Namjoon sentì delle mani familiari accarezzargli la schiena nuda, mentre lui si distraeva arricciando con le dita con l'orlo della camicia da notte, lasciò che il suo hyung lo confortasse. Jin lo aveva fatto sedere sul pavimento freddo, affianco a lui, così da potergli accarezzare dolcemente i capelli. Passarono circa venti minuti, e finalmente il respiro di Namjoon si regolò, tornando ad una frequenza normale. Rimasero così ancora un po', dopodiché, come se lo avessero fatto altre mille volte, si diedero la mano e si alzarono in piedi, andando verso la cucina. Jin non gli lasciò la mano nemmeno per un attimo, nemmeno mentre gli versava un bicchiere d'acqua fresca.
Namjoon sussurrò un grazie, e con la testa pesante, finalmente bevve un po' d'acqua.
Per la prima volta da quando lo aveva visto quella mattina, Namjoon alzò lo sguardo sul volto di Jin. Aveva i capelli scombinati, le guance rosse, i vestiti sgualciti e gli occhi semilucidi probabilmente per il sonno, o forse per la preoccupazione. Si sentì terribilmente in colpa pensando alla seconda ipotesi. Sembrava davvero una ragazza in quel momento, la ragazza più bella che avesse mai visto, tra l'altro. Namjoon scrolló le spalle, come se avesse voluto liberarsi di un tale pensiero.
Prese un respiro profondo,ignorando il dolore lancinante che provava al petto in quel momento.
"Scusa, Hyung. Non volevo svegliarti".
Vide l'espressione di Jin cambiare drasticamente.
Passò dall'apprensivo al furioso nel giro di un nanosecondo.
"Ma sei stupido?! Stavi avendo un attacco di panico!"
Il tono di voce di Jin contrastava con l'atmosfera che si era instaurata tra loro due fino un attimo prima.
Namjoon impallidì,non sapendo, per la prima volta, cosa dire di preciso.
"N-Non urlare, Hyung, potresti svegliare gli altr-"
"Non importa! Da quand'è che sono tornati?!"
Namjoon non aveva mai visto Jin tanto arrabbiato. Lui di solito era una persona molto tranquilla e pacata, e vederlo così lo rendeva terribilmente ansioso.
"A cosa ti riferisci?", fece finta di non capire di cosa stesse parlando. Ma lo sapeva fin troppo bene.
Jin scosse la testa.
"Gli attacchi di panico, Nam," sospirò Jin, "Da quanto tempo sono tornati?"
Namjoon spostò lo sguardo alla finestra leggermente socchiusa, dietro la quale la neve fioccava come se fosse una busta di coriandoli.
"È la prima volta che mi capita dopo così tanto tempo, Jin, non ti preoccupare. È solo che sono in ansia per rilascio di Idol."
Il maggiore afferrò il minore per le spalle, e per un attimo Namjoon ebbe davvero paura che Jin lo odiasse.
Ciò che successe invece lo spiazzò.
Si trovava tra le braccia del maggiore, che lo stava abbracciando stretto a sé.
Ci mise un paio di secondi a ricambiare l'abbraccio del maggiore, e appena iniziò ad accarezzargli la schiena, come a dirgli 'sto bene', sentì dei singhiozzi scappare dalle labbra dell'altro.
Si sentiva terribilmente male a vederlo così. Il petto gli si strinse dolorosamente, sia per i sensi di colpa che per quello che gli era successo poco tempo prima. Boccheggiò in cerca di aria.
Jin, senza staccarsi da lui, né rispondere, continuò a singhiozzare. Rimasero così, l'uno avvinghiato al petto dell'altro, come se fossero stati lontani per anni.
Quando Jin smise di singhiozzare si staccarano da quell'abbraccio, entrambi riluttanti.
Era sempre stato così tra di loro.
Il loro affetto non doveva essere spiegato, perché non serviva. E forse, Namjoon lo amava per questo.
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FanficHa-na-ha-ki (花吐き病 ); (하나하키병 ); (花吐病); Una malattia mortale che si manifesta solo sulle persone che soffrono di amore non ricambiato. Chiunque ne sia affetto, sente dei forti dolori al petto, dati dalla crescita di fiori nei polmoni, nella gola e...