2Jae

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Dedicata a @heidi-little. Come richiesta, ho basato il capitolo su" 50 SFUMATURE DI  GRIGIO" ho cercato di fare del mio meglio visto che non ho mai visto il film. Kisseu<3

YoungJae si sistemò meglio la cravatta troppo ansioso per scioglierla e rifarla daccapo ripetendosi che tutto sarebbe andato bene e di dover stare calmo ma non funzionava. Camminava avanti ed indietro per il corridoio tappezzato di rosso aspettando che lo chiamassero.

YoungJae ci teneva molto nel fare bella figura davanti al suo possibile datore di lavoro, immaginandoselo davanti che gli sorrideva gentile mentre gli diceva che era perfetto per il posto e che lo avrebbe assunto ma più lo pensava più i suoi palmi sudavano. Si controllò alla finestra che fungeva da specchio; i denti puliti e bianchi, il naso all'insù e labbra carnose e rosa.

Sapeva poco e nulla dell'uomo che forse lo avrebbe assunto, si chiamava Im Jaebum, ventisette anni CEO dell'azienda più popolare di tutta Seul.

E se era antipatico e YoungJae non gli piacesse? Aveva sentito dire che era molto irascibile e lo sguardo poteva zittire chiunque lo incontrasse... la cosa che lo spaventava di più era che provava attrazione per gli uomini ed era appunto per questo che il padre lo mise a lavorare nell'azienda di famiglia. La famiglia Im era potente e aveva mezzo controllo sulla città e il capofamiglia non poteva di certo permettersi di avere un figlio gay.

<<Signor Choi, mister Im adesso può riceverla.>> lo risvegliò dai suoi pensieri una voce, si voltò di scatto verso una signorina di mezza età su tacchi bassi e con un sorriso di incoraggiamento. Fece un bel respiro e si avvicinò alla porta in legno pregiato bussando sulla superficie.

<<Avanti!>>urlò una voce dolce nonostante il tono fosse acuto. Tremando Jae aprì la porta chiudendosela subito alle spalle prima di sospirare. Si voltò verso il CEO che era seduto dietro una scrivania lunga, con le mani giunte e il mento posato su di loro.

Jaebum appena vide in faccia il suo possibile impiegato si leccò le labbra, abbassando lo sguardo freddo.

<<Prego.>>disse rompendo il silenzio imbarazzante alzandosi e facendo un cenno a YoungJae di sedersi sulla sedia in pelle davanti a lui. Con passo risoluto si avvicinò alla sedia inchinandosi e sedendosi subito dopo. Jae non alzò mai lo sguardo dal pavimento per paura di incontrare gli occhi di Jaebum che si irritò per questa cosa. Tossì e prese il curriculum di YoungJae leggendo attentamente e solo lì Jae alzò lo sguardo stupendosi. Non credeva che il CEO dell'azienda era così: se lo immaginava ordinato fisicamente e sorridente, con chili di gel nei capelli e una barbetta leggera e curata... ma niente. Jaebum era l'esatto contrario, i capelli spettinati alla perfezione, il viso liscio e luminoso una giacca nera da cui sotto intravedeva una maglia bianca e un pircing al sopracciglio. Era bellissimo.

<<Choi YoungJae nato a...>>disse il capo mentre i suoi occhietti neri vagavano per il foglio, attenti ad ogni particolare.

<<Mokpo.>>aggiunse YoungJae imbarazzato. In silenzio pregava che tutto andasse bene e che non si facesse prendere da un attacco d'ansia. Jaebum posò i fogli e lo guardò piegando la testa leggermente di lato in modo che potesse avere una perfetta visuale del viso del minore che strinse le mani sulle ginocchia sudando freddo. Il suo sguardo incuteva davvero timore.

<<Sì, l'avevo letto. Volevo vedere se era attento di solito non rispondono mai.>> fece il maggiore alzandosi dal suo posto e mettendosi appoggiato con la schiena alla scrivania, davanti a YoungJae. La sua ansia svanì di colpo, era un punto per lui l'essere attento.

<<Ah...ecco, grazie.>>sorrise alzando gli occhi incontrando quelli del capo che sembrò più sciolto o forse era solo il sollievo di Jae a fare brutti scherzi. JB, o così lo chiamavano i parenti stretti, tamburellò le dita sul tavolo facendo sussultare il minore.

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