chapter twenty one: damned beauty

362 16 0
                                    

"Magari stai bene.
Magari è solo che non vuoi accettarlo.
Dopo così tanti sorrisi finti,
così tanti pianti abbracciata al cuscino,
così tanti pugni dati al muro per la rabbia,
così tante notti insonni passate a pensare.
Magari dopo tutto questo non riesci nemmeno ad accettare di stare bene.
O magari ti sei semplicemente abituata a stare male.."
///

In questo momento il rimorso si sta nutrendo di ogni particella del mio corpo, ma l'orgoglio in contrasto mi impedisce di poter rimediare a qualsiasi ferita io abbia creato, che abbia causato.

So di essere legata in un modo strano a Noah, ma è proprio questo che mi spavento, perchè so che non riuscirei mai a gestirmi insieme a lui e farmi odiare è sempre stato il modo milgiore per far stare le persone lontane da me.

Ho solo paura di poterlo ferire, lui non si merita tutto questo, non si merita me. Appena ieri sera entrò da quella porta, non posso negare di essermi sentita sollevata. Ormai sa che sono una bugiarda, ma me lo lascia essere.

Sa anche fin troppo di me, questo mi destabilizza. Non voglio che sappia troppo, che mi giudichi, che pensi cose sbagliate.

Appena finì di dire quella frase, ho visto qualcosa dentro di lui spegnersi. Come se quella luce di speranza si fosse fulminata. Gli occhi diventati improvvisamente di un verde cupo e scuro, opaco, come le finestre che si appannano.

Mi dispiace per come l'ho trattato ma allo stesso tempo penso che sia la cosa migliore, perchè se lo lasciassi avvicinare a me, lo illuderei come illudo sempre me stessa. Finendo con due cuori spezzati. Questo è ciò che non deve accadere. Mi sono comunque tirata la zappa sui piedi, non contrastando il fatto che per i nostri genitori io e Noah, usciamo insieme da ieri sera.

Finalmente la sveglia sul mio comodino suona e mi affetto a spegnerla.

Finalmente, perchè sono sveglia dalle cinque del mattino a causa della mente troppo affollata, quando l'ansia cresce mi viene impossibile calmarmi.

Chiudo il libro di storia sulla scrivania, greco antico e latino, i quaderni con gli appunti scritti ordinatamente e distribuiti bene, li metto dentro lo zaino insieme a quello di letteratura.

Non me la sento di vedere Noah oggi, ma letteratura è una delle materie in cui sono più brava e non posso saltare le lezioni per lui, per quanto sia tentata.

Mi vesto velocemente con le prime cose che trovo nell'armadio, metto le scarpe e prendo lo zaino. I miei genitori stanno tranquillamente facendo colazione parlando tra di loro, sto per uscire ma mi blocco appena sento mia madre chiamarmi.

«Chloe potresti sederti un attimo?» chiede alle mie spalle, sorpresa ma dubbiosa mi volto e mi avvicino al tavolo.

Mi guardano in modo inespressivo e mi chiedo che cosa vogliano da me «Non ci hai detto che stai con Noah..per quale motivo?» chiede e la guardo aggrottando le sopracciglia.

Dopo tutto questo tempo pretendono che gli racconti anche una cosa del genere, che in più è stata inventata li sul momento.

«Noi non stiamo insieme» nego duramente. Mi da fastidio questo loro finto interesse, smettetela di illudere dannazione.

«Ma certo, non lo stai facendo per interferire con tua sorella vero?» chiede dopo.

Non mi meraviglia che possa pensare una cosa del genere, è sempre stato così.

«Insomma sappiamo che Christopher ti è sempre piaciuto..» si ferma mandando occhiate a mio padre. Lui non apre mai bocca.

«Credimi sulla parola mamma quando dico che non me ne frega un cazzo di Christopher, ne di interferire con Amelia.» le sibilo contro, dopodiché esco da quella casa come una furia, sbattendo la porta.

The sun and the moon.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora