L'importanza dei colori

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Pietro se ne stava in dormiveglia sul letto con indosso il nuovo costume da vigilante notturno, cercava di schiacciare un pisolino sapendo che avrebbe passato la notte in bianco.

La delicata pioggia accarezzava dolcemente la finestra creando un'atmosfera piacevole e soave, non si udiva altro rumore all'infuori del ticchettio delle gocce e qualche disparata automobile.

-"Pietro!"  gridò la mamma appena rientrata nell'abitazione "Pietro, sei a casa?!"  si udì la porta d'ingresso chiudersi.

Questo baccano lo fece capottare fuori dal letto in preda al panico, non poteva esser visto conciato in quella maniera, con foga tolse la felpa accartocciandola difficoltosamente dentro lo zaino.

-"Ci sei?!"  intraprese la scalata dei gradini verso camera del figlio.

La manica della felpa fuoriusciva dalla cartella e non voleva saperne d'infilarsi dentro, per questo decise di lanciarla repentinamente nell'armadio, si sedette poi sul letto cercando d'assumere la posizione più naturale possibile attendendo la madre salire tutti gli scalini.

Fortunatamente si rese tempestivamente conto d'indossar ancora la spaventosa maschera, sentiva così tanto conforto nell'averla addosso che dimenticava perfino di toglierla, tentò di slegare i lacci il più celermente possibile ma non fu così semplice, ogni cinghia era ben stretta e lenta da slacciare.

-"Pietro?!"  strillò la madre per l'ennesima volta spalancando la porta mentre il ragazzo riuscì appena in tempo a nascondere la maschera sotto il sedere, non un posto comodo ma l'unico disponibile "Perché non mi rispondi?!"  s'avvicinò la stizzita donna.

-"Stavo dormendo, mà"  stropicciò le palpebre cercando d'impietosirla.

-"Togli il silenzioso dal cellulare!"  lasciò la borsetta a terra "Sono ore che ti cerco!"  abbracciò il ragazzo con estrema forza.

-"Perché, che è successo?"  rispose nascondendo la maschera sotto le coperte.

-"Dovresti dirmelo tu!"  esclamò la donna interrompendo l'abbraccio "Ho dovuto sentire la notizia alla radio, il tuo professore ha tentato di uccidere il figlio di Vincent Freyton"  la sua voce tremava "Ha minacciato di uccidere tutti con una pistola e ha sparato alcuni colpi in aria ma..."  lo riabbracciò nuovamente "Tu stai bene?"  strinse la morsa sempre più "Vuoi andare all'ospedale?"

-"Se continui a stringere così forte dovrò andarci!"  scherzò scrollandosela di dosso "Stai tranquilla, i notiziari ingigantiscono sempre le cose"

-"Cos'è successo?"  chiese accarezzandogli i capelli "Me lo avevi detto che quell'Ottaviani odiasse tutti, ma non credevo fino a questo punto"

-"Ottavielli"  la corresse prontamente "Si chiama Ottavielli ed oggi nell'ufficio di Freyton è impazzito prendendo in ostaggio Todd con un coltello"

-"Mi si raggela il sangue solo ad immaginarlo"  bisbigliò la madre coprendosi gli occhi "Pensa se avesse preso te!"

-"Non è successo niente!"  cercò di consolarla "Vincent è un uomo tutto d'un pezzo e ha mantenuto la calma riuscendo a farlo ragionare"

-"Non so come abbia fatto"  l'inquieta si alzò dal letto con le pupille lucide"Io sarei diventata matta al suo posto"

-"Forse è per questo che lui è a capo di una multinazionale e tu fai la commessa al supermercato"  cercò di sdrammatizzare.

-"Cretino!"  rispose a tono sorridendo ed asciugandosi una lacrima "Andiamo a vedere se Giancarlo Giancarli ne parla, di solito vive per queste notizie"  i due scesero le scale entrando così in salone.

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