🌺Fears🌺

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"Namjoon... Tu sai cosa ti sta succedendo, vero?"
Yoongi non si aspettava una risposta. Era una domanda retorica. Lo guardava con un'aria velatamente preoccupata, la schiena appoggiata al muro freddo dello studio, e le mani nella tasca della felpa nera.
Il minore non gli rispose.
Era ovvio che sapesse cosa gli stesse succedendo. Era seduto sulla sedia di Yoongi, con le gambe al petto e in mano una tazza di caffè che il maggiore gli aveva preparato. Guardava la bevanda scura come se fosse indeciso sul berla o meno.
Alla fine si decise a berne un sorso, e notando che il caffè inspiegabilmente non bruciava tanto quanto l'acqua, fu felice di berlo tutto, idratando un minimo la sua gola secca.
"Pensavo fosse una leggenda." sussurrò Namjoon mentre guardava lo schermo del pc con aria assente. Yoongi gli si avvicinò, e guardandolo negli occhi gli chiese:"Di chi sei innamorato?".
Namjoon sospirò. "È complicato..."
Yoongi lo guardò negli occhi con aria interrogativa.
"Guarda che lo so che ti piacciono i ragazzi."
Il minore divenne paonazzo. "Come lo sai? Non ho mai fatto coming out-"
Il più basso rise, con dolcezza.
"Ti conosco da quasi dieci anni, sarebbe strano se non mi accorgessi di una cosa del genere."
Namjoon, ancora rosso in volto, rise leggermente e poi il viso sorridente di un tempo si trasformò di nuovo nello sguardo dagli occhi stanchi che aveva in quei giorni.
Rimasero in silenzio alcuni minuti. Nella stanza c'era solamente il suono flebile dei loro respiri e dell'orologio appeso alla parete, che ticchettava.
"Hyung.", lo chiamò il minore.
"Pensi che dall'Hanahaki si possa guarire?". Per quanto fosse triste pensarlo, anche solo il pronunciare il nome di quella malattia faceva male.
Yoongi gli rivolse uno sguardo abbattuto. "Ti ricordi di HunChul e Hyosang... Se... Se loro non fossero stati così testardi dal confessarsi i sentimenti che avevano l'uno per l'altro, sarebbe diverso... Sarebbero vivi...". Namjoon sentì una morsa al petto quando sentì il suo hyung nominare i suoi vecchi compagni, i ragazzi con cui aveva studiato per così tanto tempo, quelli con cui avrebbe dovuto debuttare. Non riusciva a distinguere il dolore del ricordare da quello della malattia. Onestamente, non gli interessava nemmeno. "Hyung... Non voglio dimenticarmi di Jin...". Il maggiore si morse il labbro.
"Lo so, Joonie... Glielo devi dire, o dovrai farti asportare i fiori dal petto."
Il più alto alzò la testa di scatto e lo guardò.
"Non posso",affermò il minore, passandosi le mani tra i capelli. L'altro sospirò, con un tono a metà tra il triste e il rassegnato.
"Non c'è altra alternativa...", gli ricordò lo hyung. Namjoon non lo guardò. "Invece sì..."
Yoongi sgranò gli occhi, la sua pelle chiara divenne ancora più pallida. "No, non te lo permetterò, Namjoon", sputò il maggiore, ma l'altro non lo ascoltava. Non gli rispose.
"Non ti permetterò di farti del male, non ti permetterò di lasciarti andare, né di morire. Se non glielo dici tu, glielo dirò io".
Namjoon scattò in piedi, facendo cadere la sedia, e prese Yoongi per il colletto della camicia.

"No!"

Urlò più forte che poté quell'unica parola, non curante del dolore lancinante alla gola e al petto.
Yoongi era come pietrificato. Ormai nessuno dei due stava pensando.
"Non permetterò che tu muoia davanti ai miei occhi", affermò il più basso con voce fredda e ferma, "farò di tutto per impedirlo".
Namjoon sentì il petto bruciare insopportabilmente.
Era finita.
Non ce l'avrebbe fatta a sopportare quel rifiuto. No, non ne era in grado.
Se Yoongi glielo avesse detto, sarebbe morto sul colpo, se lo sentiva: tra un mare rosso, tempestato di petali di quello che prima è stato il suo fiore preferito.
Il maggiore aveva paura di perderlo. Non lo avrebbe mai sopportato. Yoongi, quando lo fece, cercò con tutto sé stesso di non pensare alle conseguenze: spinse via Namjoon, e corse verso camera sua, sperando di trovare Jin.
"Hyung!"

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