Luci

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-"Lasciatelo stare!"  affermò con serietà Pietro che, col cappuccio in testa, si faceva largo nell'ombra.

Il suo cuore stava pulsando a ritmo di tamburi durante un concerto rock mentre le ginocchia tremavano sempre più, non sapeva come agire ma ormai non poteva più tirarsi indietro.

Al suo passaggio frantumava i vetri di alcune bottiglie rotte creando così l'unico rumore udibile all'interno del vicolo, tutti e quattro i ragazzi se ne stavano in silenzio senza nemmeno fiatare, il più piccolo rinfilava cautamente i quaderni nello zaino ed in ginocchio constatava i danni causati dagli aguzzini.

-"Che cazzo vuoi?!"  scimmiottò uno dei tre bulli mettendo in mostra il petto.

-"Vi divertite a prendervela con un ragazzino?!"  disse l'incappucciato arrestatosi nell'oscurità, proprio ad un centimetro dall'unico lampione.

-"Certo che ci divertiamo!"  s'avvicinò di un passo "Sennò perché lo faremmo?!"

-"Non fa una piega"  pensò Pietro prima di piegarsi "Allora voglio divertirmi anche io"  bisbigliò col cuore in gola afferrando una bottiglia rotta.

-"Non farai mica sul serio?!"  enunciò con arroganza il bullo "Ti ammazziamo!"   disse con rabbia ed un pizzico di timore, le labbra infatti tremavano impercettibilmente, dopotutto si trattava di un ragazzino.

Pietro marciò proprio su questo fattore, notava la paura nei loro occhi così decise di restare in silenzio, fermo come una statua contemplatrice che pareva scalfirgli l'anima. 

I bulli si lanciarono nervosissime occhiate prima di parlare "Hai capito?!"  si fece coraggio uno dei tre "Avvicinati e ti ammazziamo, vattene!"

-"Mi ammazzate con cosa?"  proferiva queste frasi con molta calma ma dentro la cassa toracica percepiva fin troppe emozioni contrastanti.

-"Noi siamo tre"  s'avvicinarono sotto il lampione come per darsi manforte "Tu sei da solo"

Dopo alcuni secondi di silenzio colmati da lunghi respiri il giovane Pietro trovò il coraggio di rispondere "Allora perché non mi avete già attaccato?"  ogni singola parte del suo corpo lo pregava di scappare, malgrado ciò doveva andare fino in fondo, per una volta nella vita voleva sapere cosa si provasse nel dirigere il proprio treno.

-"Perché..."  provò ad interloquire uno dei ragazzi.

-"Perché non avete le palle!"  lo stesso Pietro si sconcertò del tono utilizzato, quasi da spaventarsi da solo "Avvicinatevi, dai!"  l'adrenalina accresceva ad ogni frase "Provate a toccare me o quel ragazzino, avanti!"  i bulletti se ne stavano a bocca aperta mentre quell'uomo incappucciato sventolava la bottiglia "Se avete le palle venite!"  urlò facendo rimbombare le cassonetti dell'umido.

Dopo qualche istante carico di agitazione, uno dei bulli scaraventò a terra il cellulare della vittima e scappò via, venendo seguito immediatamente dai suoi codardi amici.

Pietro lasciò cadere a terra la bottiglia e successivamente il suo corpo, difatti le gambe avevano tremato così tanto da non riuscir più a mantenerlo in piedi.

In ginocchio scrutava quel ragazzino agghiacciato sotto l'arancione luce del lampione, aveva le lacrime agli occhi, doveva esser stata un'esperienza traumatica data la sua giovane età, eppure era certo di aver compiuto la mossa giusta poiché sarebbe potuta finir molto peggio.

-"Tutto bene?"  proferì l'incappucciato dalla voce tremante.

-"Sì"  rispose ancor più balbettando il ragazzino che, dopo qualche istante, afferrò il cellulare notando lo schermo completamente in frantumi.

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