Chapter 22

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Pov's Harry.
Tremo a vedere la grande villa Tomlinson, non posso credere che mio padre sia amico, o collega quel che è, con il padre di Lou.
Esito prima di scendere dalla vettura, cammino al fianco dell'uomo che disprezzo da sempre.
Saliamo i pochi gradini e ci fermiamo davanti alla porta, mi volto per vedere mio padre suonare il campanello, si gira verso di me e sfoggia un sorriso tirato, che ovviamente non ricambio.

Sono nervoso e inizio a giocherellare con le pellicine delle mani...mille domande mi invadono la testa.
Lui sarà in casa? Cenerà con noi? Mi spiegherà o farà finta di non conoscermi?
Finalmente la porta si apre e riconosco il viso giovanile del padre di Louis.
Ci accoglie con un grande sorriso.
-Benvenuti- ci fa entrare in casa sua e i ricordi dei giorni passati qui con Lou si fanno spazio tra i miei pensieri.

-Piacere Lukas Tomlinson- mi porge la mano e imbarazzato gliela stringo.
-Harry, Harry Styles- la mia voce suona come un sussurro e il mio labbro trema dell'ansia.
Mentre mio padre saluto il suo collega in sala fa ingresso una donna con un vestito rosso, e in braccio un bambino con gli stessi occhi di Lou, ghiaccio.
Cerco di non fissarla troppo, ma ha l'aria di una persona poco simpatica.

-Buonasera- attira l'attenzione dei due uomini con la sua voce alquanto acuta.
-Elisabeth, come stai?- sorride mio padre stringendola in un abbraccio, includendo anche il piccolino.
-Bene, e questo quel ragazzo chi è?- si stacca velocemente per poi sorridermi e lasciarmi due baci sulla guancia.
Confuso le sorrido...
-Ehm lui è mio figlio, Harry- mi presenta mio padre nervosamente.
-Bei ricci, Harry- nota facendomi sentire in imbarazzo.

Annuisco, e li seguo in cucina.
Ci accomodiamo e noto che il  posto davanti a me è vuoto...
-Tuo figlio?- domanda mio padre notando, anche lui, di un posto vuoto.
-Spero scenda a mangiare, è due giorni chiuso in camera, non so più che fare con lui- ammette esasperato e un senso di colpa mi fa abbassare la testa.
-Sarà per la madre...- afferma mio padre e il ricordo di Louis in lacrime mi fa stringere lo stomaco.

-Non lo so, i ragazzi di oggi sono tutti strani, vivono in un altro mondo, e ho notato che non porta più nemmeno ragazze a casa, probabilmente mi sta diventando gay- ride e mio padre mi guarda di sfuggita prima di ridacchiare alla "battuta" del suo collega.
-Ci manca solo quello, che sia gay...non ci voglio nemmeno pensare, procura già troppi problemi- esordisce acida la compagna di Lukas.

Alzo gli occhi al cielo alle affermazioni stupide e insensate di queste persone  senza cervello.
-E tu Harry la ragazza ce l'hai?- domanda Lukas incrociando le mani al tavolo.
Mio padre si volta subito verso di me con sguardo preoccupato, avrà paura che io ammetta di essere gay.
-In realtà le ragazze non mi interessano- ammetto sicuro di me e osservando bene le loro espressioni.
Lukas sbianca, mentre mio padre si prende la testa tra le mani...e l'oca inizia a ridere.

-Per adesso, non sono ancora pronto per una relazione- continuo e noto che mio padre tira un sospiro di sollievo e Lukas sorride.
-Sei giovani ragazzo, quanti anni hai?- chiede bevendo un sorso del suo vino.
-Sedici- dico tornando a fissare il piatto bianco.
-Adelaide puoi servire la cena- urla stridula Elisabeth.
La cameriera inizia a servici la cena.
-La fettina devi tagliarla più piccola, e la zuppa è troppo calda per il bambino- si lamenta.

-Mi scusi signora- la donna abbassa lo sguardo e esegue gli ordini che l'oca le da.
Poi guarda me e fa cenno di passarmi il piatto, glielo porgo e mi versa una porzione di purè di patate e una bistecca.
-Desira averla tagliata?- chiede in soggezione.
-Stia tranquilla, va benissimo così- le sorrido e lei ricambia.
-Adelaide io si, e che sia fatto bene, lo sai- le ordina Lukas e rimango spiazzato da come la cameriera obbedisca bene per paura.

-E per favore chiamami quel pezzo di merda di mio figlio, gli dica che se non scende a mangiare tornerà in collegio e le sorelle non le vedrà per Natale- afferma con fermezza e la donna sale le numerose scale.
La fame mi è passata e l'aria inizia a farsi calda, quasi non respiro.
Muovo la forchetta nel piatto nervosamente.

