Venni svegliato da un incessante suono e mi ritrovai sdraiato sul pavimento, ai piedi del letto, con ancora i vestiti di ieri.
L'incontro con Ryuki non fu del tutto una bella sorpresa, e tanto meno il contrario, ma mi aveva lasciato un po' sconvolto - certo, non mi aspettavo di buttarmi tra le sue braccia, mettermi a baciarlo o qualcosa del genere.
Continuare a sentire il suonare del campanello mi portò alla realtà e facendomi forza mi alzai in piedi per andare ad aprire a Maiko.
Era venuta per il nostro appuntamento, diciamo, e mi sembrò furibonda nel momento in cui le aprì, perché stava per dare inizio a un'altra delle sue quando, notando le mie condizioni, si zittì all'improvviso.
«Cosa è successo?» chiese diretta, con un tono maledettamente serio.
Al solo ricordo di quello che successe sentii le lacrime iniziare a formarsi attorno agli occhi, ma spoderai lo stesso un sorriso - non ne valeva la pena piangere per un motivo così stupido.
Le raccontai tutto, di come appena lo vidi il mondo mi sembrò fermarsi, abbandonandomi a quel momento, e di come non trovai il coraggio per affrontarlo faccia a faccia ancora una volta e scappai.
Lei ascoltò le mie parole e mi confortò con delle carezze sulla schiena, proprio come fece quel giorno che venne a trovarmi sette anni fa.
«Non pensarci per il momento, okay?» la sua voce era gentile e calma, in momenti del genere sapeva essere comprensiva e riusciva sempre a tranquillizzarmi.
«Datti una sistemata che ti aspetto, poi andiamo e pensiamo solo a divertirci.»
Feci come mi disse e andai in bagno per darmi una risciacquata, specchiandomi vidi quanto il mio aspetto fosse pietoso e non mi stupirei affatto se anche uno sconosciuto cogliesse il mio stato d'animo, non ci voleva un genio per capirlo.
Mi scappò un sorriso, forse il mio subconscio stava ridendo di me, trovando divertente il fatto che pensassi sul serio di essere pronto per un nuovo inizio.
Ma era una bugia, la sua comparsa mi aveva fatto capire che la mia era solo un'illusione.
Scossi la testa per scacciare tali pensieri e mi spruzzai dell'acqua in faccia, dicendomi che per il momento non dovevo pensarci.
Mi cambiai con dei vestiti più semplici e comodi, Maiko sembrava felice vedermi col morale un po' più alto di prima, si preoccupava di me come una sorella.
«Allora andiamo?» chiese riprendendosi la borsa lasciata a terra, con un sorriso confortevole in faccia.Andammo al cinema come programmato, il film si rivelò abbastanza interessante, e in seguito fecimo un giro anche in altri posti, quali negozi e cafe bar, in quest'ultimo Maiko insistette di comprare due fette di torta da portare via, una al cioccolato e l'altra panna e fragola.
Mi disse che una me lo offriva lei e non accettava obiezioni, pensai fosse un altro suo tenativo di cercare ancora di confortarmi con qualcosa che mi piacesse e apprezzai molto il pensiero.
Verso le cinque del pomeriggio tornammo ognuno a casa propria, abitando in direzioni opposte ci siamo dovuti salutare verso metà strada.
La compagnia di qualcuno mi aveva aiutato a riprendermi dallo "shock" e distraendomi per tutto il giorno ero riuscito a divertirmi e soprattutto a calmarmi, in questo modo avrei fatto ordine dei miei pensieri in futuro.
Facendo le scale dell'appartamento salii fino al secondo piano e giunto ormai quasi a casa iniziai a frugare nelle tasche in cerca delle chiavi, sperando di non essere uscito senza o avrei fatto il doppio della strada per andare a chiedere al custode del condominio quelle di scorta.
A pochi passi le trovai, ma alzando lo sguardo individuai la figura di una persona, ferma praticamente davanti casa mia, appoggiata al muretto* intento a fumarsi una sigaretta e guardare il sole tramontare.
Non mi ci volle molto per riconoscerlo.
Sembrava non essersi accorto della mia presenza, se avessi fatto piano sarei riuscito ad andarmene senza farmi scoprire e avrei chiesto a Maiko di ospitarmi per una notte.
Ma appena feci un passo indietro distolse la visuale dal paesaggio a me, subito dopo spense la sigaretta e si voltò completamente in mia direzione, la prima cosa che pensai fu quella di essere fregato per una seconda volta.
«Co... come fai a sapere dove abito» chiesi a questo punto, non potevo più ignorarlo.
Non ricevetti risposta, forse non voleva dirmelo, o aveva qualcosa da nascondermi?
«Rispondimi, ho il diritto di saperlo...» la voce mi sembrò venirmi a mancare, non volevo incontrarlo subito in questo modo, «perché mi cercavi?»
«Me lo ha detto Rehtt, sono qui perché noi due dobbiamo parlare.» a sentire quel nome iniziai a sentirmi insicuro, più di quanto lo ero negli anni ad aspettarlo.
Tante domande scorrevano nella mia testa alla ricerca di una risposta, perché Rehtt? Cosa c'entrava con noi due? Cosa dovevamo parlare di così tanto urgente?
Volevo chiederglielo e sapere le risposte, su com'erano in realtà le cose dette da lui, purtroppo dall'istante in cui risentii la sua voce mi accertai che non ero più pronto a conoscere la verità, non come una volta.
«Noi non abbiamo nulla da dirci.» mentii.
Mi sarebbe piaciuto raccontagli tante cose, di come ho apprezzato il libro che mi aveva dato e di come lo custodisco ancora oggi, rileggendolo di tanto in tanto, di come tengo ancora quel ridicolo e semplice ciondolo, di come ho trascorso questi anni senza di lui, sentire altrettanto cose dette dalla sua bocca, chiedendogli di spendere solo una tranquilla giornata insieme.
«Sono felice di averti rivisto, io... ecco... sto bene, quindi non hai nulla di cui preoccuparti.» non era vero.
«Non sapevo fossi tornato, in realtà non so nemmeno ora di cosa tu abbia fatto da quel giorno in poi.» falso anche questo, avevo cercato tante volte di contattarti e avere tue notizie.
«Ma ormai non importa, è acqua passata.» niente era passato.
«Ciao allora.»
«Aspetta Yu-!» non gli lasciai il tempo di finire la frase, presi le chiavi ed entrai velocemente in casa chiudendomi la porta alle spalle.
Avevo messo la sicurezza, non sarebbe riuscito ad entrare.
Faceva male rivederlo e sentire la sua voce chiamare il mio nome, chiedendomi di aprire, di parlare faccia a faccia e non poterlo fare.
Ero scappato di nuovo, speravo solo che prima o poi si arrendesse e andasse via lasciandomi stare una volta per tutte, anche se conoscendolo non ero molto fiducioso in un'eventualità del genere.
Volevo che si fermasse tutto quanto ora.
Fece un paio di tentativi, poi tutto d'un tratto smise e pensai all'istante che si fosse rassegnato, ne ero amareggiato ma era ciò che mi meritavo.
Mi ricredetti quando sentii la voce di Maiko alzarsi all'improvviso accompagnato da uno strano rumore, al che sussultai per la sorpresa.
Che ci faceva qua?
«Yui-chan, so che ancora qui.» sento dire dalla castana, dal tono di voce pareva calma nonostante il trambusto di prima.
«Mi ero accorta di non averti dato la tua parte di torta, te la lascio qua.» lo stava facendo apposta? Sapeva benissimo che non l'avrei presa finché c'era lui.
«Chiamami se hai bisogno, in qualunque momento.» poi sentii il suono dei tacchi allontanarsi piano piano, era andata via.
Ryuki non parlò affatto nel frattempo, lasciai passare almeno una decina di minuti prima di farmi coraggio, facendo un bel respiro, e aprire lentamente l'ingresso.
Lo trovai ancora lì, ad aspettare che mi facessi forza, con il porta dolci in mano a sorridermi in una maniera da definire addolorata, come se fosse dispiaciuto per qualcosa, senza fiatare una parola.
Notai una sua guancia rossa, cosa diamine era successo?
Allungò il braccio in mia direzione, lasciandolo sospeso a mezz'aria, intuii che se ne sarebbe andato una volta avessi preso la torta.
Forse, con molta probabilità, se ne sarebbe andato per sempre.
E non desideravo questo, non per davvero, non volevo ancora che questa fosse la mia ultima occasione con lui, non in questo modo.
«Senti...» iniziai, cercando di guardarlo negli occhi senza distogliere lo sguardo dal suo, «... non è troppo tardi se ti chiedo di entrare?»
Temevo un suo rifiuto perché sapevo che ne sarei rimasto ferito una seconda volta, riuscivo a sentire l'ansia divorarmi dall'interno con lentezza.
Sgranai di poco gli occhi, era piacevolmente sorpreso, lo potevo leggere dalla sua espressione, il suo sorriso sembrava più alleggerito, onesto e spontaneo di prima.
«Accetto l'invito.» rispose alla fine, rendendomi se per questo, sollevato e felice.Angolino di Ren-san:
Eccomi qua, con questo fantastico capitolo ancora più corto di quello precedente e finito sul più bello~
Già, come dire, solito ritardo per motivi che a voi sicuramente non interessano ma ehi, è ricominciata la scuola...?
Potete già intuire cosa comporta, in pratica non ho idea di quando avverà il prossimo aggiornamento, se devo dire la mia, be' spero prima di Natale
Quindi carissimi, vi chiedo di aspettare x°See ya ✩
*in questa parte volevo riferimi a quel sottospecie di corridoio esterno che sembra una terrazza, ma che non è, che hanno alcuni appartamenti che si possono vedere negli anime (spero di aver reso l'idea...?), in pratica non sapevo come definire quel coso- chiedo venia
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Momento a Due || Yaoi || [SOSPESO]
Fanfiction[Sequel di "Tempo a Due"] - Aggiornamenti in tempi MOLTO irregolari. - In un giorno qualsiasi, il puzzle divenne incompleto. La routine quotidiana era ritornata ad essere quella di sempre, il circolo era diventato perfetto e lui sapeva, meglio di c...