La ragazza mi abbracciò, quasi strangolandomi. Potevo solo supporre che era Gaia.
Dopo esserci staccate Gaia chiuse la porta dell'ingresso mentre io guardai un po' in giro.
Il pavimento del corridoio era tutto di parquet di legno di quercia chiaro un po' rovinato.
C'erano un mobile bianco, un po' vecchio per le scarpe e dei gancetti attaccati al muro con delle giacche pesanti appoggiate sopra.
Il lampadario era anche esso vecchio e una lampadina su due erano bruciate.
C'era odore di pane fresco ovunque e l'aria era calda, come il pavimento.
Mi tolsi le scarpe e la giacca, misi le scarpe vicino alla porta contro il muro e stavo per appendere la giacca, ma Gaia me la tolse dalle mani e la appese a un altro attaccapanni nero, che non havevo visto.
Il corridoio era abbastanza corto, massimo ci entravano sei persone schiacciate insieme, c'erano due porte sochiuse a destra e a sinistra del corridoio e delle scale di legno che salivano e arrivavano a un'altra porta chiusa.
I muri e le porte erano bianchi come la casa da fuori, ma le porte essendo leggermente rovinate la loro vernice era un po' screpolata facendo intravvedere il legno di cui erano fatte .
Gaia ancora con il sorriso stampato in faccia mi prese per il braccio e mi portò nel salotto, che era nella porta a sinistra del corridoio.
Seduta su un divano magenta scuro c'era una signora più o meno sui cinquant'anni che leggeva un libro dalla copertina verde scuro, che riconobbi subito.
Era un libro su il wombat, un animale australiano, che mi aveva regalato mia madre. Lei e sua sorella, mia zia, lo leggevano spesso, quando erano piccole. A quanto pare lo aveva ricomprato, visto che l'originale ce l'avevo io.
Michela, mia zia, aveva i capelli biondi e leggermente più lungi del livello delle sue spalle, di lunghezza media insomma.
I suoi occhi di colore verde brillavano sotto la luce del sole come uno smeraldo. Quegli occhi.... erano gli stessi occhi di mia madre... mi piaceva tanto guardarli, e appena vidi la somiglianza tra lei e mia madre mi si strinse il cuore.
Sembrava non vedermi, era talmente concentrata, allora dissi <Zia! Che bello vederti!> appena finii la frase si girò di scatto e gli si spalancarono gli occhi, si alzò e corse immediatamente ad abbracciarmi.
La sua reazione fece scappare un risolino da mia cugina, che si tappò subito la bocca, ma quel gesto non zittì la sua risata che adesso si sentiva ancora di più.
Mia zia aveva un enorme e luminoso sorriso, che vidi non appena ci staccammo da quel abbraccio stritolante.
<Tesoro, é un piacere poterti rivedere! Sei cresciuta così tanto dall'ultima volta che ci siamo viste.
Scusa se la casa é un po' in disordine, pensavo che saresti arrivata domani!> disse mia zia. Adesso che ci pensavo il salotto era un po' in disordine.
C'erano dei libri vecchi buttati un po' a terra e un po' sul divano, mentre il tappeto che separava il divano dal camino era un po' impolverato.
Il lampadario era molto piccolo, ma di giorno non ce n'era bisogno visto che una parete della stanza era completamente di vetro, da cui si vedeva il giardino-bosco.
Dall'enorme finestra entrava un sacco di luce calda che illuminava tutta la stanza. Anche il camino era spento, tanto non ce n'era bisogno visto che era appena iniziata la primavera e faceva abbastanza caldo.
Mi rigirai a guardarla <No, veramente era oggi che dovevo arrivare.> dissi sorridendo. Lei mi guardò un po' stupita, ma dopo poco lo stupore si ritrasformó in gioia.
<Davvero?! Che sbadata che sono!>
Disse mia zia <ma no, non fa niente. Piuttosto, non é che potrei mangiare qualcosa? Non mangio da sta'mattina, ero troppo nervosa per mangiare la colazione.> dissi mentre mettevo una mano sulla mia pancia affamata che non smetteva di brontolare.
<Ma certo! Ti preparo io qualcosa da mangiare, nel frattempo Gaia può farti fare un giro della casa.> Disse dolcemente mia zia e appoggiò una mano sulla spalla di mia cugina.
Michela uscì dalla stanza lasciando la porta aperta e rimaniamo solo io e Gaia.

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Sotto il ciliegio
Fiksi RemajaEmili è una ragazza che si trasferisce in un villaggietto isolato. Questa storia è la sua storia e di cosa succederà in quel villaggietto sperduto, per saperne di più leggete l'introduzione.