Boccioli di rosa! A tavola!- Leila aveva impiegato ben due ore per preparare il pranzo ma ne valeva la pena. Il buon odore del cibo caldo riempiva la piccola casa.
-Mangiate a sazietà.- disse la ragazza mente i due si sedevano dinanzi a lei. Tra primi, secondi e così via Leila aveva preparato talmente tanto cibo da sfamare un esercito ma il volto sereno di Ventus e Vanitas sembrava allontanante ogni sofferenza.
-Dovresti aprirti un locale.- le disse Ventus con la bocca piana. -Diventeresti milionaria.-
-Non ho mai pensato di investire nel campo enogastronomici.- rispose la ragazza con un leggero sorriso. -Ho sempre puntato a diventare un politico o roba del genere. Ma non so se ho le doti.-
-Se le tue doti politiche equivalgono quelle culinarie diventerai un ottimo capo di stato.-
-Addirittura.- dopo un minuto di silenzio Leila riparlò. -Più tardi devo riuscire. Tornerò prima di cena.- disse con voce cupa. Se veramente erano vivi allora non c'era tempo da perdere, ma aveva bisogno di più risposte e solo quello strano ragazzo poteva dargliele. Avrebbe cercato il giovane dai capelli rossi e avrebbe ottenuto le sue risposte.
-Ci lasci di nuovo?- le chiese Ventus con voce triste.
-Devo occuparmi di alcune questioni.- sollevò lo sguardo dal suo piatto -A meno che non ci sia qualcosa che vi turba e che mi stiate nascondendo.- lanciò un'occhiata ai due. Vanitas guardò il biondo aspettando che parlasse ma Ventus non sapeva cosa dire.
-Ho avuto una crisi!- disse di botto Vanitas.
-Van.- tentó di fermarlo Ventus.
-Penso che Vanitas abbia detto qualcosa di spiacevole a Ventus!-
-Definisci spiacevole.- rispose la ragazza guardando intensamente il corvino.
-Che cosa farete ora?- chiese Roxas rivolto a Riku e Kairi.
-È una storia difficile da credere.- Kairi teneva uno sguardo pensieroso e triste. -Ma molte cose adesso hanno senso.-
-Mi rattrista che non si sia fidato da noi al punto da non dircelo.- anche Riku sembrava triste ma come dargli torto: aveva appena scoperto che sapeva poco e niente del ragazzo per cui aveva una cotta sin dall'infanzia.
-Pensava che fosse la cosa giusta da fare.- rispose Roxas. -Non prenderla sul personale... aveva solo paura.-
-NON PRENDERLA SUL PERSONALE?!- gli urló l'albino. -Ti rendi conto che ci sarebbero stati altri trecento modi diversi per risolvere tutti questi problemi?! Sora ha affrontato due viaggi estremamente pericolosi.... lui aveva un sacco di pensieri e....- gli mancava il fiato. Era indescrivibile quella sensazione. -Lui sorrideva sempre e non smetteva mai di essere ottimista.- poi in dubbio lo assalí -Non dirmi che in quei momenti... quando stavamo...-
-No!- lo stroncò. -Sora potrà aver omesso dei dettagli ma è sempre stato al 100% sincero. Lui è innamorato perso di te.-
-V-Veramente?!- balbettò l'albino arrossendo.
Sora si guardava intorno ma tutto ciò che vedeva era bianco: le quattro mura bianche della sua cella. La cella in cui lo avevano ti chiuso. Consegnarsi all'organizzazione era stata una mossa azzardata e forse troppo impulsiva ma il senso di colpa lo stava divorando e doveva agire il prima possibile.
-Oh il nostro ospite è sveglio!- la voce del vecchio Xehanort riempì il vuoto lasciato dal silenzio.
-Spero che ti senta riposato.- gli disse con un sorriso beffardo.
-Arriva al sodo: vuoi che mi unisca a voi? Come Roxas?- Sora usava un tono acido. Odiava quell'uomo: aveva usato Roxas, Ventus e Vanitas. Sapeva che per lui non ci sarebbe stato un trattamento diverso.
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Riflesso sdoppiato
FanfictionSora e Roxas, qualcuno e nessuno, non sono riusciti a ricongiungersi in un unico essere, qualche giorno dopo Sora scompare e lascia un messaggio: è un assassin