.
Ha appoggiato il dipinto alla parete di mattoni e l'ha coperto con una tenda relativamente pulita, buttando via il lenzuolo sporco e cencioso di casa David. Mentre aspetta il compratore si prepara una tazza di tè allo zenzero e al limone e si accomoda sulla poltrona porpora, l'unico ricordo rimasto della sua famiglia. Il compratore era stato chiaro e irremovibile quando si erano incontrati: non sollevare il velo, per nessun motivo. Eppure lui aveva tolto il lenzuolo a casa David, e non era successo nulla.
D'improvviso, come un fulmine a ciel sereno, pensa che sia un falso.
Si alza di colpo dalla confortevole posizione che aveva assunto, poggia la tazza fumante sul tavolino di fianco a lui. Con i battiti accelerati si avvicina e solleva un lembo della tenda. Poi, colto da una frenesia irrefrenabile, la toglie completamente. È totalmente ipnotizzato dalla fanciulla dipinta. Lo stesso effetto di qualche ora prima casa David.
Il suo volto: un perfetto ovale bianco come il latte. I lunghi capelli biondi le cadono sulle spalle in modo perfettamente accattivante. Ma quello che colpisce di più Dorian sono i suoi occhi: due immensi pozzi chiari che lo fissano, mentre lacrime copiose scendono lungo le sue gote.
Può quasi sentire la sua presenza bruciargli la pelle, scavargli e vedergli dentro. Vedere l'oscurità che da tempo giace dentro di lui e che lo spinge a uccidere tutti quelli che incontra. Può quasi riflettersi in quello specchio quale sono i suoi occhi. Si volta, pauroso di sapere cosa potrebbe scoprire restando fermo a guardarla. Ma non riesce a staccarsi da lei.
Oh, fanciulla baciata da bellezza mortale, rivolgimi un solo sorriso e io sarò ai tuoi ordini.
Capisce di non potercela fare. Si costringe a interrompere quel contatto morboso e arranca fino al tavolo in mezzo alla stanza. Apre il cassetto e trova il suo album fotografico. Lo apre e inizia a guardare le foto. Lo fa sempre quando è stressato: lo aiuta a ricordare, a ricordare cosa è diventato. Perché lui vorrebbe cambiare. Ma non può: non ci riesce. Sfoglia le pagine e un senso di calma lo attraversa.
Si è dimenticato, non ha fatto la foto a Gustave. Di solito lo fa sempre, per ricordare.
Riporta l'attenzione su un particolare foglio del grosso libro che ha in grembo. Una foto in particolare attira la sua attenzione. Era Francis, un ragazzo conosciuto a una fiera. Gira pagina. Trova un'altra foto. Il quadro che aveva fatto gli dà ancora un senso di orgoglio. Il ragazzo, che doveva essere poco più di un ventenne, sedeva al bancone del bar, con una sigaretta in mano e un borsalino scuro in testa. Si chiamava Denny, era americano. Era venuto in Francia perché sua moglie diceva di aspettare un bambino e lui voleva comprare casa lì. Come poteva, Dorian, dire di no a quella richiesta tanto invitante?
La sua espressione, così assorta, oscurata dal cappello, diceva: uccidimi. E così aveva fatto.
Si era seduto accanto a lui e aveva ordinato un whiskey, poi lo aveva avvicinato con una domanda: cosa ci faceva lì uno scapolo? Si era mostrato gentile e Denny aveva abboccato. Si era subito una lenta tortura, ascoltandolo raccontargli della sua vita, ma quando il giovane si era dichiarato ubriaco fradicio, Dorian era passato all'attacco. Mentre Danny lasciava il bancone per andare in bagno, aveva colto l'occasione. Aveva tirato fuori dalla tasca del completo una dose di cianuro che non si era completamente sciolto nel whiskey. Quando Denny era tornato e aveva bevuto, Dorian se ne era già andato. Lo aveva visto da lontano, però, mentre era crollato a terra in preda alle convulsioni. Nessuno se ne era accorto, come se in quel posto fosse di routine. Lo aveva nascosto e aveva aspettato. Quando ormai il suo corpo non si muoveva più aveva finto di portare un amico ubriaco al bancone. Quando si era avvicinato a Denny, nessuno aveva detto niente. Gli aveva messo il suo cappello, una bottiglia di whiskey accanto e la sigaretta in bocca. Poi gli aveva fatto una foto, per immortalare la sua opera d'arte.
Ritornato al presente si sistema meglio sulla poltrona e sospira. Sa, razionalmente, che uccidere è sbagliato. Ma la sua voglia è incontrollabile. È come una grande piovra che lo avvolge e che lo porta giù.
Si alza in piedi e rimette a posto l'album. Poi, il suo sguardo torna inevitabilmente al quadro. Si sforza di non andargli incontro. Ma non ci riesce. Lo fissa per alcuni istanti.
Poi: succede.
La fanciulla si muove. Sorride e... esce.
Dorian chiude gli occhi, poi li riapre. Non fa in tempo a dire una sola parola, che lei ha già tirato fuori il coltello. Lo pugnala. Così, d'improvviso. E quando vede la grossa macchia di sangue estendersi sulla sua camicia bianca, non sa cosa pensare.
Dorian.
La ragazza di fronte a lui emette un suono strozzato che lo costringe ad alzare lo sguardo. La vestaglia di pizzo che indossa è sporca di rosso. La ferita che ha sul petto è uguale alla sua. Come se si fossero pugnalati a vicenda. Sbatte le palpebre, attonito. E la ragazza sembra non essere da meno: ha le labbra socchiuse, in una evidente espressione di stupore. Respira affannosamente e poi guarda la sua ferita. La stessa, identica, ferita.
Una piccola, insignificante, goccia di sangue cade a terra.
Dorian ne segue il percorso. Quando si schianta al suolo, la fanciulla pronuncia qualcosa.
«Mi dispiace, frère»
Poi, cadono a terra. I loro corpi: esanimi.
Una goccia leggera cade dal mondo, la fine che preannuncia l'origine. Sai, Dorian, un destino ti aspetta. Non deluderlo o rimarrai invischiato in qualcosa di più oscuro della morte.
"Dentro il quadro l'anima sepolta esce fuori e il cuore si addolora."
Spazio Autrice
Pubblico in anticipo perché domani non penso di riuscirci e non vorrei iniziare a mancare gli aggiornamenti all'inizio xD
Detto questo, come vi è sembrato il capitolo?
Perché io ho un vero problema con i secondi capitoli, non mi piacciono proprio.Colgo l'occasione per ringraziare la mia beta matycomsi, che fa un lavoro impeccabile!
E niente, noi ci rivediamo tra una settimana esatta! Spero.
Neb
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Solange - Il quadro vivente (IN PAUSA)
ParanormalUccidi. Ruba. Scappa. Dorian è un assassino. Per mantenersi fa il ladro per persone poco raccomandabili che gli garantiscono bei soldi e pochi problemi. E quando gli viene assegnato di rubare un quadro in una casa all'asta, è sicuro di guadagnars...