Capitolo 6

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-Mamma? Mamma!"-
-Il body è nell'asciugatrice, la calzamaglia sulla sedia in cucina e le punte con i lacci appena stirati sul tavolo-.
Lanciai un'occhiata a mio padre, sdraiato sul divano a guardare qualche serie tv.
-Papà? Wow.. Quando hai cambiato sesso?- scherzai avviandomi in cucina.
-Divertente Elizabeth. Tua mamma è uscita per andare alle poste e mi ha fatto ripetere tutte le istruzioni almeno cinquanta volte!- disse dal salotto.
-E te le sei ricordate? Pensavo che la vecchiaia fosse già arrivata- ironizzai tornando in salotto e vedendo il viso di mio padre leggermente arrabbiato.
-Non dovresti prepararti per la lezione di danza?-
-Vado, vado!- Mi girai e poi mi fermai, diedi un bacio veloce a mio padre e mi avviai in soffitta a prendere il body.
Mi cambiai e raccolsi i capelli in uno chignon ben ordinato, cosa molto complicata perché i miei capelli castani erano lunghissimi e forse troppi.
Sentii mio padre chiamarmi dal salotto, presi tutto ciò che mi serviva e scesi dalle scale.

Il paesaggio scorreva continuamente mentre restavo seduta sul comodo sedile della macchina di mio padre.
La macchina si fermò.
Esitai un attimo prima di aprire la portiera, respirai profondamente. Mi girai verso mio padre che mi accolse subito con un sorriso rassicurante, ricambiai e aprii la portiera.

Strinsi le mie dita nella cinghia del borsone e camminai verso l'entrata della scuola di danza di Margaret, la mia insegnate da più di 6 anni. Era una delle poche persone che conoscevano l'importanza e il bisogno di ballare.

Avevo l'ansia ed ero tesa.

Entrai nell'edificio e il profumo della sala da ballo mi invase le narici. La sala aveva sempre quel qualcosa di familiare: le sbarre in legno chiaro e gli specchi che tappezzavano le pareti.
Salutai Margaret con un cenno e mi tranquillizai.
Mi diressi nel mio angolo e mi cambiai le scarpette mentre la sala si riempiva.
Salutai alcune ragazze che ballavano con me da tantissimo tempo, ormai erano quasi sorelle per me.

Le mie mani tremavano e cominciai a sudare.
Ripensai alle parole di Thomas della sera prima e tentai di rimanere calma.
Ripensai al quel passo, che ormai avevo provato un'infinità di volte.
Doveva venirmi a tutti i costi, l'ultima volta che lo feci in questa sala mi ritrovai a terra con gli occhi di tutti puntati addosso.
Odiavo quella sensazione, come se tutti stessero solo aspettando che tu ti metta a piangere, oppure alcuni che sono realmente preoccupati o altri a cui, invece, non importa niente.

-Elizabeth?-
Smisi di ascoltare la mia voce piena di preoccupazioni e mi concentrai su quella che aveva appena pronunciato il mio nome.
Alzai la testa di scatto e mi trovai davanti agli occhi la figura fragile e magra di Teresa.

-Teresa!- mi alzai e la abbracciai.
Teresa era una delle persone più dolci a questo mondo, i suoi capelli biondo cenere e i suoi occhi azzurri le donavano un'aria angelica e pura.

-Come stai? Sei pronta alle prossime 4 ore di sudore? Domani è il grande giorno- disse elettrizzata posizionandosi vicino alla sbarra.
-Tutto bene e beh.. sono in ansia come al solito-
risi strofinando le mani sulle braccia leggermente agitata.
-Ma che dici su.. sei bravissima, smettila di farti tutte queste storie.. a proposito di storie.. come va con Thomas?- sorrise ammiccante.

Io e Teresa eravamo super legate e ci raccontavamo tutto.
Cominciammo a ballare in questa scuola insieme e legammo subito.
Da quando le raccontai della mia sbandata per Thomas continuava a chiedermi se ci fossero novità o altro.
È sempre stata una ragazza amante delle storie d'amore e super romantica.

-Teresa, semplicemente non va- roteai gli occhi e mi girai verso la sbarra per riscaldarmi.
-Nah è impossibile, insomma le poche volte che vi ho visti insieme eravate super carini. Prima o poi starete insieme ne sono sicura- disse imitando i miei passi alla sbarra.
-Continua a sperarci allora- risi.

Le nostre chiacchiere furono interrotte dalla squillante voce di Margaret che si era già posizionata al centro della sala con la sua postura rigida ed elegante.

-Buongiorno ragazzi, come saprete bene, domani presenteremo il nostro duro lavoro di quasi un anno al teatro della città, ma con una piccola sorpresa. Quest'anno ci saranno alcuni insegnanti molto importanti e, dopo aver scambiato alcune parole con loro, hanno detto di voler prendere alcuni dei miei alunni per farli studiare nelle scuole più prestigiose d'Italia- sorrise.
La stanza si riempì di commenti e bisbigli.
-Ovviamente è impossibile prendere tutti e questo lo sapete e mi rattrista molto, anche perché siete tutti degli ottimi ballerini. Ma esigo che diate il 100%. Ognuno di voi deve impegnarsi a modo suo, ma sappiate che se verrete scelti, sarà solo il primo gradino di una enorme scalinata.
Con questo mi auguro che tutti voi non vi sentiate troppo giudicati da questo. Ed ora, tutti alla sbarra grazie- annunciò prima di dirigersi verso le casse e accendendo la musica.

Dopo il riscaldamento alla sbarra era arrivato il momento di ripassare ogni singolo balletto.

C'erano assoli, passi a due e di gruppo.

Ammiravo tantissimo le coppie tra maschi e femmine, amavo il modo in cui i loro corpi si muovevano così armoniosi, delicati e sincronizzati.

Non avevo mai ballato con un ragazzo, e la cosa mi sarebbe piaciuta ma allo stesso tempo mi terrorizzava.
Ballare in coppia significava provare, ripetere e comporre il balletto anche al di fuori della scuola.
L'idea di trascorrere giornate intere con qualcuno che nemmeno conosci, ballare con lui e far conoscere a lui la tua anima, la parte più interiore di te mi spaventava a morte.
Non credevo di esserne pronta, affatto.

Arrivò il turno del mio gruppo e del mio pezzo iniziale.
Mi alzai e diedi un'ultima occhiata alla mia figura a allo specchio.

Chignon e lacci delle scarpette ben sistemati.
Gonnellino e body apposto.

Ero pronta.
La musica riempì la stanza con una delle melodie più dolci al mondo.
Mi posizionai.
Respirai profondamente e ballai.
Riuscii a fare il passo.
Ne fui così orgogliosa.

Era una delle sensazioni più belle.

Il balletto finì e mi sorpresi con un grande sorriso stampato in volto.
Finalmente.

Dance for me -Thomas Sangster Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora