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Vedo uscire Enrico per primo. Si avvicina a me con fare losco e mi dice: "Devo parlarti" in tono gravioso.

Allora mi prende da parte e mi guarda con quei suoi occhi verde pisello. "È difficile, non so come dirtelo."

"Daii amo spara."

"Ecco vedi ... Speranza io sono incinto."

Mi portai le mani alla bocca, incredula.

In effetti i suoi addominali erano diventati lardominali e i muscoli si erano un po' rilassati ultimamente, ma pensavo fosse dovuto solo alla quantità enorme di Sprite con cui lui e i suoi amici si ubriacavano

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In effetti i suoi addominali erano diventati lardominali e i muscoli si erano un po' rilassati ultimamente, ma pensavo fosse dovuto solo alla quantità enorme di Sprite con cui lui e i suoi amici si ubriacavano.

Subito le lacrime bruciarono i miei occhi. "Enrico ma che dici ... è impossibile"

"Speranza siamo in una fanfiction tutto è possibile"

Ma quella dichiarazione era stata troppo per me. Corsi piangendo da Giovanni, l'unico che ancora non mi ero fatta. Destina aveva sbagliato a giudicarlo, lui era il più a posto dei tre.

"Giova devi darmi qualcosa di forte e anche la tessera dell'Ipercoop per favore"

Giovanni mi guardò con sguardo invitante. Non capivo se fosse sballato o se mi stesse spogliando con gli occhi ma per quanto lo trovassi attraente, in quel momento ero troppo deprex per cedere al suo sex appeal.

 Non capivo se fosse sballato o se mi stesse spogliando con gli occhi ma per quanto lo trovassi attraente, in quel momento ero troppo deprex per cedere al suo sex appeal

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"Ma Spery a che ti serve" indagò.

"Tu non preoccuparti ... dammi e basta."

Giovanni assunse un'espressione sospettosa ma non protestò e si mise ad elencare tutte le droghe che possedeva.

"Allora qui abbiamo: bamba, ganja, funghetti, LSD, metanfetamina, crack, gogaina, rosette, ciabatte, pancarrè, baguettes e prosecco della Valtellina."

"No scusami io cerco qualcosa di più forte." dissi scuotendo la testa dopo che mi aveva esposto sul cruscotto tutta la sua mercanzia. sapevo infatti che con i vucumprà come Giovanni funzionava la tecnica del fingersi disinteressate.

"Dai solo diesci euri." insistette.

"Cinque al massimo.

"No dai sette come i colli di Roma, i peccati capitali e i re di Roma. TRIPLO 7 SU OGNI COSA SEEEEEH GANG." gli partì lo schizzo. Infatti mi sembrava strano che non avesse ancora inserito uno "SKU SKU" o un "ESKERE" ogni due parole.

"Due euro o niente." Contrattai.

"Vabbè a sto punto te lo do gratis." Mi schiaffò la cocaina su una mano. "Però in cambio voglio qualcosa."

"Cosa?" chiesi arrossendo.

"Un segone stupida bibbi."

A quel punto gli mollai una pizza in pieno viso e scappai in lacrime verso l'Ipercoop con la sua tessera e la cocaina. Ero stanca di essere trattata come una troia e ingannata da tutti: prima Enrico mi aveva fregata dicendo che sarei rimasta vergine come la Maronn, poi Giustino mi aveva perculata con la storia del pitone costringendomi a fargli la pompa, e ora Giovanni voleva un segone.

Ero stanca di tutto e di tutti; tutti si approfittavano di me ma a nessuno importava veramente di me, altrimenti avrebbero notato che portavo le maniche lunghe per nascondere il fatto che io mi taglio le mele. Era iniziato tutto con delle semplici croste di grana Padano lanciatemi da Nello che poi erano diventate panini interi con la soppressa.
Non ce la facevo più a subire tutto questo, ogni giorno dovevo tornare a casa e spiegare a mia mamma perché i miei capelli puzzavano di salame alle erbe aromatiche ed ero costretta a mentire, a nascondere il mio malessere.

Ma ora era troppo.

Riempii il carrello con tutto lo scaffale dell'ammoniaca, non ero sicura che si usasse quella per accopparsi ma non me ne importava, volevo solo bere qualcosa di toxico.

Pagai e uscii, correndo a casa con il carrello perché non riuscivo a prendere in mano tutta l'ammoniaca.

Era arrivato il mio momento. Lacrime amare corsero lungo le mie guance mentre mi pippavo una raglia di bamba e aprivo il tappo della prima bottiglia con mani tremanti, ma proprio quando stavo per portarmela alla bocca sentii un tonfo.

Mi voltai e vidi che Giovanni, Giustino ed Enrico erano entrati sfondando la finestra.

"Scialla, adesso chiamo Carglass." disse Giustino. "Prima però: minchia stai facendo?"

Enrico accorse verso di me, abbracciandomi con le sue braccia poderose, e mi sentii al sicuro. Piansi, ma lui si scostò.

"tu e il tuo mascara dell'OVS scollatevi dalla mia maglia Gucci!" Gridò

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"tu e il tuo mascara dell'OVS scollatevi dalla mia maglia Gucci!" Gridò. La gravidanza lo stava rendendo una checca isterica.

"Ma chiudi la bocca, che l'hai comprata dai cinesi al mercato di Cinisello Balsamo." lo zittì Giustino.

"Ho detto alla gang del tuo atteggiamento sospetto ... che mo mi avevi chiesto la carta socio Coop e anche la bamba." Spiegò Giovanni. "Piccola... non farlo mai più." Mormorò, vedendo le mele tagliate sul bancone della cucina.

"Scusate è che io non ce la faccio più ad essere bullizzata da Nello." Singhiozzai. "E mi sono sentita presa in giro da voi ... a parte Giovanni, bascini e cuoriscini pe' lui." mi tappai la bocca, sorpresa delle parole che mi erano uscite. L'influenza di Giovanni e Giustino mi stava contagiando prima che avessi potuto accorgermene.

"Oh piccola non ti faremo più sentire così, promesso." Sussurrò Giustino baciandomi la fronte.

A quel punto fummo interrotti da Destina che sfondò la porta di casa. Tirai un porcone perché, acciderbolina, mi stavano sfasciando la casa.

"Oddio Spery, scusami ma è importante ..." urlò, non gliene fregava una minchia che avessi tentato il suicidio per le paninate di Nello. Mi sventolò davanti alla faccia una pagina di Facebook. "Ti hanno appena fatto querela perché hai rubato tutta la mmmoniaca!"

Madonna extravergine d'oliva, ci mancava solo questo.

IL KUORE CHE NON FOTTE[H.S.//J.B.//S.M.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora