Capitolo 06 - Per adesso, voglio solo aspettarti

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«Allora Yui-chan, fammi capire: domani pomeriggio sei impegnato, giusto?» chiese prendendo un patatina, mangiandola.
«Giusto.»
«Allora potevi dirmelo anche prima che eri impegnato! Avrei risparmiato il mio tempo, soprattutto il mio denaro, per venire qui!»
«Maiko, solo tre cose: uno, mi hanno riferito solo oggi che avrei dovuto sostituire per domani un tizio che nemmeno conosco, quindi non ne potevo sapere nulla; due, sei tu quella che è piombata in casa mia alle nove di sera, e ripeto, alle nove di sera; tre, smettila di distrarmi facendo così tanto rumore con quelle patatine! Sto cercando di lavorare.» sbottonai lanciandole uno sguardo di rimprovero che però non fece caso.

Ritornai con gli occhi incollati sui fogli, cercando di concentrarmi il più possibile, ma la ragazza continuò senza pudore a riprodurre un rumore a dir poco fastidioso con le patatine, sgranocchiandole, facendomi deconcentrare la maggior parte delle volte.
Già, ce l'aveva con me!
In questo momento Maiko è nel suo brutto periodo, ovviamente non mi riferisco a quello mensile, ma a quello giornaliero.
Mi spiego meglio: lei è veramente lunatica, farebbe invidia perfino alle emoticon!
Le avevo promesso che l'avrei accompagnata a guardare il nuovo film del regista che amava tanto ed era così entusiasta all'idea che non stava più nella pelle, poi per motivi di impegni e lavoro abbiamo rimandato la cosa fino ad oggi... o magari anche fino alla prossima settimana.
Non ho ancora ben capito di cosa parla la trama ma come dice Maiko, dovrebbe essere un film di fantascienza a dir poco stupendo.
... sì, dovrebbe.

«Va bene! Scusami, non era mia intenzione... ma non puoi andarci con qualcun altro?»
«Ad esempio?» chiese con tono scocciato senza mai smettere di mangiare le patatine, inarcando pure un sopracciglio.
«Che ne posso sapere io? Tipo... Maka?»
«Domani pomeriggio ha un appuntamento con il suo ragazzo.»
«Santo cielo come crescono al giorno d'oggi... ehm no, volevo dire, che mi dici di Kimiko?»
«Ha il turno pomeridiano.»
«La tua vicina di casa?»
«È una signora di sessantatré anni, non posso chiedergli di venire con me a guardare un film di fantascienza.»
«Qualche tuo amico o amica?»
«Non mi viene in mente nessuno, poi saranno tutti al lavoro.»
«Quindi sono tutti impieganti eh?»
«Già, tutti tranne io! Ci dovevi venire tu con me, traditore!»
«Cosa?! Non è colpa mia se al momento sei disoccupata per studiare cucina! E stai dando del traditore al tuo amico d'infanzia?»
«Sì, proprio a te! TRA-DI-TO-RE.»
«Allora vacci con Nobuo e Noburo se non hai proprio nessuno!»

Subito ci zittimmo e ci ritrovammo travolti da un silenzio imbarazzante, a quanto pare, per entrambi le parti.
Dannazione, l'ho detto per sbaglio! Non era mia intenzione "coinvolgere" quei due... davvero.

«Con chi scusa?»
«... ops.» riuscì solo a dire in quel momento.

Passai quasi la notte in bianco e la mattina successiva non è strato un granché.
Ci misi un sacco di tempo a spiegare che i gemelli, Nobuo e Noburo, erano i miei nuovi vicini di casa, perché Maiko era poco convinta.
"Devi avere un legame speciale con loro, se ti è venuto in mente i loro nomi", mi ripeteva di continuo.
Magari era stato merito della torta, oppure perché li avevo visti questa mattina ed era... sì, strano come cosa, o forse insolita?
Comunque, non è nella mia routine ricevere un qualcosa la mattina e un minimo cambiamento mi "scombussolerebbe", avendone un ricordo per almeno un tot. di tempo.
Per non dimenticare che dovevo finire di leggere i documenti, se non studiarli, e non è stata una passeggiata.
Maiko mise il broncio fino alle una di notte, poi si arrese ed andò a dormire in camera mia, nel mio letto, con la scusa che le ragazze avevano il privilegio assoluto della precedenza.
... forse è per questo se mi sono svegliato con il mal di schiena dopo aver dormito sul divano tantomeno comodo, ovvero, assolutamente poco comodo.
Mi svegliai con tutta calma alle nove e dieci, dato che Kyotami mi aveva riferito di avere la mattinata libera e che dovevo raggiungere il posto di lavoro solo alle mezzogiorno e mezza, che non era niente di difficile.
Nella cucina, a quell'ora, c'era la mia amica d'infanzia che stava preparando una colazione all'americana - bacon e uova - tutta contenta, infatti stava canticchiando sottovoce una canzone che non conoscevo.

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