Dopo poco la cameriera scende le scale correndo e noto il suo viso preoccupato e non promette nulla di buono.
-Signore, signore- urla cercando di non piangere.
Inizio ad allarmarmi.
-Che succede Adelaide?- chiede infastidito dal suo comportamento...
La donna balbetta cose incomprensibili prima di spiegare cosa ha visto o cosa è accaduto.
-Il signorino Tomlinson, lui è giù- dice come spaventata...

-Che cazzo vuol dire?- domanda Lukas innervosendosi sempre di più.
-Louis si è buttato dalla finestra ed è atterrato sulla macchina del signor Styles- si sfoga mentre inizia a piangere.
Lukas si precipita fuori seguito da tutti noi e una scena che non avrei mai voluto vedere è quella di Louis, il mio Lou, letteralmente spiaccicato al parabrezza della macchina di mio padre.
L'oca urla agitata e Lukas chiama un'ambulanza, nessuno lo tocca.

Il sangue è sparso intorno alla macchina e su di essa.
Vorrei correre da lui e aiutarlo, ma sono shockato e credo di stare male.
I soccorsi non tardano ad arrivare e portare via Louis, che viene trasportato in ospedale.
Torniamo in casa per trovare una "soluzione" ma non sto per niente bene, la testa di Lou piena di sangue e i suoi occhi ghiaccio spenti mi fanno vomitare.
Corro fuori dalla porta e inizio a vomitare sul prato.

La mano di mio padre mi tiene i capelli e l'altra mi accarezza la schiena.
Termino poco e cerco di ricompormi, ma non ho le forze.
Mi siedo nei gradini imitato da mio padre che tiene il suo braccio sulla mia spalla.
-Erik noi andiamo da Louis, ci vediamo dopo- ci informa il padre di Lou entrando nella sua macchina seguito dalla sua "famiglia".

Alzo dopo poco lo sguardo e noto che Adelaide in lacrime ripulisce il parabrezza insanguinato di mio padre.
-Ti senti meglio?- domanda mio padre accarezzandomi i ricci e mento annuendo.
No, non sto bene, ho appena visto il corpo inerme del ragazzo che amo.
-So che ti ha shockato questa scena, ma il figlio di Lukas è forte, non è la prima volta che passa una cosa del genere, si rimetterà- cerca di rassicurami e un brivido mi percorre la schiena.
"Non è la prima volta" che cosa significa?
Louis ha provato altre volte a togliersi la vita.

-E so anche che tu hai provato ad ucciderti...e mi dispiace Harry- continua mio padre con tono piatto.
Abbandono il pensiero di Lou un attimo per concentrami bene sulle parole appena dette da mio padre.
-Davvero ti dispiace? Sai forse è anche per colpa tua...essere gay è sbagliato, non posso amare chi voglio che tutti mi devono giudicare, prendere in giro, picchiarmi e farmi passare un inferno...non posso vestirmi come mi piace perché tutto dev'essere uguale, non posso essere me stesso- urlo alzandomi in piedi.

Il suo sguardo si indurisce e cerco il contatto fisico con lui, agganciando i miei occhi verdi nei suoi occhi neri.
-Mi dispiace per quello che ti ho detto e per non esserci stato, ma sono cambiato e voglio recuperare il tempo perso con te- ammette tranquillamente mentre si accende una sigaretta.
Questo suo gesto mi innervosisce ancora di più.
-E pensi che una camera nuova, o dicendomi questo, io possa perdonati e far finta che tutto quello che è successo non esista?- urlo in lacrime.

-No, Harry, non sto dicendo questo, ma voglio farmi perdonare per il male che ti ho fatto, e voglio rimediare- sembra sincero, ma non mi faccio intenerire da quattro parole messe in croce.
Il silenzio prende parte della scena e nessuno dei due emette un fiato.
-Signora la sua macchina è pulita- ci informa Adelaide con voce roca mentre torna in casa con i secchi lungo le braccia.

Per poco il gesto di Lou mi sembrava solo un brutto sogno, ma appena saliamo in macchina capisco di nuovo che questa è la realtà. 
Respiro profondamente per non andare in panico.
Appena mio padre parcheggia davanti all'ospedale corro verso l'entrata.
Non mi interessa che scopre che eravamo amici, o qualunque cosa fossimo.

L'infermiera mi dice il reparto e salgo velocemente le scale, dimenticandomi la presenza degli ascensori.
Arrivo giusto in tempo per vedere il corpo di Lou essere trasportato fuori dalla sala operatoria.
Rimango con il fiato sospeso finché non vedo il petto di Lou alzarsi e abbassarsi.

With you I'm not afraid.||. Larry Stylinson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora