chapter two: skate park

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"Le persone capitano per caso nella nostra vita, ma non a caso.
Spesso ci riempiono la vita di insegnamenti.
A volte ci fanno volare in alto,
altre ci schiantano a terra insegnandoci il dolore...
donandoci tutto,
portandosi via il tutto, lasciandoci niente..."
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Le persone sanno essere buone e sanno essere cattive, quando serve e quando non serve, quando vogliono o quando non vogliono, ma l'umanità può essere brutale.

I sentimenti sono opprimenti e le persone sensibili, vivono con la costante paura di essere usati.
Condizionati dal fatto di essere finalmente speciali per qualcuno, per poi essere buttati via come scarpe vecchie.
Le persone sensibili soffrono per tutto, per la cosa più piccola, per l'errore più innocuo, ma soffrono sempre e comunque.

Ecco perché molte delle persone sensibili, dopo tante delusioni, si arrendono alla freddezza e la fanno diventare parte di loro stessi.
Non è perché vogliono essere cattivi, è semplice istinto di sopravvivenza. Infondo, chi vuole soffrire di sua spontanea volontà? Nessuno.

Le persone sensibili non sono da meno, diventano apatiche e si chiudono in loro stesse. Innalzano un muro attorno al loro cuore, duro e indistruttibile.
Davanti alle altre persone potrai sembrare una persona orribile e senza tatto, ma per te non avrà più importanza, tutto quello che importa è che nessuno superi quel limite, che il tuo cervello si è imposto.

Ma penso sia vero che le persone non arrivano a caso nella nostra vita, che siano buone o cattive, ci insegnano qualcosa: a fidarci e a non fidarci, ci cambiano in positivo e in negativo.
Ci fanno sentire bene, speciali e felici, spensierati.
Potranno decidere di rimanere oppure di andarsene, così facendoti rendere conto, di chi sono veramente le persone importanti, quelle che contano.

Ma dopo che la persona si è portata via tutto ciò che avevamo, prosciugandoci da tutto ciò che eravamo prima, riusciremo a colorare di nuovo la tela della vita?
Perché la vita è come un'enorme tela, su cui vanno rovesciati tutti i colori che possiamo metterci.

Ma se io non avessi colori?
Se la mia tela fosse semplicemente bianca? Una lunga distesa bianco neve, inerme, monotona, alienata, come me.

La cosa peggiore quando vieni abbandonato da chi ritenevi importante, è che ti lasciano con tutti quei bei ricordi, dove tutte le volte in cui li rivivi, non fai altro che darti della stupida per aver pensato che sarebbe andata bene.

Ti lasciano con la sofferenza e il dolore, con il pensiero che mentre tu stai soffrendo, quella persona sarà chissà dove a divertirsi.
E per quanto possa essere un pensiero egoista, non dovrebbero divertirsi ma dovrebbero stare male anche loro quanto stai male tu, dovrebbero almeno sentirsi un minimo in colpa, e qualche volta pensare: "chissà come se la passa quell'essere a cui ho rovinato la vita?" Ma non succede mai, questa è la cosa negativa dell'umanità.

L'orgoglio è una brutta bestia, perché è quello che ti impedisce di andare a risolvere le cose, è quello che ti dice: "Non farlo, tu non hai sbagliato devi aspettare che sia lei a fare il primo passo."
Nessuno lo fa mai e così finiscono molte delle amicizie.

«Biancaneve la giri tu la bottiglia?» Evan mi risveglia dai miei pensieri, rivolgendomi un grosso sorriso.

Passo quasi tutte le sere allo skate park da ormai una vita, con le solite compagnie, ma non me ne dispiaccio.
Mi piace stare qui, di sicuro più che in ogni altro posto di questa città.

Qui vicino c'è una casa famiglia molto grande e parecchi dei ragazzi che ci abitano, frequentano quotidianamente questo parco.
Tre anni fa sono passata qui con la bicicletta, durante una delle mie solite esplorazioni per combattere la noia, e così ho scoperto uno dei miei posti felici.

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