Nessun potere, nessuna responsabilità

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-"Smettila!"  urlò Spider-Man al suo acerrimo nemico che non accennava ad arrestarsi"Così ferirai degli innocenti!"  con grande agilità volteggiava tra i maestosi grattacieli di Manhattan cercando di raggiungere quell'uomo travestito da avvoltoio cibernetico.

-"Ma è proprio ciò che voglio!"  esternò con una grande risata il malvagio prima di chiudere le ali e scendere in picchiata verso il marciapiede "Voi venite con me!"  disse agguantando una giovane madre ed il suo figlioletto che spensieratamente passeggiavano.

-"No!"  esclamò il giovane supereroe "Lasciali andare!"  le sue ragnatele erano troppo lente comparate alle ali meccaniche del suo rivale che, in un batter d'occhio, raggiunse l'altezza dell'Empire State Building.

-"Oggi mi leggi nella mente, Spider-Man!"  rise ancor più fragorosamente "Li lascerò andare, ma dovrai scegliere!"  prepotentemente l'Avvoltoio lanciò in due direzione differenti i suoi ostaggi "Madre o figlio?!"  concluse volando via.

-"No, dannazione!"  l'amichevole uomoragno di quartiere si lanciò nel vuoto senza perdere tempo, eppur non sapeva come agire poiché le due vittime erano troppo lontane per esser agguantate nello stesso momento "Pensa, Peter!"  si ripeteva più volte "Ma certo!"  esclamò con tono quasi sollevato "La donna è più pesante, cadrà più velocemente!"  usò due ragnatele come fionda lanciandosi così sulla disperata donna che inesorabilmente si avvicinava al suolo.

L'afferrò con foga per poi dirigersi verso il piangente figlioletto "Spero funzioni!"  pensò il giovane eroe che si avvicinava al bimbo il più velocemente possibile, c'era però un fattore che non aveva considerato: avendo la donna in braccio i suoi movimenti sarebbero stati più goffi e lenti.

Ma Spider-Man era determinato, cercò di assumere una posizione aereodinamica e si lanciò in picchiata verso il neonato, allungò una mano per afferrarlo ma non era abbastanza vicino, stessa cosa fece la disperata mamma che, con tono avvilito, chiedeva al suo eroe perché si fosse diretto prima da lei, la strada si avvicinava sempre più e...

-"Pietro!"  un grido proveniente dal piano inferiore interruppe il giovane ragazzo dalla lettura dei suoi adorati fumetti "Non hai l'università oggi?!"

-"E' vero"  bisbigliò con rabbia il giovane lanciando il fumetto nella cartella e dirigendosi successivamente in bagno, con grande veemenza si sciacquò il volto restando poi immobile a fissar lo specchio.

Il suo riflesso lo catalizzava, gli occhi chiari erano l'unica luce tra le sue cupe occhiaie, dopotutto aveva passato un'altra nottata in bianco leggendo le storie che tanto lo appassionavano e si domandava se stesse sprecando la sua esistenza, passava più ore immerso in quelle colorate pagine che nella vita reale.

Ma come biasimarlo, il mondo è disegnato in bianco e nero, senza contare il destino di ognuno di noi che sembra scritto da Gerry Conway, un'opera triste e violenta ma pregna di significato.

Quest'ultimo punto era ciò che affliggeva maggiormente il giovane Pietro, non riusciva a dare un senso alla propria vita, una ragione alle sue azioni, un valore alle sue parole né tantomeno uno scopo al suo futuro.

Mentre spazzolava svogliatamente i denti rimuginava su come stesse sprecando la sua giovinezza, si sentiva trasportato dagli eventi, un semplice passeggero di un solitario treno diretto inesorabilmente al capolinea, voleva arrancare verso la sala di comando per assumere il controllo, lo desiderava con tutto se stesso ma la ripetitiva quotidianità gli spezzava l'animo rendendolo svogliato ed apatico.

Eppure un pensiero ancor più cupo gli trafiggeva la materia grigia: se fosse riuscito a prender il comando dove si sarebbe diretto?

Il non sapere cosa volesse lo terrorizzava, preferiva ignorare quel timore ricorrente dedicandosi alle sue passioni ed allo studio, allontanando così i pensieri del futuro e cercando di rimandarli all'infinito.

Becoming Spider-ManDove le storie prendono vita. Scoprilo ora