capitolo 5 - prego, comunque.

352 25 12
                                    

Le altre lezioni continuarono normalmente, non accadde nulla di speciale. A dire la verità non sono stata proprio attentissima a tutto eh, ma comunque capii qualcosa.
Quando finalmente suonò la campanella fui letteralmente la prima a scattare via dalla classe.
Uscita dall'edificio, misi le cuffiette e feci partire la riproduzione casuale. Partì "Illenium - Lost". Non poteva partire canzone peggiore in questo momento, sei sempre sul pezzo riproduzione, complimenti.
Durante il tragitto mi persi completamente nei miei pensieri. Le mie gambe stavano ormai camminando da sole, non erano sotto il mio controllo, come neanche la mia mente.
All'improvviso, però, mi sentii tirata verso dietro, le mie gambe strusciarono sul terreno del marciapiede. Non avevo più la musica nelle orecchie, sentivo solo un fiato caldo sul collo e delle braccia muscolose attorno alla mia vita. Girai il capo verso destra per vedere di chi si trattasse. La mia schiena era stretta contro il suo petto. Cominciai a diventare paonazza quando mi resi conto che si trattava di Todoroki.
Deglutii e, quando mi resi completamente conto della posizione in cui ci trovavamo, mi liberai velocemente dalla sua presa.
Todoroki: "Prego, comunque."
(t/n): "P-per cosa?" chiesi, ancora confusa e imbarazzata.
Todoroki: "Diciamo solo che ti ho salvata. Stavi attraversando la strada con il semaforo rosso, una macchina ti stava per investire. Controlla un po' le tue gambe e non distrarti quando vai in giro, non ci posso essere sempre, quindi evita di essere investita" disse, per poi mettersi a posto il colletto della divisa.
Ancora non realizzavo, stavo per essere investita?! Non so.. Forse, perdendomi nei miei pensieri, non mi resi conto di dove stesso andando.
(t/n): "Ad ogni modo, non ho bisogno del tuo aiuto. Grazie comunque, ora ciao." dissi, per poi scappare via insieme al color verde del semaforo.
Attraversai velocemente le strisce e girai l'angolo in modo che non mi potesse più vedere. Poi, appoggiandomi al muro, ripresi le cuffiette. Esitai leggermente prima di metterle, spesso le canzoni non mi fanno più essere cosciente e.. diciamo che si è visto. Optai per metterne una sola, poi mi diressi a casa.

Appena chiusa la porta di casa sentii Sakamae catapultarsi davanti a me.
Sakamae: "Allora? Com'è andato il primo giorno di scuola? Hai fatto nuove amicizie? Come sono i compagni? I prof? Com'è la classe? Ti sei trovata bene?" mi chiese impaziente, con un sorriso a 32 denti e le mani legate tra di loro davanti al suo petto.
E datti una calmata.
(t/n): "Si Sakamae, è andata bene." dissi, per poi salire al piano di sopra, in camera mia.
Finalmente mi tolsi la divisa e mi misi dei vestiti comodi, avrei tanto voluto bruciare quella dannata gonna, non riuscivo a respirare.
Presi subito il mio taccuino, una penna e mi lanciai sul letto, per poi buttare giù qualche schizzo.
Dopo qualche minuto presi anche il telefono e feci partire qualche canzone. Almeno qua a casa non c'erano pericoli.
Partì "Halsey - Ghost".

"My ghost, where'd you go? I can't find you in the body sleeping next to me. My ghost, where'd you go? What happened to the soul you used to be?"

A quelle parole mi venne in mente mia madre. Quando ero piccola rimaneva sempre un po' vicino a me, in modo da farmi addormentare e spesso si addormentava con me.
Ricordo ancora la sensazione delle sue mani che accarezzavano i miei morbidi capelli (c/c). Mi manca tutto questo.
Scossi la testa, riprendendo mi dal mio stato trans e continuai a disegnare, finché non suonò la sveglia del telefono.
Oggi pomeriggio sarei andata in palestra a fare qualche esercizio, anche solo per noia.
Cominciai a prepararmi. Misi dei leggins neri fino al ginocchio, scarpe da ginnastica, un top sportivo ed una canottiera. Presi il borsone e mi diressi verso l'edificio. Non era molto distante da casa mia, circa cinque minuti di camminata.

Appena arrivata nella struttura mi diressi negli spogliatoi dove, con la grande quantità di fortuna che pervade il mio miserabile corpo, incontrai Momo, una delle mie compagne di classe.
Momo: "Ehi! Ciao (t/c)! Anche tu qui?" disse, sventolando la mano per salutarmi.
Ma perchè la mia vita deve essere un continuo fracassamento di palle, insomma, che ho fatto di male per non avere nemmeno un minuto di solitudine?
(t/n): "Ehm, si. Ciao." dissi girandomi velocemente per poi scappare via dallo spogliatoio e dirigermi verso i sacchi da pugile (*ci sono nelle palestre, giusto?*).
Misi i guantoni e cominciai a tirare qualche pugno, qualcosa di molto leggero.
Poi, pian piano, cominciai ad aumentare la forza. Sentivo le catenelle che tenevano il sacco appeso tremare, era un piccolo particolare che mi è sempre piaciuto.
Colpo dopo colpo cominciai a rilassarmi leggermente e, di conseguenza, aumentare la potenza dei pugni. Era sempre stato un buon metodo per alleggerire lo stress.

