Capitolo 3

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Parker.
Nova  aveva già sentito quel cognome.

Probabilmente lo aveva nominato sua padre.

Ma chi erano?

Suo padre li conosceva?
Dove vivevano?
Erano gentili?
Avevano una dispensa enorme di pancakes?
Prima che potesse pensare, si trovò a New York, o per meglio dire in un vicolo ceco vicino a un cassonetto.

Si sentivano in sottofondo le sirene dalla polizia e delle ambulanze.

Nova guardò disgustata i sacchi della spazzatura buttati alla bene e meglio dentro al cassonetto, tanto da bloccarne l'apertura.

Quello che doveva essere il cestino dell'organico di un ristorante vicino, era riempito invece di bottiglie di vetro, carta e plastica.

Disgustoso.

L'odore non era granché.

Scese in strada circospetta.

Era notte.

E di notte si aggirava gente non molto raccomandabile.

Girò a destra, poi ancora a destra, poi a sinistra, finché non si trovò davanti a un parco.

Ottimo.

Nova frugò nelle tasche alla ricerca del suo telefono.

Estrasse dalla tasca un telefono con la cover verde a borchie argentate.

Lo accese e chiamò la sorella.

Il telefono di Frigga era spento.

Ottimo.

Da sola in una città sconosciuta, di notte, cinque minuti dopo essere arrivata e si era già persa.

Non poteva andare peggio di così.

Probabilmente aveva ragione.

Ma anche no.

Nova fece vaga lo sguardo nella città che la circondava : palazzi di cinque o più piani estendevano in tutte le direzioni, la strada stranamente deserta, la notte, silenziosa.

Non sapeva che qualcuno la stava osservando nell'ombra.

Una figura scese lentamente giù da un lampione e si avvicinò alla ragazza.

Nova percepiva la sua presenza.

Si scansò appena in tempo per non beccarsi un pugno in faccia.

A pochi centimetri di distanza, una figura nera come la pece provò a colpirla più volte con una lancia.

Non aveva occhi o bocca.

Sembrava fattto tutto d'un pezzo.

Un cyborg forse?

No, un cyborg si sarebbe mosso più rigidamente.

Cos'era?

Fu tentata più volte di usare i suoi poteri.

Poi, come la creatura era apparsa, scomparve.

Nova si girò attorno per trovare il suo assalitore.

Ma al posto del Cyborg-o-quello-che-era, trovò un ragazzo in costume nero con ricamate delle ragnatele celesti.

Aveva attaccato con delle ragnatele il Cyborg-o-quello-che-era (lo chiameremo per comodità Cybi) al muro di una casa.

Era appeso (contrastando tutte le forze di gravità) con un filo di ragnatela al lampione più vicino a Nova.

-Buona sera,- le sorrise il ragazzo (o almeno lo pensava, visto che indossava una maschera) -le è piaciuta come prima esperienza ravvicinata di morte?-



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