Chapter 29

539 18 1
                                    

Pov's Harry.
"Ti amo". Il suo ti amo mi rallegra, forse posso essere importante per qualcuno. I suoi non smettono di guardarmi e vorrei che questo momento durasse per sempre. Passa le dita sulle mie braccia nude, tracciando con l'indice i tagli. «Meriti di essere felice» questa frase uscita dalle sue labbra, mi fa rabbrividire. «Con te» sussurro lasciandogli un bacio. Lui sorride e appoggio la testa sul suo petto, godendomi le sue mani tra i miei capelli. «Ti chiedi mai se a questo mondo ci sia qualcosa per cui vale la pena vivere?» chiedo distrattamente, fisso un punto sul muro aspettando una sua risposta, che non arriva. Mi volto a guardalo e noto che i suoi occhi sono lucidi. «Scusami, io non volevo...Era una domanda così a caso» cerco di giustificarmi, ma mi zittisce. «Prima era diverso, avevo mia madre con me, tutto era apposto...Da quando lei-» mi accomodo nuovamente su sul petto, ascoltando attentamente le sue parole. «Da quando lei se n'è andata tutto è cambiato, in peggio. Non è facile, ma cerco di restare vivo per le mie sorelle, sai non posso lasciarle sole» annuisco, concordando con lui. «Ma ci sono giorni dove vorrei solo smettere di respirare e dire addio a questa sofferenza» conclude asciugandosi le lacrime sulle guance.
Capisco quella sensazione, e mi dispiace vederlo così, voglio amarlo e togliergli tutto questo male. «Penso che tua madre sia veramente fiera di ciò che sei ora. E non vorrebbe vederti così, lei sarà sempre una parte di lei, che non potrei mai dimenticare» gli dico un po' spaventato, non so che effetto possano fargli le parole, e devo prendere questo momento con delicatezza perché tutto potrebbe saltare da un momento all'altro. «Già, e tu che mi dici?» chiede riferendosi alla risposta che darei alla mia domanda. 
«Non lo so, penso che l'unica cosa che mi tenga vivo sia la mia famiglia. Se penso di doverli lasciare così, mi sento male. Ma anche io ho quei giorni dove vorrei buttarmi giù e non pensare a niente. Insomma sono gay nella società di oggi giorno, odio me stesso più di tutte quelle persone che me lo ripetono giornalmente. Tagliarmi è l'unico modo che ho per farmi del male» ammetto scosso. Trattengo le lacrime e stringo la mano di Lou. «Vedi piccolo, le cose a volte non sono come vorremo. Con te è diverso, sento che potremo aiutarci a vicenda. Ci conosciamo e ci capiamo con un solo sguardo. Ho bisogno di te» mi bacia dolcemente. «E io di te Lou» continuo a baciarlo, mentre mille farfalle danzano nel mio stomaco.
A interrompere quel momento è mia madre che bussa alla porta. «Harry, Louis abbiamo il pranzo» ci avverte dall'altra parte della porta. Mi alzo dal letto rivestendomi, Lou fa lo stesso. «Arriviamo mamma» l'avviso in modo che non entri e ci aspetti in cucina. Sento i suoi passi scendere le scale e una volta vestiti scendiamo insieme. Gli tengo la mano e una volta accomodati in cucina, mamma ci mette davanti due fette di pizza. «Che volete fare oggi?» mia sorella parla. «Non lo sappiamo» ammetto continuando a mangiare. «Che ne dite di venire con me e dei miei amici in spiaggia stanotte?» propone entusiasta. Rivolgo un primo sguardo a mamma che annuisce contenta, e poi Lou che sorride. «Va bene, per te okay?» gli chiedo la conferma del suo sorriso. «Certo, sarà divertente» risponde buttando giù un boccone di pizza. Ci accordiamo con Gemma e per sei ci facciamo trovare pronti. Trovo l'idea un po' strana, fuori fa freddo e la spiaggia non è uno dei posti migliori, ma allontano quei pensieri.
Voglio godermi appieno la serata, quella cazzo di voce la voglio zittire per una sera. Saliamo in macchina con mia sorella e per tutto il tragitto cantiamo a squarciagola, e non mi sono mai sentito così vivo fin ora. Gemma sorride dolcemente godendosi quel piccolo attimo di felicità. Non la provavo da un po' e sentire quell'emozione mi provoca una scossa di adrenalina. Il sangue scorre veloce nelle mie vene e il cuore mi batte a mille.
Arriviamo in spiaggia carichi e tranquillo saluto gli amici di mia sorella. Ricordo solo due dei quattro presenti: Lydia e Cameron. «Come stai Harry?» mi chiede la ragazza che ricordavo bionda, ma che ora porta i capelli rosa. «Bene» mento e il senso di colpa mi assale. Oggi non volevo tornare a dire le bugie. Questa sera voglio essere sincero. «In realtà, sto meglio, ma non bene» provo a riparare quel che ho detto e lei annuisce capendo. «Chi ha portato da bere?» urla uno dei due ragazzi che non conosco. Ha i capelli ricci come i miei, ed è altissimo.
Lou non dice nulla, mi stringe la mano e osserva la situazione. «Io amico» Cameron sventola all'aria una cassa di lattine di birra.
Ci dirigiamo verso la spiaggia e trovo faticoso camminare sulla sabbia, e Lou sembra concordare con me. «Non venivo al mare da un sacco di tempo» mi sussurra emozionato. «Divertiamoci» gli dico sedendomi affianco agli altri.

With you I'm not afraid.||. Larry Stylinson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora