la musica

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(1 mese dopo...)

Cristina, dopo essersi presa qualche settimana di pausa riprese il suo piccolo impiego come barista nel suo pub notturno preferito, le piaceva molto quel posto, si sentiva a casa e non si sentiva sola. Nella stessa sera in cui lei riprese a lavorare era stata invitata una band metal alle prime armi; Cristina non ebbe il tempo per soffermarsi ad ascoltarli a causa delle innumerevoli ordinazioni fino a quando ormai si fecero le 4 del mattino e il locale ormai era quasi deserto, si sedette tutta sola al bancone intrappolata nei suoi pensieri gustandosi la sua solita birra di fine serata, niente e nessuno avrebbe potuto distrarla tranne quella melodia, una melodia malinconica, una melodia a lei molto famigliare e senza accorgersi si ritrovò a canticchiare " i hurt myself today to see if i still i focus on the pain. The only thing that's real, the needle tears a hole, the old familiar sting try to kill it away but i remember everything" con le guance rigate dalle lacrime, le si creò un nodo in gola e dalla sua bocca non uscì più neanche un suono, l'unica cosa che riuscì a fare fu piangere; con la vista offuscata vide il bassista della band fissarla , così di scatto si girò asciugandosi le lacrime con il suo grembiule sperando che nessuno si fosse accorto della sua vulnerabilità. Ormai era ora di chiusura e il locale era deserto, nessuna voce, c'era solo lei e il suo straccio così prese il suo walkman munito di cuffie ed inserì la sua cassetta preferita dei DuranDuran e iniziò a pulire il bancone canticchiando, non si accorse però che all'angolo del bancone c'era un ragazzo e quando lo vide cacciò un urlo seguito da un - cristo mi hai fatto prendere un infarto.. e comunque il locale è chiuso- -scusami non volevo spaventarti, mi chiedevo solo se potevo avere una birra- Cristina sorrise al ragazzo ma dai suoi occhi traspariva tanta solitudine, tristezza, e paura del futuro che dovrà affrontare da sola perché nessuno sarà vicino a lei quando dovrà prendere decisioni importanti e nessuno sarà lì pronto ad abbracciarla quando raggiungerà un obiettivo e sarà felice , mai nessuno piangerà di gioia insieme a lei, mai nessuno le dirà:"Sono orgogliosa di te!" -certo! Subito!- dopo averla ringraziata per la birra ci furono dei momenti di silenzio e il ragazzo continuò:-prima ti ho sentita cantare hai davvero una bella voce- Cristina abbassò lo sguardo perché si rese conto che nonostante il suo tentativo di non farsi notare il giovane bassista si era accorto di lei e della sua voce, subito cercò di cambiare argomento e si presentò al ragazzo che rispose:-io sono Marco, però adesso vorrei sentirti cantare perché hai una voce fantastica- lei replicò dicendo:-ma no, adesso è troppo tardi e ancora devo finire di pulire il locale.- Marco la guardò come per farle capire che sapeva benissimo che la sua era solo una scusa perciò rispose:- va bene dai per stasera va così, però cerca di superare questa timidezza perché se il mondo potesse conoscere la tua voce sono certo che sarebbe un posto migliore nel quale vivere, nel momento in cui ho sentito la tua voce mi è venuta in mente una canzone meravigliosa che amo alla follia e per me rappresenta proprio la tua voce-, la ragazza avrebbe voluto semplicemente sorridergli nella speranza che il discorso potesse terminare, ma la sua curiosità era troppo forte e non poté fare a meno che chiedere quale fosse la canzone; Marco disse sorridendo:"stairway to heaven", il volto della piccola donna si illuminò e disse sottovoce:-Papà, era la tua canzone questa-il ragazzo nonostante avesse sentito fece finta di niente si avvicinò a lei, le diede un bacio sulla guancia che prometteva un suo ritorno e andò via.

Una volta chiuso il pub salì sulla sua fiat panda e guidò verso casa, una volta arrivata si lasciò cadere sul letto sfinita guardò l'orologio : 5:48, fu la prima volta che tornò a casa così tardi dal lavoro; chiuse gli occhi nel tentativo di addormentarsi ma qualcosa la turbava, sempre quella melodia malinconica le suonava nella testa che la fece ripensare a quel bassista a lei prima sconosciuto, a ciò che le aveva detto; iniziò a chiedersi se le sue parole fossero vere oppure  se fosse stato solo un  gesto di compassione dopo averla vista piangere, ogni volta che le passava per la mente l'immagine di questo ragazzo si sentiva lo stomaco sottosopra, una sensazione indescrivibile a parole, una sensazione che non provi per tutti.

Nelle settimane successive nonostante non si fossero più visti, Cristina non potè fare a meno che pensare quel ragazzo,Marco, un ragazzo alto e grosso ma con uno sguardo così dolce e tenero che avrebbe fatto innamorare chiunque. Era uno di quei giorni difficili da affrontare e Cristina non aveva neanche la forza di alzarsi dal letto e scoprire che un nuovo giorno era nato senza che i raggi del sole avessero carezzato il viso di sua madre, pensò inizialmente di fingere un malessere per poter rimanere a casa dal lavoro ma poi realizzò che non riusciva a stare da sola in quella casa, troppi ricordi le facevano mancare l'aria; si fece coraggio e come ogni giorno andò a lavoro.

Quella mattina decise di andare a piedi, attorno a lei c'erano anziane dirette al mercato, un gruppo di ragazzi con lo skate, bambini al parco con le loro madri e il solito panettiere da cui era solita comprarsi la colazione e il pranzo, tutto era al suo posto, non era cambiato nulla negli anni, l'assenza di sua madre però le fece risultare tutto diverso. Arrivata al pub indossò il suo grembiule e si legò i capelli, era pronta per il suo turno. Fortunatamente di mattina il pub è semi deserto ma Cristina non vedeva l'ora che arrivasse mezzogiorno per poter andare da qualche parte tutta sola. Scattarono le 11.58 quando nel pub entrò Marco -Buongiorno!- Cristina alzò lo sguardo e vide Marco, i suoi occhi si illuminarono e il cuore iniziò a batterle forte, la sensazione che provò era un misto di paura, insicurezza, timidezza e tanto amore per quel ragazzo che dopo un po' di tempo aveva deciso di tornare da lei proprio in un giorno che Cristina pensava non sarebbe mai riuscita a superare, lei lo prese come un segno del destino, fece un respiro profondo e disse:-Hey, ciao-, nonostante tra i due ci fosse molto imbarazzo Marco prese coraggio -Ti andrebbe di andare a mangiare qualcosa quando hai finito il turno?- Cristina avrebbe voluto accettare ma la sua paura era troppo grande -Mi dispiace ma oggi finisco di lavorare molto tardi- Marco la guardò e poi fissò una lavagna che si trovava dietro il bancone sulla quale erano scritti tutti i turni dei dipendenti del locale; Cristina si girò, si accorse che Marco stava guardando quella lavagna e l'unica cosa che riuscì a dire fu -Scusami, va bene, tempo di cambiarmi e sono pronta- Quel pranzo fu uno dei giorni più belli della vita di Cristina e di Marco; il pranzo non fu niente di particolare: andarono a mangiare una pizza nel ristorante del parco dove Cri ha passato parte della sua infanzia, poi fecerono una passeggiata. Durante quella passeggiata la giovane donna si sentì finalmente importante, riuscì dopo molto tempo a camminare a testa alta e a guardare le persone negli occhi e soprattutto a sorridere, così non si sentiva da quando era piccola e ancora aveva la fortuna di passeggiare per mano al suo eroe e alla sua regina che troppo presto l'avevano abbandonanta in un mondo cattivo e pieno di ingiustizie subito pronto a prendersi gioco di te, dei tuoi sentimenti e dei tuoi sogni. Quel pomeriggio fu per i due così bello che neanche si resero conto dell'orario: erano già le 19.00 e Marco decise così di riaccompagnare Cristina a casa, durante il tragitto sembrava che qualcosa tra i due fosse cambiato: momenti di silenzio si alternavano a frasi corte e concise dette a bassa voce e con molto imbarazzo e soggezione. Arrivati sotto casa di Cri, Marco la accompagnò fino al portone e si salutarono con un timido -ciao- e un bacio sulla guancia. Mentre saliva le scale del condominio per raggiungere il suo appartamento Cristina capì che l'imbarazzo che si era creato durante il ritorno a casa era dato dalla voglia di entrambi di dichiararsi il loro interesse, questo fu il motivo per cui Marco rimase a fissare il portone nella speranza che Cri tornasse indietro; proprio nel momento in cui Marco aveva perso la fiducia e la speranza di un suo ritorno sentì dietro di se dei passi veloci e pesanti accompagnati da un -Marco aspetta!- , Marco si fermò e dopo qualche istante si voltò e trovò davanti a sè Cristina; Marco tentò di parlarle, di dirle che era stato uno stupido, che aveva avuto soltanto paura ma Cri lo interruppe e lo baciò.

Toxic LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora