capitolo 4

18 4 2
                                        

Sentii la voce di mia zia gridare dal primo piano <è pronto!>.
Appena sentii quelle parole mi alzai immédiatemente e mi fiondai sulla porta afferrando la manica di Gaia obbligandola a seguirmi.
Appena arrivati nel corridoio del piano di sotto non sapevo in che porta andare, finché Gaia non spalancò la porta davanti a quella del salotto e mi fece il cenno di entrare.
La cucina non era molto grande ma non era neanche piccola.
C'erano due finestre lunghe e sottili sulla stessa parete che illuminavano la cucina con una luce molto chiara.
C'era un tavolo quadrato di legno chiaro e quattro sedie, con un quscino verde chiaro su ciascuna.
Il muro della cucina era di piastrelle  e bianche che non erano state messe in un ordine completamente a caso.
Mi sedei su una sedia vicino a un mobile bianco e guardai cosa avevo nel mio piatto, che mandava un odore delizioso. <È una frittata con formaggio e prosciutto, se non ti piace posso farti della pasta.> Disse Michela sedendosi davanti a me.
<Ah, no! Non ti preoccupare sono sicura che è buonissima! Ma voi non mangiate?> Dissi accorgendomi che c'era solo il mio piatto sul tavolo.
<Io e Gaia abbiamo già mangiato, quindi non ti preoccupare, ah dimmi com'era il viaggio!> Mi rispose mia zia appoggiando il suo viso sulle sue mani.
Continuammo la discussione, mentre io mi gustavo la mia frittata e devo ammettere che era molto buona.
Passammo dal parlare del mio viaggia a com'era in Inghilterra eccetera.
In fine mi alzai e chiesi aiuto a mia cugina per portare le mie valigie nella mia nuova camera.
Gaia voleva anche aiutarmi a sistemare le mie cose nei vari mobili e scaffali ma io insistii per fare da sola.
Quando lei uscí dalla stanza io chiusi la porta e mi buttai mio sul letto.
Ero stanca e l'unica cosa che volevo fare era dormire.
Alzai una delle due coperte su di me e mi addormentai sull'altra per non sporcare il lenzuolo pulito del materasso.
Chiusi i miei occhi assonnati e stanchi, che orami non ce la facevano più e caddi un un sonno profondo.
Camminavo ormai da ore, era tutto buio e l'unica cosa che riuscivo a vedere erano le sagome dei pini.
L'aria gelida mi congelava la pelle e la mia vista si faceva sempre più offuscata.
Mi fermai e sentii un rumore, un piccolo scricchiolio di rami spezzarsi.
Non so perché ma caddi a terra e non riuscii più a rialzarmi, la mia testa aveva sbattuto contro qualcosa e la mia vista cedette e l'unica cosa che riuscii a vedere, anche se per poco tempo, era un ciliegio in fiore.
Mi alzai di scatto, ero tutta sudata ed ero nel mio letto. Era solo un sogno.
Mi alzai, oramai non avevo più sonno e guardai fuori dalla finestra. Era tutto buio, quanto avevo dormito?! Mi girai verso le mie valigie e mi ricordai che non avevo messo apposto.
Aprii la zip di una tasca della mia valigia più piccola e tirai fuori la mia sveglia, che segniava anche l'ora.
Era mezza notte!
Accipicchia non è possibile non ho neanche mangiato cena!
Decisi di accendere la luce e sistemare le mie cose senza fare troppo rumore, per non svegliare nessuno. Mentre sistemavo mi accorsi di una scodella di spaghetti alle vongole sulla scrivania, sulla scodella c'era attaccato un post-it rosa. C'era una scritta in matita che diceva
*Spaghetti alle vongole in caso ti svegli di notte ton una fame da lupi.
Gaia♥*
Mi avventai sugli spaghetti e li divorati in un battibaleno.
Spostai la ciotola sul lato della scrivania e continuai a mettere in ordine.
Passarono qualche oretta e adesso erano le due di mattina e decisi di tornare a dormire, ma prima sgattaiolai nel piccolo bagno vicino alla camera di Gaia per lavarmi i denti.
Tornai in camera e mi misi il pigiama, per poi infilarmi nel mio letto e sprofondare in un altro sogno.

Sotto il ciliegioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora