Quattro buone ragioni

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La sala era totalmente pietrificata e gli studenti parevano esser membri del club delle statue robot, il coltello sotto la gola di Todd vacillava come anche il suo impugnatore dalle lucide pupille.

La vittima invece non pareva aver emozioni, fissava il vuoto come sempre col suo sguardo cupo ed occhialuto, forse non aveva realizzato quanto fosse pericolosa l'inaspettata situazione.

Pietro sarebbe voluto intervenire ma non aveva la ben che minima idea di come agire, avrebbe voluto indossar il suo costume e cercar di far ragionare quel disperato uomo, eppure senza cappuccio in testa si rendeva conto di quanto fosse debole.

-"Cosa vuoi?"  chiese Vincent restando elegantemente composto.

-"Cosa voglio?!"  bisbigliò nevroticamente avvicinando il coltello al figlio.

-"Sta calmo e abbassa l'arma"  rispose con cautela avvicinandosi di alcuni passi.

-"Sono stato calmo fino troppo tempo, Vincent!"  il pacato professore era ormai un lontano ricordo.

-"Lui non c'entra niente"  precisò indicando il figlio.

-"E' anche lui una tua creazione dopotutto"  la lama lucente spingeva proprio sotto il pomo d'Adamo dello stralunato ragazzo.

-"Sii uomo e lascialo andare!"  esclamò finalmente con fermezza.

-"Sei mai stato uomo nei tuoi cinquantadue anni di vita?!"  urlò ancor più prepotentemente Ottavielli "Ne dubito fortemente!"  indicò con l'arma l'imponente scrivania "Perché non apri i cassetti?!"

-"Finché sei in tempo smettila, Leonardo!"  interloquì cercando di calmarlo fallendo però miseramente.

-"Improvvisamente ricordi il mio nome?!"  puntò nuovamente il coltello sul giovane "Perché non ci fai vedere cos'hai nei cassetti?!"  strattonò Todd "Perché non mostri a questi ragazzi la pistola che ci tieni dentro?"

-"Stai dando i numeri!"  confermò infastidito "Cosa vuoi dimostrare?!"

-"Voglio solo rivelare a tutti il tuo vero volto!"  sbraitò sputacchiando "Sei solo un omuncolo viziato e pronto a sfruttar il prossimo"  Todd continuava a fissar il vuoto "Senza alcuna morale e giudizio, sei solo pieno di parole vacue"

-"Questa è una tua opinione"  tentò Vincent di acquietare gli animi "Ora, per piacere, lascia stare mio figlio"

-"Non è un'opinione!"  ribadì l'alterato docente "La tua scala, come la chiami tu, è fatta di persone che hai calpestato per arrivare dove sei"  balbettò vari secondi per poi proseguire "Anche la tua becera definizione di progresso"  riprese qualche boccata d'aria mentre il suo viso si colorava di rosso "Il progresso è sinonimo di libertà, intelligenza e vita"  l'intera sala lo fissava "Ciò che hai descritto tu è la follia umana"  lo indicò con la punta del coltello "Il dover arrancare disperatamente alla ricerca del primo posto!" 

-"Se sono arrivato fin qui è perché le persone hanno comprato i miei dispositivi"  disse mettendosi la mano sul petto "Ora per favore, te lo chiedo col cuore in mano, lascia stare mio figlio"

-"Col cuore di chi?"  asserì fingendo un sorriso "Non hai mai avuto nessun concorrente, vero?"  riprese il suo serio dialogo "Che strano, eppure nei primi anni 2000 vi erano molteplici imprese in questo settore"

-"E' la legge della natura"  spiegò Vincent "Solo chi sa adattarsi non si estingue"

-"La legge della natura che applichi è quella del più forte"  precisò cercando di trattener la rabbia.

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