"Fai piano, che altrimenti lo spacchi." sentii da qualcuno alle mie spalle. Avevo già sentito quella voce, era famigliare.
Decisi di non dargli molta attenzione e continuai a massacrare quel povero sacco.
Lo schifoso essere si mise al sacco accanto al mio. Ho sempre odiato allenarmi con altra gente, anche una sola persona. Non mi sento a mio agio, percepisco sempre la sensazione che qualcuno mi stia guardando, che mi stiano giudicando, ed odio questa sensazione.
Mentre continuavo a tirare pugni spostai leggermente lo sguardo verso la persona a me vicina.
La fortuna è sempre dalla mia parte, SEMPRE.
Era Todoroki.
Aveva dei pantaloni neri ed una canottiera grigia che metteva in risalto i muscoli delle sue braccia.
Ah beh, almeno non è uno spettacolo orribile.
Aspetta.
L'ho pensato davvero? Ma che cazzo?!
Ad ogni modo, ritornai concentrata sulla mia vittima.
Insieme ad i pugni accompagnai qualche calcio di tanto in tanto, finché non feci una piccola pausa dopo una ventina di minuti. Avevo poggiato la bottiglia d'acqua accanto a me, la presi e cominciai a bere come un esploratore del deserto privo di acqua da giorni.
Nel frattempo, come se non bastasse, arrivò anche Momo.
Grazie a Dio non mi degnò di uno sguardo, anzi, sembrava quasi che la mia presenza la infastidisse.
Tornai sul mio sacco e, dopo una trentina di secondi, l'unica cosa che vidi fu la ragazza abbracciata a Todoroki. Lui non sembrava ricambiare, anzi, sembrava visibilmente irritato.
Senza farlo a posta, con un pugno staccai il sacco dalla catenella, il quale fece un grande tonfo.
I due ragazzi vicino a me si girarono di scatto.
Lei fece un piccolo saltino, forse derivato dallo spavento, e si avvicinò ancora di più a lui.
In quel momento si creò molto, molto imbarazzo. La povera vittima si trovava esattamente ai miei piedi ed io, abbastanza confusa, ero in piedi davanti ad esso.
(t/n): "S-scusate" dissi alzando leggermente il capo verso di loro, che precedentemente era chinato verso il basso ad osservare l'attrezzo posto ai miei piedi. Mi tolsi i guantoni e presi il sacco appena deceduto con un braccio per portarlo via.

Andai da Katsuyuki, il proprietario della palestra, anche grande amico di Atsumichi.
(t/n): "Katsuyuki, ho staccato un altro sacco, dove lo butto?" chiesi, tenendolo sulla spalla.
Katsuyuki: "Ugh, un altro? Devi cominciare ad imparare a dosare la forza, altrimenti me li romperai tutti. Lancialo laggiù, poi vai a prenderne un altro nello sgabuzzino e aggancialo" disse, indicando altri 4/5 sacchi, probabilmente rotti dalla sottoscritta. Ops.
Dopo averlo posato mi diressi verso il luogo indicatomi dall'uomo e ne presi un altro.
Era di un grigio molto scuro con delle strisce verdi all'estremità. Lo caricai in spalla e lo riportai in sala.
Appena oltrepassai la soglia della porta, Momo era davanti al ragazzo.
Era irritante, mi sentivo il terzo incomodo.
Appena entrai mi accorsi anche che la ragazza aveva smesso di parlare, antisgamo. Prima urli, poi taci. Oookay.
Agganciai il sacco alla catenella, presi la mia borraccia d'acqua e ritornai negli spogliatoi, per poi ritornare a casa.
Indovinate un po'? Riproduzione casuale.
"I'm not her - Clara Mae"
Mi sa che il telefono ce l'aveva con me, anche se non so perché, mi fece pensare.

"She's dancing on your feet with our song on repeat, she painted every role of us. She's taking off her clothes in the bed you kept me warm, heard she's everything I never was..
No, I'm not her, no, never will never gonna move like her, move like. I'm not her, no, never will never gonna look like her, be like
I'm not her, I'm not her, no.. At least that's what I've heard."

Appena tornata a casa mi buttai a fare una doccia fredda, cenai con la mia famiglia e la notte guardai qualche serie tv, per poi uscire a fare una passeggiata. Diciamo solo che sono riuscita ad andare contro un palo.

Santo Dio che giornata del cazzo.

half 'n half [reader x todoroki]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora